11 Febbraio 2020, 11.05
Salò
Lettere

Perché non fare di Salò un «Centro di Cultura per la Pace»?

di Redazione

È la proposta che lancia il prof. Paolo Canipari, che dice la sua anche sul Giorno della Memoria e la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini


Spettabile Direttore,

sono un cittadino salodiano, e come tale, un forte dispiacere mi colse la sera di lunedì 27 gennaio, “Giorno della Memoria”, quando mi accorsi che l’Amministrazione Comunale di Salò nulla fece per ricordarlo e nessuna iniziativa pubblica venne presa per “ricordare” quell’immane tragedia che colpì milioni di innocenti nella dolorosa vicenda che oscurò il Secolo scorso, con l’affermarsi del nazi-fascismo.

E pensare che tutte le Amministrazioni Comunali confinanti rispettano sempre questa data. Fui presente, e anche invitato, a Gardone Riviera, Gavardo, Vobarno... ma a Salò niente.

A Salò è ormai ultimo costume ricordare cittadini Salodiani e non, che hanno perso la vita “dalla parte sbagliata” ma, per carità, che ritengo personalmente anch’essi vittime del fascismo. Non ci si ricorda, però, dei quattro militari, che si rifiutarono di aderire alla RSI e giacciono ancora in sperduti cimiteri germanici e dei partigiani uccisi dalle milizie fasciste nei monti della Valle Sabbia e di tutte le altre vittime che sono scolpite sul Monumento sito nel Parco Ebranati.

Salò, inoltre, ha purtroppo anche un altro nome da annoverare: Vittorio Zambarda – ottava vittima della bomba fascista di Piazza Loggia. Vittorio, che era con me quella mattina a Brescia, per protestare contro quel clima di terrorismo fascista che anche a Salò imperversava e per protestare contro l’azione di Silvio Ferrari, saltato in aria pochi giorni prima con la bomba che trasportava. Quel Ferrari ch , guarda caso, era ospite di un Istituto privato e frequentava l’Istituto “Cesare Battisti”.

E proprio al “Battisti”, da insegnante – e oggi in pensione - ho portato scolaresche a Dachau, Auschwitz, Mauthausen e a Marzabotto… ecc. “per ricordare”. Ma anche per lanciare progetti di “Educare alla Pace” e ricordavo sempre “Piazza Loggia” e quel giovane Ferrari anch’esso vittima della sua ideologia.

E oggi... invece di “ricordare”… “si dimentica”. Anche perché si era lanciata, qualche anno fa, la proposta di fare diventare Salò , un Centro Studi dall’impegnativo titolo “Centro di Cultura per la Pace”, mettendosi in collaborazione con altre realtà con le quali si erano avuti contatti, tipo Marzabotto, Assisi, Campegine per “I Fratelli Cervi”, ecc.

Per arrivare al dunque: so che nel prossimo Consiglio Comunale dovrebbe essere discusso il punto sul mantenimento o la cancellazione della “cittadinanza onoraria” a Mussolini. Personalmente opterei di tutto cuore per la seconda soluzione. Ma, oggi, il “pericolo” non è mantenere in vita un “morto” o quelli che come lui hanno causato milioni di morti!

Certo, viste le pesanti dimenticanze… un “ravvedimento operoso” dovrebbe scuotere le personali coscienze di tutti i Consiglieri Comunali. Non per un “senso di colpa” ma almeno per saldare il conto con un tragico periodo che – ahimè - vede, storicamente non corretto, la città di Salò come patria del fascismo repubblichino.

Che bello sarebbe, e lo ripeto, avere Salò come “Centro di Cultura per la Pace” e ivi far giungere studenti da ogni dove, a confrontarsi e a progettare un futuro per una Europa (e non solo) piena di quei valori che sembravano pietre miliari dopo la tragedia del nazifascismo e che ispirarono la nostra bellissima Costituzione.

E poi: che senso avrebbe istituire un ventilato “Museo del o sul fascismo” quando abbiamo già vicini e consultabili la Fondazione Micheletti, La Casa della Memoria, il Centro studi SUL PERIODO STORICO della R.S.I.? A farne un altro asfittico e pieno di debiti come il MUSA?

Ancora una volta, anche nel rammarico, però la sera di lunedì 27 mi ha consentito, ancora una volta, di riflettere sulle indelebili parole di Primo Levi: “Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”.

Paolo Canipari



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