07 Gennaio 2019, 19.00
Bione Valsabbia
Filosoficherie

Un cappuccio anti-avversità

di Pseudosofos

Spesso i nomi nascondono storie antiche. Quella che segue è una di queste storie, emergenti dall’appellativo assegnato ad un’osteria di Bione Pieve


Passatempo. La maggior parte delle persone pensa si tratti di un hobby, un’occupazione da tempo libero.
Diversamente dal duro e noioso lavoro, ogni passatempo è fatto per esprimere una passione in maniera creativa, senza voler ottener nulla se non il proprio e l’altrui benessere.

Il trovar un po’ di gioia dentro il noioso quotidiano è lo scopo di ogni passatempo.
E se un po’ di gioia e di gratuità si trova ancora nel pensar al senso della vita, anche la filosofia è una specie di passatempo: la più libera e gratuita delle attività razionali, come direbbe Aristotele.

Eppure, passatempo è anche, più semplicemente, ogni piccolo momento di svago della giornata.
Per chi va a scuola è la ricreazione; in ogni ufficio la pausa caffè o “pàia” (con buona pace di chi ancora immagina alla salute solo come questione di tutela medica dei polmoni); in officina le due parole con chi è a fianco in catena di montaggio…
Ogni semplice distrazione della giornata, lì a dirci che nemmeno il lavoro è poi tutto nella vita, siamo soliti chiamarla passatempo.

Anche ad alcuni oggetti associamo la parola passatempo.

Gli anti-stress, per esempio. Pur non essendo oggetti, gli animali addomesticati sono sovente vissuti come passatempi, soprattutto se aiutano, con la loro presenza, a sanare qualche ferita ricevuta dalla vita. E’ probabile che il Creatore abbia inventato questi animali per insegnare agli uomini, gli ultimi arrivati nell’universo, la compassione.
Un cane che ci lecca, o un gatto che ci fa le fusa non hanno secondi fini. Quando sono sazi, si occupano di noi gratuitamente: migliori fra i migliori amici, ci addomesticano nell’uso della pietà e della misericordia.

Davvero preoccupante, invece, diventa il momento in cui una persona è trattata come un passatempo. Perché, oltre all’ignoranza che le è congenita e alla stupidità di cui è capace, ogni persona è un bene in sé stesso, come insegna Immanuel Kant.
Di conseguenza, nessun umano va mai trattato come diversivo per assecondare i propri egoistici desideri: né per guadagnar denaro, né per ottener piacere sotto le lenzuola, né per procurarsi il potere, che corrompe ogni anima.

Per questo il nome “Passatempo” si addice bene ad un’osteria
. In questa specie di ludoteca degli adulti le persone si incontrano per passar del tempo in compagnia e, stando insieme, comprendono di essere animali sociali e politici.
Quanti discorsi sul bene pubblico si fanno all’osteria più che in piazza! Le piazze sono pubbliche ma ormai deserte. All’osteria si possono ancora sentire racconti autentici, quelli veri, conditi con qualche sana volgarità di rito e non più rintracciabili nelle piazze, nemmeno quelle virtuali, di cui wikipedia è l’incontestata regina.

Uno di questi racconti
fu udito una sera all’osteria il Passatempo.
Durante un’allegra pizzata in compagnia, una specie di filosofo raccontò ai suoi amici lì riuniti il modo in cui veniva usata la parola passatempo.
Ad un certo punto, riferì loro che questo vocabolo ha origini antiche. Fu inventato dai monaci medievali per indicare il nome del cappuccio attaccato ai loro mantelli.
Quell’aggiunta di sartoria serviva per riparar il capo dal vento, dalla pioggia e dalle intemperie atmosferiche.
Le fu dato il nome di “passavento”.

Col tempo anche le parole cambiano in quest’universo ch’eppur si muove. Fu rinominato “passatempo”.
Oggi nemmeno si usan più i mantelli e gli unici cappucci che si vedono sono attaccati alle felpe. Ciò nonostante è certo che un buon “cappuccio” al Passatempo, così come in ogni altro bar della nostra bella valle, sarà ancora servito a chiunque cerchi riparo dalle intemperie della vita fra le mura di un’osteria.



Commenti:
ID79057 - 08/01/2019 12:11:14 - (Dru) -

Un umano che viene trattato come passatempo risulta tale per chi contempla che un umano lo possa essere. "Personalmente" mai mi verrebbe in mente di scrivere ciò che hai scritto Pseudofosos, poiché per me è impossibile che lo possa essere...

