La parola "burnout" ci è diventata familiare. Ormai. Collegato allo stress, sappiamo che si tratta di una risposta individuale alla pressione lavorativa che ti fa sentire come “bollito”
Gli insegnanti fanno 18 ore di lezione a settimana (più una di colloqui, più altre decine all'anno di riunioni e corsi vari) esattamente come i medici di base fanno 19 ore di ambulatorio: tutto il lavoro a monte e a valle non si vede.
...gli operai in fabbrica fanno come minimo 40 ore a settimana se non di piu' e magari anche la Domenica e o festivi...a volte con turni massacranti,con stipendi fermi da decenni,in condizioni non propriamente eccelse,con datori ''sfruttatori'' e che se solo si alza la testa,si e' inesorabilmente fuori,e con massimo 3 o 4 settimane di ferie all'anno,altro che quasi 3 mesi come certe categorie...e vogliamo parlare di burnout?...Ma daiii...
uno dei motivi del bornaut degli insegnanti è la scarsa considerazione che il popolo ignorante ha di loro. Se qualcuno si informasse bene saprebbe che 18 ore sono solo di insegnamento ma ce ne sono altrettante di altri impegni più la preparazione delle lezioni, la correzione ecc. I 3 mesi di vacanza iniziano dopo la maturità ( 10 luglio) e terminano al 24 - 25 di agosto ( sappiamo fare i conti?) Io non critico mai il lavoro degli altri. L'unica cos che ognuno faccia bene il lavoro per cui è pagato. Non mi confronto con altre categorie per dire che lavoro di più o di meno. Dico solo PROVATECI!!!!firmato un insegnante che LAVORA da 43 anni
Robixx e tc provare a collegare il cervello alla tastiera prima di scrivere e dare sfogo a pensieri che non contribuiscono ad una serena e costruttiva riflessione?Non è obbligatorio commentare un articolo che riassume dati e commenti frutto di ponderate ricerche in modo chiaro e assolutamente imparziale.Se vogliamo solo “fare battute” senza un minimo di criterio o aprire una vertenza sindacale su quale professione provochi maggior disagio, facciamolo altrove, magari solo a voce, così si può pensare di aver sentito in modo sbagliato e si risparmiano brutte figure!
ogni lavoro ha la sua, come ci sono insegnanti e "insegnanti"... c'è chi insegna con anima e corpo approfondendo giorno e notte la propria materia e chi invece la maggior parte delle sue 18 ore di lavoro le fa nei corridoi a chiaccherare e fumare per entrare poi in classe gli ultimi minuti di lezione e dire agli alunni cattedraticamente che la lezione odierna la troveranno da pagina X a pagina Y del sussidiario e magari questi sono gli stessi che alle vacanze estive e natalizie attaccano pure un mesetto o due di mutua per arrotondamento... Ma queste forse sono leggende metropolitane
il tuo commento e' proprio da il piu' 'sapientone ' di tutti...alla faccia della brutta figura...
mi permetto di farle notare che la parola 'burnout' si pronuncia si come lei l'ha scritto,ma non lo si scrive in altrettanta maniera...cordialmente un semplice ignorante che ha finito a malapena le medie...
So bene che molti operai sono sfruttati, come dice Tc, ma questo non significa ignorare i problemi di altre categorie; semmai sarebbe da chiedersi perché ci sono operai che fanno 3 settimane di ferie invece di 4 o 5 (dipende dall'anzianità) e rischiano il licenziamento se fanno valere i propri diritti: è colpa degli insegnanti?
della scuola sono i genitori. La gran parte dello stress di cui si parla nell'articolo e' dovuto al comportamento diseducativo di genitori che non capiscono quanto sia importante lavorare nella stessa direzione dei professori. Sminuire in presenza dei figli il ruolo che ricoprono rende molto piu' difficile l'insegnamento oltre a far sentire i nostri ragazzi in diritto di non studiare.
sono le mele marce presenti nel corpo docente che andrebbero licenziate seduta stante e senza appello. Ma questo non e' un problema generalizzato. Andrebbe affrontato in maniera puntuale e senza discorsi generalizzati.
