28 Gennaio 2019, 08.07
L'angolo di don Claudio

Sotto la neve... pane

di don Claudio Vezzoli

Quella invernale è la stagione del freddo, del buio e del riposo della natura. Eppure la stagione invernale è anche quella del seme nascosto nella profondità della terra

 
Il tema della stagione invernale, del freddo, gelo e  della neve, sono presenti nel mondo biblico e ci aiutano a vedere la creazione non solo dal lato scientifico ma con l’occhio contemplativo.
Ci sono molti riferimenti nella bibbia legati alla stagionalità, mi limito a citarne alcuni.

Vorrei partire dal salmo 147 dove si parla di Gerusalemme riedificata dopo l’esilio.
Oltre a benedire materialmente gli abitanti della città santa la Parola di Dio non solo è luce per le persone ma anche creatrice.
Da questa Parola viene il freddo, scende la neve, la grandine e la brina, ma segue però il caldo, lo scioglimento delle nevi, fa scorrere le acque dai nevai.

In pratica il salmo ci viene a dire che la natura non è lasciata a sé stessa, ma è guidata da Dio a favore dell’uomo, come leggiamo anche nel libro degli Atti degli Apostoli 14,17: ” .. ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori".

E’ un tema che certamente va approfondito, mi limito a citare l’Apocalisse:
“All'angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi: Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca".
Parole forti e impegnative!

Una chiesa tiepida è una contro indicazione alla fede e al vivere da cristiani.
 
Ci sono molti cristiani tiepidi in quanto c’è stato un raffreddamento dell’amore di Dio, c’è stato un trascurare la vita cristiana nei doveri e nella vita spirituale, si diventa accidiosi si è perso il fervore e l’entusiasmo della vita cristiana.

Occorre reagire al freddo che abbiamo creato in noi ed attorno a noi col riprendere in mano seriamente una vita tale da dirsi a tutti gli effetti “vita cristiana”.
Anche il vangelo parla di operai dell’ultima ora, cerca di riprendere in mano il tempo che ti è stato donato! E’ l’ammonimento dell’angelo alla chiesa di Loadicea.

Negli stessi vangeli
possiamo trovare spunti per un buon camino spirituale legato al ciclo delle stagioni, lo stesso Gesù prende a prestito alcune immagini nelle sue parabole che esprimono la natura ed i frutti della terra ai tempi della sua predicazione.

Le parole delle stagioni: gelo, freddo, caldo ecc. passano dall’aspetto fisico a quello spirituale per farci assaporare il gusto del nostro rapporto con Dio e ci stimolano a guadare la vita, il mondo e la storia con occhi diversi.

Può essere lo spunto per ognuno di noi per cercare nella bibbia i vari riferimenti invernali o stagionali che sono disseminati e farne oggetto di riflessione per capire il mondo biblico, il suo linguaggio e per  evidenziare come la bibbia sia molto legata alla agricoltura e alle stagioni della natura viste non lo sguardo asettico, ma con gli occhi di chi sa vedere oltre la fisicità delle cose.

E così siamo ritornati all’inizio dell’articolo: lo sguardo contemplativo è il guardare a lungo con stupore ed ammirazione la vita, il mondo e la storia  visti da Dio, poiché guardando il cielo si capisce di più la terra.
E’ una luce interiore frutto della presenza dello Spirito Santo che si dà solo nella fede in quanto non è frutto solo del nostro impegno ma viene da Dio.

Forse nella nostra società abbiamo bisogno proprio di questo: una capacità di conoscenza nella fede, dove le ragioni dell’intelligenza non vengono eliminate ma oltrepassate.
La persona si avvicina a Dio usando la ragione e la fede.

Mi piace concludere con s. Anselmo d’Aosta il quale seppe unire queste due realtà, ragione e fede, già  novecento anni fa.
Ebbe questa intuizione dicendo: ”Che io Ti cerchi desiderandoti, che io Ti desideri cercandoti, che io Ti trovi amandoti, che io Ti ami trovandoti”.

Sono passato dal parlare della stagione invernale alla vetta della vita cristiana che per un credente è la contemplazione.
Forse ho volato troppo in alto?

Don Claudio



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