Altri due addii

La comunità di Condino, già messa a dura prova dal coronavirus, perde per la stessa emergenza altri due suoi concittadini. Nella sola giornata di ieri se ne sono andati all'Ospedale di Mezzolombardo Silvino Gambaini, di 83 anni, e al “Tre Novembre” di Tione è stata la volta del sacrestano Ferruccio Tarolli, alla soglia dei 70 anni.

“I decessi qui a Condino oramai non si contano più”, avverte il popolare golden boy Beppe Leotti, che di Silvino era non solo vicino di casa, ma anche amico, per aver militato nella Condinese quando l'onnipresente “Veleno” era presidente dello stesso sodalizio.

Nel 1955 Gambaini, con Giuseppe Butterini e il cugino Silvano Poletti, tutti in forza alla squadra canarina, che all'epoca giocava all'Isoi poi divenuta Isola degli Azzurri, erano stati sottoposti ad un provino al comunale di Bologna quando i petroniani erano allenati da Gipo Viani, poi passato al Milan.

“Accanto a Gino Pivatelli, Ezio Pascutti e al bolzanino Bruno Capra era quasi impossibile toccare palla” era solito ripetere Gambaini sopranominato “Veleno” perché caratterialmente e tecnicamente assomigliante all'interista Benito Lorenzi. Lo storico numero 10, che di professione faceva il meccanico per auto e moto (officine Cassinelli a Storo prima e Silvietto Armani a Pieve di Bono poi) , lascia due figli: Laura e Fausto.

Sempre nella giornata di ieri ci ha lasciato anche Ferruccio Tarolli, conosciuto anche perché sacrestano nelle chiese di San Rocco e di Santa Maria.

Il reverendo arciprete sul sagrestano aggiunge: “Salutiamo e consegniamo a Dio un amico che ha servito la sua chiesa con generosità e bontà. Puntuale nel suo servizio e sempre disponibile. Uomo generoso dal cuore buono capace anche di commuoversi. La comunità intera lo saluta rimpiangendo la sua compagnia!”.

Ferruccio, peraltro cugino del sindaco di Borgo Chiese Claudio Pucci, lascia la sorella Renata e mamma Clelia che vive alla Casa di riposo Rosa dei Venti e che solo ieri l'altro aveva compiuto 98 anni. La signora Clelia in giovane età era rimasta vedova di Beppino deceduto precipitando da una altura mentre con altri pompieri, coordinati dall'allora comandante Mario Garbaini, erano alle prese nel tentativo di domare un incendio divampato nella notte all'interno del calzificio Michele Buizza, originario di Travagliato nel bresciano e che all'epoca dava lavoro ad una quarantina di giovani donne, coordinate sotto l'aspetto amministrativo da Mario Guerra.

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