13 Agosto 2020, 09.20
Paitone
Amministrazioni

Il Fontanone di Paitone, un monumento naturale da recuperare e tutelare

di Franco Tarsi

L’area della sorgente pedemontana sarà recuperata e l’amministrazione comunale intende sfruttarla anche come fonte idrica


Erano tredici anni che l’area
del Fontanone di Paitone non era oggetto di lavori importanti. Da quel primo settembre del 2007, data in cui, a tre anni dalla delibera comunale di recupero (22 giugno 2004), l’area era stata riconsegnata rinnovata ed agibile ai paitonesi, nessuno ci aveva più messo mano.

E inevitabilmente il tempo, l’inquinamento, i vandalismi avevano prodotto i guasti che erano sotto gli occhi di tutti. Questo fino a pochi giorni or sono, perché l’Amministrazione comunale ha già dato il via al primo pacchetto di lavori per restituire al Fontanone l’immagine e la dignità che gli spettano.

“Abbiamo iniziato - spiega il sindaco Alberto Maestri - con la messa in sicurezza; nella fattispecie con la potatura e l’abbassamento delle piante in buon stato di salute, col taglio delle piante secche che erano state soffocate da quelle più alte, col ripescaggio dalle acque degli alberi e dei tronchi divelti dall’ultima ondata di maltempo, addirittura col ripescaggio di una panca in ferro e legno gettata nel laghetto, vicino alla pompa dell’acquedotto”.

“Ma questa - prosegue il primo cittadino - è solo la prima parte dell’opera. La seconda proseguirà col rifacimento della staccionata e della stradina di ingresso lato Nuvolento, col ripristino dei tre cancelli di accesso (di cui i due pedonali saranno dotati di chiusure elettroniche centralizzate), col risanamento dei muri e del ponticello di ingresso e, quale contrasto ai vandalismi e all’uso inappropriato del luogo, con l’installazione di telecamere di sorveglianza e di faretti di illuminazione”.

Ma il grosso problema del Fontanone resta l’impossibilità di utilizzare le acque ai fini potabili e di irrigazione, ora limitati a quelli turistici e didattici, perché l’ambiente carsico in cui si trova l’area non è in grado di depurarle adeguatamente.

“Il grande obiettivo - anticipa il sindaco - è, di conseguenza, quello di recuperare il Fontanone anche sul fronte idrico. La prima mossa sarà far analizzare l’acqua per capire se è effettivamente inquinata e quanto e se si può depurare; così si vedrà se ci sono possibilità di recupero, per lo meno ai fini dell’irrigazione. Il lavoro importante sarà quello di svuotare le vasche sulla destra dell’ingresso principale e bonificarle, aspirando la fanghiglia depositata e creando un più favorevole ambiente sabbioso”. Successive migliorie verranno da sé; le idee ci sono, anche se è prematuro anticiparle.

Il Fontanone di Paitone, comunque, si merita una cura responsabile, perché è un fenomeno vistoso e unico, da tutelare. Si tratta della più importante risorgiva pedemontana della provincia di Brescia, che raccoglie le acque sotterranee di un’area di alimentazione compresa fra i Tre Cornelli, l’altopiano di Tesio e i versanti che scendono verso Paitone. Mai in secca, anche in periodi di lunga siccità, il “Fontanù”, dal quale esce il canale Rudone, vanta una portata media di 200 litri al secondo, che nel corso delle piene arriva a 1.500-1.600 litri, ma che nel 1998, eccezionalmente, aveva superato addirittura i 9.000 litri al secondo, un evento impressionante.

Quello che noi vediamo al Fontanone di Paitone è il risultato di un lungo percorso che l’acqua compie, completamente al buio, nell’intricato e complesso reticolo carsico nelle montagne alle spalle della sorgente. Ma nasconde anche i rischi dell’evoluzione di una formazione fragile in un ambiente aggressivo come quello delle cave. In un libretto didattico illustrato del settembre 2007, uscito contemporaneamente all’inaugurazione dell’ area recuperata del Fontanone, l’autore, Dante Vailati, del Museo di Scienze Naturali di Brescia, scriveva che “la salvaguardia dell’ambiente naturale ha le sue ragioni, i processi economici le loro e diventa un esercizio retorico il volerle mediare con compromessi cavillosi. Un’ipocrisia che molti chiamano ‘sviluppo sostenibile’, una malcelata conciliazione fra la Natura, che non può dire la sua, e gli interessi degli uomini, che per la loro sopravvivenza sono sempre più costretti a consumare tutto. Finché ciò sarà possibile”.

Un argomento fondamentale e decisivo
per tutelare le eccellenze naturali come il Fontanone di Paitone, senza perdere più tempo.



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