Lo fermano e gli danno un sacco di botte

E’ uno dei fortunatissimi, e facoltosi, possessori di una “desmosedici”, la Ducati replica della moto di Stoner. A Brescia e provincia questi bolidi si contano sulle dita di una mano.
Si dice che sia difficile averne uno, ma sarà anche perchè costano qualche cosa come 60mila euro.

Trentasei anni, passione motoristica da vendere vissuta al “top”. Un centauro da invidiare, insomma. Non per quello che gli è successo domenica scorsa sulle Coste di Sant’Eusebio, però: preso a calci e pugni da cinque individui che l’hanno fermato chiedendo aiuto e che forse gli volevano portar via proprio l’amata Ducati.

Lui la racconta così: “Non era ancora mezzogiorno. Venivo da Idro e intendevo fare un giro al Motoestate in Franciacorta. Per la velocità c’è la pista da un bel po’ di tempo, ma per le pieghe tutti i motociclisti lo sanno, le Coste sono sempre le Coste. Così mi sono divertito a fare un paio di “vasche” da Odolo fino in cima e ritorno.
Stavo risalendo per l’ultima volta ed ero un paio di curve dopo la casa cantoniera. Nel percorrerne una lunga a sinistra ho visto un gruppo di ciclisti sbracciarsi per fermarmi.

Credendo servisse loro aiuto, visto anche che in quel punto i cellulari non prendono. Ho girato e sono tornato indietro. Giusto il tempo di mettere la moto sul cavalletto che uno di loro mi ha preso per il collo con un braccio. Da principio ho pensato che mi conoscessero, che fosse uno scherzo.
Ho cambiato idea quando sono finito per terra e quelli, in cinque, hanno preso a prendermi a calci dappertutto e ad insultarmi. Ho pensato solo a raggomitolarmi e difendermi, per fortuna indossavo il paraschiena.

Pochi anche se interminabili secondi, vedevo solo scarpe bianche che scalciavano. Non so cosa sarebbe successo se a quel punto non si fosse fermato un altro motociclista, con un Cbr 1000, ho visto che aveva le carene giuste per la pista e non so altro di lui. A quel punto i cinque si sono messi un po’ da parte. Io mi sono rialzato, preoccupato più per la moto che per me stesso e ho visto che erano sparite le chiavi. Aiutami ho urlato, mi hanno pestato e si sono presi le chiavi. Forse per prendere tempo e scappare loro me le hanno lanciate.

Certo ero sotto shock: sono risalito in moto e sono ripartito, credo a 40 all’ora e mi sono ritrovato a Vallio a spiegare tutto ad un vigile che mi ha detto poi di rivolgermi ai carabinieri”.
Sono andato prima a farmi vedere, nessuna frattura, solo contusioni alle costole e alle gambe. Della denuncia contro ignoti se ne sta occupando il mio avvocato”.

Ancora un po’ ammaccato, ieri il motociclista giurava che non aveva dato nessun fastidio a quei ciclisti. Se anche fosse però la reazione di quegli altri è sconvolgente.
Un tentativo di furto? E’ capitato qualche cosa del genere con le auto sportive, sarebbe la prima volta con una motocicletta.
“Io ero sotto shock e quell’aggressione l’ho sentita nelle ossa più che vista, mi piacerebbe rintracciare il proprietario della Cbr 1.000, forse può aiutarmi a capire meglio quello che mi è successo” conclude il malcapitato.
Che mette a disposizione una e-mail piega61@gmail.com

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