ID79058 - 08/01/2019 12:14:51 - (Dru) - ma ti faccio riflettere su queste parole

Se la devastazione dell'uomo, compiuta da altri uomini nella storia del mondo, è "accaduta", se è riuscita", se la volontà annientante "ha ottenuto" ciò che essa voleva, le leggi violate possedevano una santità e una imviolabilità apparenti, erano una volontà che si è rivelata semplice aspirazione, utopia, velleità, speranza.Se i limiti che tali leggi presentano come inoltrepassabili potevano essere oltrepassati, la volontà che li ha oltrepassati non era dunque violenza.Non è violenza oltrepassare l'oltrepassabile.OL Emanuele Severino

ID79059 - 08/01/2019 12:16:33 - (Dru) - .. e queste.

Se il sogno della verità è finito, allora la parola "verità" non può significare altro che capacità di dominio, potenza, e la parola "errore" impotenza.La "verità" di una teoria è decisa dallo scontro pratico con l'avversario.Legge

ID79060 - 08/01/2019 12:17:17 - (Dru) - .. e Caso di Emanuele Severino

..

ID79061 - 08/01/2019 12:23:47 - (Pseudosofos) - Buon anno Dru

Ciao Dru. Voglio augurarti buon anno e vorrei scusarmi con te per la mia precedente intemperanza. Sappi che lo scopo della filosoficheria non era teorizzare intorno alla verità. Più semplicemente volevo scrivere parole leggere che portassero a riflettere chi le legge senza troppa serietà. Comunque, al di là del concetto che ne si dà, ciò che ultimamente mi sta interessando non è la definizione di verità, ma gli usi che di questa parola si fanno nelle conversazioni. Sto leggendo M. Foucault e mi sta aprendo universi di significato. Prossimamente scriverò ancora... ma sempre con leggerezza. Spero che i sogni intorno alla verità non si trasformino in incubi.

ID79062 - 08/01/2019 12:31:06 - (Dru) - Buon anno

le intemperanze sono proprie del carattere personale, sono portato ad averne per sempre perché non le ritengo vere.. sinceramente l'attacco alla mia persona di solito mi interessa per il fuoco che accende, ma è un fuoco sull'acqua: invece ti esorto ad ascoltare la filosofia che si mostra solo quando il falso viene negato: questa la verità. E guarda che non è così impossibile da testimoniare, come contrariamente si pensa...

ID79063 - 08/01/2019 12:32:27 - (Dru) - .. ad esempio

Pensa che esista qualcosa che non pensi: impossibile.o incontrovertibile.

ID79065 - 08/01/2019 12:46:27 - (Pseudosofos) - Il circolo quadrato

Come posso scrivere di un oggetto che non posso pensare? Se ne scrivo accade qualcosa. E siccome secondo te tutto ciò che accade è incontraddittorio, scrivere “circolo quadrato” non dovrebbe essere possibile. Io credo che posso scrivere di qualcosa che non posso LOGICAMENTE pensare (il circolo quadrato), perché accade che nella realtà esistano menti che si contraddicono, non perché tutta la realtà sia necessaria, ovvero incontraddittoria come mi pare tu affermi.

ID79066 - 08/01/2019 13:01:18 - (Dru) -

tu puoi scrivere circolo quadrato perché lo scrivere e il dire è forma diacronica, ma non lo puoi pensare perché il pensiero è forma sincronica dell'essere. E' dunque vero che vi è un prima e un poi in successione nel linguaggio, ma nella logica dell'essere non vi è un prima senza un poi e viceversa.

ID79067 - 08/01/2019 13:02:35 - (Dru) -

la realtà è nella mente, come le menti che affermi essere in contraddizione, certo che non dobbiamo confondere La mente, con le menti...

ID79068 - 08/01/2019 13:04:16 - (Dru) -

il mentale si forma formalmente, cioè contraddittoriamente, ma che così si formi, non significa che il suo contenuto lo sia..

ID79071 - 08/01/2019 19:40:32 - (Leretico) - Quando sono sazi...