Tc, tutta questa solerzia nel sottolineare gli errori altrui (vedi precisazione su burnout che potrebbe essere semplice sbaglio di battitura e che in ogni caso non inficia la comprensione del testo) o nel non comprendere il senso profondo di un commento, mi conferma che a volte chi scrive ha solo intenzione di innescare sterili polemiche.Buona giornata!Al Direttore un consiglio: visto che la categoria dei docenti è già sufficientemente bistrattata su molti fronti e che la maggioranza che lavora seriamente e con abnegazione è uniformata alla esigua minoranza che (come in tutte le altre professioni) non si mostra all’altezza, eviti articoli su questi lavoratori il cui impiego, evidentemente, da qualsiasi punto di vista lo si analizzi, fa emergere prevalentemente pulsioni negative. ;-)
quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito. Non ha commentato quello che ho scritto ma si è soffermato su un errore di battitura ( bornaut anzichè bornout). Questo è il massimo che riesce a fare?Per tutti gli altri commenti: ci saranno anche insegnanti "lazzaroni" ma è solo in questa categoria che ci sono? Non ci sono impiegati o operai lazzaroni? Come ho già detto ognuno svolga bene il lavoro per cui è pagato indipendentemente dal tempo che richiede. Essere un bravo insegnante richiede conoscenza, studio, impegno e sacrificio, nonchè tempo. se misuriamo solo l'impegno in ore abbiamo sbaglato strada. Senza gli insegnanti non ci sarebbero i bravi medici, ingegneri, geometri e altre categorie di professionisti. E' cos' inutile quindi il LAVORO degli insegnanti? Magari un aiuto dalle famiglie e dall'opinione pubblica aiuterebbe.
insegnate, lei ha evidentemente qualche problema con la tastiera perchè ha sbagliato ancora burnout.
...che qui non siamo su "feisbuc". Chi ha qualche cosa da dire rimanga in tema. Grazie
Direttore, che lei sappia l'articolo riguarda anche ai professori universitari? penso che le situazioni siano ben diverse
ho sbagliato nuovamente a scrivre burnout......... sarò uno di quelli insegnanti lazzaroni, da licenziare, che fanno 4 mesi di vacanza ecc.Non ho ricevuto un commento al contenuto del mio articolo ma solo che ho sbagliato a scrive una parola. Che TRISTEZZA e pemettetemi che povertà
Vorrei portare a sua conoscenza che i 43 anni di stipendio statale li hanno in gran parte pagati il popolo da lei definito ignorante che si rompe la schiena in fabbrica o nei cantieri ... Ps provi lei a fare un mese in fonderia , scelga pure la stagione
Il mio stipendio l'ha pagato lo stato come quello di tantissime altre categorie, sicuramente con soldi derivati da tasse (anche le mie) ed altri introiti. Questo non significa che io non me lo sia meritato. lavorare non significa solo rompersi l schiena, se così fosse solo una bassa percentuale della popolazione lavora. ha uno strano concetto del lavoro.
Egregio direttore, chiedo cortesemente che questa discussione venga chiusa, in quanto qualcuno sta trascendendo ed usando un linguaggio altamente offeensivo verso una categoria di lavoratori. mi sento profondamente offeso nel sentirmi dire che devo provare a spaccarmi la schiena come se io non lavorassi.Penso che se le discussioni vanno avanti rischiamo la querela. La ringrazio
Provi lei a entrare in una classe per un giorno. Le assicuro che non serve un mese. Io ho provato cosa vuol dire insegnare a dei ragazzi svogliati che non hanno nessuna voglia di studiare e imparare. Ho finito il mio contratto e sono scappato. Molto meglio fare altri lavori.La cosa peggiore e' questo atteggiamento verso chi insegna che tende a giustificare ragazzi senza voglia di imparare.
A tutti gli insegnanti che con passione lottano tutti i giorni con professoroni da whatsapp che hanno come unico obiettivo una promozione facile dei propri figli. Continuate sulla retta via, si sa mai che prima o poi si ritornera' a dare il giusto peso all'istruzione.
Il colmo che il maestrino chiede di chiudere la discussione a causa di commenti offensivi mentre il primo ad offendere è stato lui definendo ignorati gli altri ps se uno va in panico entrando in una classe vuol dire solo che non ha capacità autorita e per tenere all'ordine dei ragazzi ... E i risultati si vedono
E' mai entrato in un'aula come docente? Qualcuno ha mai detto di essere entrato in panico? Credo di aver fatto il mio lavoro egregiamente, ma e' stata veramente dura. Non mi permetterei mai di sminuire il lavoro di altri, non capisco perche' il lavoro di docente debba sempre essere sotto attacco. Le ripeto la domanda iniziale: ha mai provato ad insegnare ad una classe? Io si ed e' per questo che mi sento di ringraziare chi con dedizione e tanta sofferenza svolge questo lavoro.
