26 Aprile 2020, 07.00
Valsabbia
25 Aprile

Liberazione e libertà

di Cesare Fumana

Mai come quest’anno la festa della Liberazione ci ha fatto capire il suo pieno significato


Mai come quest’anno la festa della Liberazione ci ha fatto capire il suo pieno significato.

Alla commemorazione della Liberazione dal nazifascismo, abbiamo subito abbinato mentalmente la liberazione da questo virus che ci ha privati della libertà.

Certo, 75 anni fa si usciva da una guerra, a noi è stato chiesto di “stare sul divano”, come ironicamente c’era scritto su uno dei tanti messaggi che circolavano su WhatsApp nei primi giorni dell’epidemia da coronavirus.

Ma per la maggior parte di noi, questa emergenza sanitaria, che ci ha costretti all’isolamento da due mesi ormai, è stata la prima esperienza che ci ha privati della libertà. Certo, non si possono mettere sullo stesso piano la dittatura di allora con l’emergenza sanitaria di oggi, ma le analogie non mancano.

Tutti abbiamo capito nel concreto il significato della parola libertà: l’abbiamo vissuto sulla nostra pelle cosa vuol dire esserne privati.
È una frase fatta, ma è maledettamente vera: non capisci l’importanza di una cosa fin quando non ti viene a mancare.
E la ricorrenza del 25 Aprile, vissuta in questa maniera anomala, ce l’ha fatto capire.

Con l’andare degli anni, con il venir meno dei protagonisti della Resistenza, la festa del 25 Aprile, purtroppo direi, ha perso il suo significato più vero.
Negli anni passati quello che si guardava era com’era collocata questa festa sul calendario, per sfruttare al meglio il “ponte del 25 aprile”.
Alle cerimonie, oltre ai sindaci, ai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma e alla banda, non c’era la ressa nei nostri paesi. Ai cortei nelle città partecipavano i più “politicizzati”.

La percezione che ho avuto, è che quest'anno questa nostra festa nazionale sia stata maggiormente sentita, non tanto per la partecipazione ai pur numerosi e interessanti “eventi virtuali”, ma proprio per aver colpito nel segno riguardo al tema della libertà.

Mi ha fatto particolarmente impressione sentir cantare “Bella Ciao” dai pompieri inglesi per esprimere vicinanza al nostro Paese, così come sapere che questa canzone è stata usata come inno di libertà dalla gente in strada per protesta a Beirut e dalle combattenti Curde impegnate contro l’Isis: la canzone “del Partigiano morto per la libertà”.

Negli ultimi anni c’era chi sottolineava come questa festa fosse “divisiva”; quest’anno, vissuta in questo contesto, è stata resa più unificante, come del resto dovrebbe essere.

Ma non vediamo l’ora di tornare a guardare sul calendario in che giorno cade il 25 aprile l’anno prossimo. Ah, peccato, sarà in domenica!



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