11 Febbraio 2019, 06.37
Racconti del lunedì

A rider in the Smoke Valley - Un cavaliere in Val di Fumo

di Ezio Gamberini

Fatto bollire il riso che servirà per il minestrone di stasera, la nostra pausa pranzo volge al termine, quando Grazia sale a cambiarsi per tornare al lavoro...


Bussano alla porta, apro… è Barbara D’Urso! “Ciao – mi dice – posso fare qualcosa per te?”…

Come no! – rispondo alla prosperosa e procace presentatrice televisiva – Potresti mettere il riso in frigorifero per favore?”, e non so con quale forza d’animo resisto a farle altre richieste, come ad esempio lavare quel cesto pieno d’indumenti che giace in lavanderia e poi stirarli pazientemente. No, dai, le mancherei sicuramente di rispetto!

Mi sorride e fa il suo ingresso in cucina ancheggiando sinuosa (mamma mia, ma quante curve!), afferra la “basgiulina” che contiene il riso, la appoggia su un ripiano del frigorifero, poi si gira, saluta e se ne va.

Grazia è pronta per tornare al lavoro, scende dal piano superiore e mi chiede:
“Ma hai messo via tu il riso in frigo?”.
“Nooooooooooo, pensa che, quando eri su in camera, è stata qui una, un po’ più vecchia di te – al che risponde ‘Ah beh, allora…’ – che ha bussato alla porta; ho aperto, è entrata, l’ha messo via lei e poi se n’è andata…”.

Eh, succede di tutto, in pausa pranzo. Qualche giorno fa ero convinto di aver perso il cellulare:

“Non trovo più il mio telefonino!”, dico a Grazia preoccupato, ma poi ci ripenso: no, non è possibile che l’abbia dimenticato in ufficio o che l’abbia smarrito da qualche altra parte, perché sono sicuro di averlo utilizzato dopo pranzo.

Sulla credenza, dove di solito appoggio il cellulare quando torniamo a casa dal lavoro, curiosamente c’è una scatola di biscotti, che però dovrebbe trovarsi nell’armadietto pensile in alto a sinistra.

Mi viene un sospetto atroce: non vorrei farlo, ma sono costretto dalla necessità, consapevole di aver mangiato un biscotto alla fine del pranzo, e di aver armeggiato con la scatola mentre avevo in mano il cellulare, perciò mi decido ad aprire ‘sto armadietto e affrontare la dura realtà.
Eccolo, il mio telefonino, appoggiato al posto della scatola di biscotti. Ma come ho fatto? Boh!

Grazia mi tirerà in giro per l’intero pomeriggio, e anche buona parte della serata, fin dopo il telegiornale, mentre io, infastidito dalla quantità industriale di interruzioni pubblicitarie, ripenso a quanto erano belli gli intermezzi offerti dal Carosello; tra i più gustosi, l’indimenticabile “Gringo”, la spassosa favola western del pistolero col poncho che combatte il cattivo Black Jack per salvare la bella Dolly, con una geniale miscellanea tra animazione e fotografia, accompagnata da un sottofondo musicale accattivante, e l’immancabile finale allegro, che consisteva del degustare tutti insieme la carne in scatola Montana. Ve lo ricordate?

“Gri-ingo…Gringooo… Gri-ingo… Gringoooooooo!”, con un crescendo imponente e maestoso, quasi solenne.

Ed ecco, come per magia, il pistolero assume le mie sembianze, ma è un pistolero convinto di aver perso il telefonino, e invece l’aveva soltanto appoggiato nel posto sbagliato, allora il coro che lo accompagna inizia a cantare:
“Ri-inco…Rincooo… Ri-inco… Rincoooooooooooooooooooooooooooooo!”.
E poi, tutti a nanna.

Nella foto:
A rider in the Smoke Valley – Un cavaliere in Val di Fumo, cioè io, ritratto nel 1990 dove nasce il fiume Chiese, durante la settimana trascorsa con gli amici della Cooperativa Ai Rucc e Dintorni, in sella a Gilda, la mitica Gilda, la cavalla di razza avelignese più buona della storia equina, e ai suoi piedi Nuvola, moglie di Faro, pastore bergamasco dall’intelligenza mostruosa: con un fischio andava a riprendere le mucche sparse ai piedi dell’Adamello e le riportava in stalla per la mungitura.

Ogni volta che guardo questa foto, ringrazio il cielo per avermi permesso di vivere un’avventura così entusiasmante, in un luogo incantevole che purtroppo non potrò mai più visitare, essendo a duemila metri di altitudine, altezze ormai da dieci anni precluse al mio cuore.
Ma basta il ricordo!

Per chi vuole approfondire, rilegga “La Gilda”, pubblicato su Vallesabbianews il 5 marzo 2012.



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