Non voglio inserirmi nel dibattito che il mio articolo ha animato, desidero solo che la parola “burnout” è correttamente scritta. Deriva dall’inglese to burn che con “out” vuol dire bruciare fuori o incendiarsi.Si veda a questo proposito:http://www.treccani.it/enciclopedia/sindrome-da-burn-out_(Dizionario-di-Medicina)/
Link Treccanihttp://www.treccani.it/enciclopedia/sindrome-da-burn-out_(Dizionario-di-Medicina)/
Alcune precisazioni: il termine maestrino se lo tenga per lei. Io sono un insegnante di scuola superiore plurilaureato e questo mi è costato fatica e soldi.Ho definito popolo ignorante quella categoria di persone che IGNORA determinate cose come il nostro lavoro. Se lei non è in grado di capire i termini si astenga da dibattiti che sono al di sopra delle sue possibilità.PS Continui a spaccarsi la schiena in ferriera o in fonderia o dove dice lei, probabilmente è l'unica cosa che sa fare.Io sono orgoglioso del mio lavoro
Cosa hai contro chi si sporca le mani onestamente?Certo Voi questo problema non l’avete Aver studiato non denota intelligenza, anzi
Non ce l'ho con si sporca le mani, anch'io ho lavorato in fabbrica per due anni prima di intraprendere la carriera di insegnante. Come già detto rispetto il lavoro di tutti e gradirei venisse rispettato anche il mio che faccio come dice lei onestamente anche senza sporcarmi e mani. ce l'ho invece con gli ignoranti (cioè quelli che ignorano) e parlano a vanvera. Non capisco poi questo accanimento verso gli insegnanti. Solo perchè non "si spaccano la schiena" o "non si sporcano le mani" non significa che non lavorino. Anche gli impiegati di banca non si sporcano!!
Lo stress a scuola “Che stress la scuola!”; “Non ce la faccio più. Mi sento sempre sotto pressione e spesso mi vien da piangere e da gridare”. Sono frasi che ho sentito di frequente dagli adolescenti che incontro, e non sempre si tratta di esagerazioni
Una scuola rinnovata come laboratorio per la crescita La scuola sta per concludersi dopo un anno infinito di stop and go, di presenza e distanza
Se Babbo Natale non fa più sorprese Viviamo, di questi tempi, più il Natale dello stress, delle cose da fare e dei regali da comprare, che quello dei riti.
L'estate della ripresa e i progetti per il benessere familiare Dopo il lungo tempo dell’allarme, sembra arrivare un po’ di leggerezza. Ci prepariamo ad una nuova estate che speriamo serva a noi e ai figli per recuperare benessere psicologico e ridurre gli effetti dello stress
Quando si parla di indifferenza, come è accaduto a proposito di recenti fatti di bullismo tra i ragazzi, si mette l’accento sulla distanza affettiva ed emozionale che è carenza empatica e spesso scarsa o nulla partecipazione al destino degli altri
Ho già detto dell’indifferenza parlando di adolescenti. Ma la parola “indifferenza” non appartiene solo alla condizione giovanile, è un modo di essere di tutti
La Pasqua ha mille valenze religiose e laiche, che in questo momento di grandi incertezze ci servono. Quelle squisitamente psicologiche rimandano alle parole “fede” e “fiducia”
I violenti fatti verificatisi alla fermata dell’autobus a Tormini richiedono una profonda riflessione. Una ce la offre il prof. Giuseppe Maiolo
Le radici di questo comportamento stanno nell’incapacità relazionale e nella difficoltà di quei maschi che non riescono a gestire un rapporto affettivo
Il selfie sembra diventato una “mania”, intesa non come disturbo mentale ma come comportamento comune, di tendenza
Nel terzo millennio il sesso, non più tabù, sembra essere esperienza carica di ansia da prestazione e non per mancanza di educazione sessuale
L’ultimo Report di Save the Children “Le ragazze stanno bene?” diffuso proprio nel giorno di San Valentino, ci invita a riflettere sulle relazioni amorose dei giovani e sul come vivono la sessualità al tempo dei social
La giornata mondiale per la sicurezza in Rete è un’occasione di riflessione per la diffusione della cultura della cyber sicurezza, della consapevolezza e sull’uso sicuro del digitale
La memoria è l’esistenza stessa e da sempre sappiamo che non è solamente il ricordare qualcosa. Senza la memoria non c’è storia, non esiste il tempo, tantomeno lo sviluppo e il cambiamento
Giuseppe (Pino) Maiolo, Psicologo, psicoterapeuta e piscoanalista. É docente di Psicologia delle età della vita all’Università degli Studi di Trento e specialista in clinica dell’adolescente. Editorialista di diverse testate tra cui Il Giornale di Brescia e Alto Adige, collabora con Psicologia e Scuola, Giornale italiano di psicologia dell’educazione e pedagogia sperimentale. È formatore e autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di divulgazione. |
ID81894 - 15/09/2019 16:52:24 - (robixxx) -
Fanno 18 ore a settimana e sono pure stressati poverini.