Un blasone per Bione

“Me ne sono accorto in occasione della mia prima uscita ufficiale nella sede della Comunit� montana, dopo essere stato eletto sindaco. Scorrevo con ammirazione gli stemmi dei 25 Comuni esposti uno dietro l’altro su una parete della sala dell’Assemblea quando con lo sguardo ho incontrato quello di Bione, l’unico rappresentato in bianco e nero. Ho provato un senso di tristezza e di delusione”.

Cos� racconta Giovanni Maria Marchi, diventato primo cittadino bionese al termine delle ultime Comunali.
Sua, in seguito a quella “scoperta”, l’idea di contattare l’Istituto Araldico Genealogico Italiano diretto dal prof. Pier Felice Uberti, che ha poi delegato perch� si prodigasse in uno studio approfondito l’esperto socio Giacomo Danesi, giornalista di origini calabresi.

Proprio in questi giorni, a studio concluso e con un bozzetto ben definito, la parola dalla Giunta � passata al Consiglio comunale, che ha il compito di ratificare il lavoro svolto e chiedere l’approvazione definitiva da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri che dovr� poi essere controfirmata dal Capo dello Stato.
Solo allora la nuova effigie potr� assumere la dignit� di stemma comunale ufficiale del Comune di Bione e potr� fare bella mostra di s� su tutti i documenti del Comune, sul gonfalone, sui gagliardetti e sulle le insegne stradali.

Il nuovo simbolo conserva gli elementi gi� presenti in quello, scarno ed essenziale, che il Comune ha posseduto fino ad oggi: una penna d’oca che si incrocia con una spada e una bilancia, a testimoniare l’illustre storia del paese e dei suoi abitanti tracciata dalla presenza di letterati, eccelsi guerrieri e da un profondo senso di giustizia.

“A questi sono stati aggiunto quegli elementi che, per legge, non possono mancare in un vero stemma comunale � ha scritto Danesi in un libercolo che ripercorre la storia del ritrovato blasone -. In particolare la corona che “timbra” lo scudo, formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili) con due cordonature a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine. Il tutto d’argento e murato di nero. A completare due rami posti in decusse sotto lo scudo, uno di quercia e uno d’alloro, entrambi onusti di frutti e legati da un nastro con i color nazionali”.

“Per la verit�, il dubbio che lo stemma comunale non fosse a norma, gli amministratori bionesi in passato l’avevano avuto � scrive lo stesso Danesi -. Era Roberto Piccioli, il sindaco precedente, a scrivere una lettera alla presidenza del Consiglio dei Ministri per avere informazioni in merito.
Era arrivata anche la risposta, con i consigli per la stesura del nuovo stemma e i relativi atti di legge per ottenerne il riconoscimento”.

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