Da oggi a settembre tempo di occasioni

Da oggi e fino al 2 settembre è tempo di saldi. C’è chi da colpa al brutto tempo che ha ritardato l’acquisto di abbigliamento estivo chi alla congiuntura economica, sta di fatto che i commercianti, specie quelli di abbigliamento e calzature, non hanno avuto una brillante stagione primaverile e un po’ se ne lamentano.

«La stagione è andata molto male - commenta il presidente dell’Associazione commercianti di Brescia, Carlo Massoletti -. È un dato omogeneo che riguarda tutto il Paese e ha avuto punte massime in Lombardia. Per ultimi mesi si parla di crollo verticale delle vendite, in generale, nel commercio. L’abbigliamento è quello che ha sofferto di più».

L’andamento del mercato è stato abbastanza negativo. «È chiaro - spiega Fabio Baitelli, vicedirettore di Confesercenti Brescia - che di fronte all’aumento del costo della vita, si tenda ad evitare di spendere, soprattutto per le spese considerate non necessarie. I prodotti del settore abbigliamento sono solitamente i primi a subire contraccolpi. Ma questo è un trend storico che tradizionalmente si registra con la contrazione dei consumi. Si rinuncia a ciò che è ritenuto superfluo per poter sostenere le spese non evitabili».

I saldi potranno riscattare un periodo non soddisfacente per le vendite? Massoletti a riguardo, nutre delle perplessità. «Di fronte a numeri così negativi - sottolinea – i saldi saranno solo l’occasione per limitare i danni. I saldi sono sempre infatti uno strumento per contribuire a recuperare il fatturato. Ma visto l’andamento degli ultimi mesi, non si potrà recuperare del tutto quanto è stato perso».

Ed è proprio di ieri il dato di maggio di un -2,7% dei consumi secondo Confcommercio, sesto mese negativo degli ultimi sette mesi, con una diminuzione della domanda per quasi tutti i beni e servizi, in particolare cibo, auto e benzina.
Questo dato «fa sfumare definitivamente l'ipotesi di uscire entro breve da una crisi ormai strutturale, profonda e non legata a fenomeni stagionali, rafforzando la previsione di una crescita dell'economia italiana, nel 2008, prossima allo zero», osserva Confcommercio che spiega come le difficoltà registrate sul versante della domanda interna per consumi continuano a determinare un'evoluzione produttiva molto contenuta.

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