Maxi multa a un negozio alimentare

Si sono conclusi ieri gli accertamenti e le verifiche che hanno portato, il 16 ottobre scorso, in via preliminare, alla chiusura di un negozio di alimentari a Prevalle, in via San Zenone.

Il Comandante della Polizia Locale e i suoi agenti sono intervenuti dopo aver raccolto alcune segnalazioni di presunte irregolarità per una normale verifica.

Appena entrati nel locale commerciale è subito balzato all’occhio che l’igiene non era delle migliori. Il controllo dei banchi frigo esposti ai clienti ha confermato la prima impressione, idem per quanto riguarda il retrobottega dove è presente la cella per la conservazione della carne. Non è andata meglio per il reparto ortofrutta: parte della merce risultava già oltre la corretta maturazione.

Non corrette neppure le etichette merceologiche che riportavano dati relativi ad altri alimenti. Non presenti i prezzi. Dal controllo delle strumentazioni si è riscontrato che una delle due bilance presenti nel locale aveva la revisione obbligatoria scaduta già nel 2014, stessa sorte, ma “solo” da agosto 2019 anche per il registratore di cassa.

La parte più interessante e controversa del controllo, però, ha riguardato il titolare o presunto tale perché la persona trovata all’interno del negozio, H.T., in prima battuta ha dichiarato di essere il dipendente dell’intestatario dell’autorizzazione, A.B., presente in copia, mostrata agli agenti ma, da una verifica e ricostruzione dei documenti, è oggi risultato che il precedente gestore a maggio aveva ceduto l’intera attività a H.T. presente al sopraluogo e quest’ultimo aveva omesso di comunicare il proprio subingresso al SUAP del Comune e quindi stava svolgendo l’attività in modo completamente abusivo, avendo volturato solo il contratto di affitto dei locali e non gli ulteriori documenti e autorizzazioni, tanto che il registratore di cassa batteva ancora gli scontrini fiscali con l’indicazione della partita iva del titolare precedente.

A causa di questo, oltre alle varie sanzioni, che ammonteranno a più di 7.000 €, per entrambi i soggetti di origine Pakistana scatterà la segnalazione alla GdF per una approfondita verifica fiscale delle rispettive posizioni.

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