Gli animali ci danno molte lezioni in tema di amicizia. Hai però giustamente premesso un "quando sono sazi". Ossia quando non sono sotto l'influsso di un bisogno. Anche agli uomini capita di essere sotto l'influsso di un bisogno, e in tale condizione non sono in grado di essere amici dell'altro, non riescono ad esserlo di nessuno. L'amicizia quindi comincia là dove smette il bisogno e si apre la vera attenzione all'altro. I bisogni dell'uomo sono innumerevoli, tanto quelli consci quanto quelli inconsci. Difficile dunque è l'amicizia tra uomini, perché difficile è liberarsi dai bisogni consci, quasi impossibile da quelli inconsci. Pensa, Pseudosofos, che il senso comune è convinto che gli amici siano utili, quando invece essi devono essere "inutili" per avere valore. Non faccio qualcosa per un amico perché me ne venga un utile, ma perché l'utile sia e rimanga dell'amico. Ecco, sono convinto che i cani siano più capaci di

ID79072 - 08/01/2019 19:54:22 - (Leretico) - e la filosofia?

la filosofia dovrebbe dunque aiutare a capire, proprio per la sua essenza, quanto sia inutile ciò che il senso comune ritiene utile, e di converso quanto sia "utile" (con una connotazione ben diversa si badi) ciò che esso, il senso comune, ritiene inutile. Per esempio: la dimensione umana, quella che chiamiamo espressamente "umanità", dovrebbe essere considerata inutile e così facendo non sarebbe oggetto di transazione, quindi mezzo, ma fine. Per raggiungere questo risultato si dovrebbe cominciare dalla filosofia. Ossia bisognerebbe smettere di pensarla come strumento di dominio, come linguaggio, ma intenderla invece come atmosfera di "apertura", attitudine alla verità e alla ricerca del fondamento. Da ciò deriverebbe poi l'inutile "utilità" dell'umanità, come quella dell'arte, della bellezza e dell'amicizia.

ID79075 - 09/01/2019 05:27:54 - (Dru) - Faccio un esempio

Un “amico” mi aveva confermato la sua fiducia nel mio operato e su questo storico avevamo preso un impegno dove il mio storico avrebbe fatto da stella polare. Su questo assunto egli si è impegnato personamente, ma il calcolo personale deve avergli fatto cambiare idea. Avrei preferito al mio fianco un cane. Dovete sapere che l’amicizia vale meno di un calcolo per quasi tutti purtroppo. Non per me, ma io “purtroppo” sono un uomo.

ID79076 - 09/01/2019 05:59:52 - (Dru) - Penso personalmente..

..che l’unico vero legame possibile sia quello genitoriale, quello sembra duri per sempre, altrimenti oggi tutte le relazioni si basano sul calcolo e non sull’amicizia. Non posso parlare del passato, il passato è misterioso non storico, la storia è poco più di una barzelletta che noi vogliamo esser vera.. la fiducia è una fede e dunque sempre smentibile, la relazione figliale è l’unica vera amicizia senza che si può instaurare senza fede... e con la madre non con il padre, perché la madre è vera mentre il padre è solo certo.

ID79077 - 09/01/2019 09:26:37 - (Dru) - a proposito

il creatore non esiste per necessità

ID79078 - 09/01/2019 09:31:31 - (Dru) - se esitesse il creatore

noi saremmo nulla, ma noi non siamo nulla, dunque il creatore non esiste.

ID79111 - 10/01/2019 09:11:06 - (Pseudosofos) - Esistono pensieri non personali?

La domanda titolo di questo commento è per Dru. A Leretico, cui aguro buon anno, dico che ha colto lo spirito con cui ho scritto dell’amicizia. Infatti, quando l’attività del “filosofare” è esercitata come passatempo, cioè con gratuità, non è frutto di un bisogno utilitaristico, ma di un bisogno esistenziale profondo: l’apertura alla comunione nella verità. L’amicizia filosofica, che si chiama dialogo, è il contesto di espressione di questo bisogno. Al contrario, quando il filosofare diventa pretesto per affermare verità non amichevoli e non gratuite, essa è sorretta dal bisogno di potere e di dominio, la cui utilità è affermare se stessi “contro”, in opposizione agli altri. Qui non ci può essere amicizia, perché la filosofia si trasforma in un agone... e manda in agonia chi così la esercita.

ID79112 - 10/01/2019 09:15:46 - (Pseudosofos) - Essenza ed esistenza di Dru

Un’altra domanda a Dru. Tu affermi che tutto eternamente è, come ti ha insegnato il tuo maestro. La domanda è: come fai ad esistere tu? Non tu come essente, ma tu come esistente. Che Dio non esista, in quanto Lui solo è eternamente essente, è un’ovvietà per me. Il problema non è se Dio esista, ma come mai tu pensi di esistere.

ID79116 - 10/01/2019 10:37:05 - (Dru) - caro Pseudofosos

l'essenza è l'esistenza.

ID79118 - 10/01/2019 10:43:37 - (Dru) -

la tua domanda è sbagliata, in quanto presuppone che l'esistenza non sia essenza o sostanza. quando affermi che l'essente esiste, presupponi che un essente possa anche non esistere, ecco questo potere è inesistente, poiché presuppone la libertà, di essente dal proprio esser sé, altra inesistenza.

ID79119 - 10/01/2019 10:44:38 - (Dru) - la domanda vera è

come faccio a non esistere?

ID79120 - 10/01/2019 10:45:23 - (Dru) -

se mi mostri come, giuro che mi converto

ID79121 - 10/01/2019 10:45:51 - (Dru) -

:-) con simpatia

ID79122 - 10/01/2019 10:47:26 - (Dru) - altra domanda vera

esistono pensieri personali?

ID79123 - 10/01/2019 10:48:09 - (Dru) - la risposta della verità

impossibile.

ID79124 - 10/01/2019 10:49:01 - (Dru) - se me lo mostri

io non mi converto più, giacché già convertito.

ID79134 - 10/01/2019 11:32:12 - (Dru) - L’amicizia filosofica, che si chiama dialogo, è il contesto di espressione di questo bisogno. Al contrario, quando il filosofare diventa pretesto per affermare verità non amichevoli e non gratuite, essa è sorretta dal bisogno di

"non è frutto di un bisogno utilitaristico, ma di un bisogno esistenziale profondo". Ecco ti rispondo Pseudofosos: solo se il bisogno profondo esistenziale è come lo imposti nella domanda tu "come mai tu pensi di esistere" allora si affaccia la forma utilitaristica dell'esistenziale, solo se l'esistenziale è messo in discussione dall'essenziale allora si crede di poter distinguere l'utilitaristico dal passatempo e dal dialogo... in Verità ti dico che una volta che questa esistenza non la metti in questione, allora non avrai più bisogno di questo profondo interrogativo, che in Verità è nulla.

ID79135 - 10/01/2019 11:35:06 - (Dru) - Il dialogo

non è il contesto espressivo del bisogno di alcunché se si sanno queste cose delle cose tutte. E le questioni personali dunque scivolano in secondo piano, e le dignità e i rispetti sono barzellette, ecc... Perché le si assume come necessarie e non possibili di alcuna violazione.

ID79136 - 10/01/2019 11:36:39 - (Dru) - Ma da poeti

queste che sono le vere comprensioni, sono incomprensibili.

ID79141 - 10/01/2019 17:37:49 - (Pseudosofos) - La fede di cui Dru è certo

La tua fede certa, caro Dru, emerge bene da ciò che hai detto ultimamente: l'essenza determinata tu credi sia identica all'essenza determinata. Siccome a me non importa di convertirti, ma mi interessa conversare con te, ti dico che la tua fede filosofica non è l'unica. Io credo, invece, che l'essenza determinata sia ciò che una cosa è; il suo atto d'essere, la sua esistenza, sia il fatto che sia tenuta in essere così come determinatamente si presenta. L'unico Essere la cui Essenza è identica all'Esistenza è il Creatore... in cui tu non credi. Ma continua pure a diffidare del suo esserci. Lungi da me, povero poeta che appaio ai tuoi occhi, obbligarti a credere in ciò a cui presto credito io. Di una cosa sono contento: finalmente appaio davvero stolto per qualcuno. Per te sono davvero ciò che qui sono: pseudo-sofos.

ID79142 - 10/01/2019 17:44:53 - (Dru) - la mia tesi Pseudosofos

non è un atto di fede, dato che l'atto di fede si fonda ultimamente sull'incertezza e l'incertezza si fonda sull'impossibilità di affermare incontrovertibilmente ciò che si affermi da sé e non per altro. Quando ti mostro perché l'esistenza non può essere precaria a differenza dell'essenza creduta tale, e questa presunta possibilità deriva da un errore interpretativo dell'atto fenomenologico, cioè dal credere che dato lo scomparire dell'esistente si presume che questo scomparire sia un andar nel nulla, poi tu non puoi ribattere che siamo sullo stesso piano di fede.

ID79143 - 10/01/2019 17:45:44 - (Dru) - Se il creatore è l'unico

noi che ci stiamo a fa??

ID79144 - 10/01/2019 17:48:29 - (Dru) -

ad adularlo mi dirai, ma a che pro?

ID79145 - 10/01/2019 17:48:48 - (Dru) -

se è lui a creare noi siamo nulla.

ID79146 - 10/01/2019 17:50:25 - (Dru) - se creo qualcosa

significa che prima di crearlo quel qualcosa era nulla, no?

ID79147 - 10/01/2019 17:50:52 - (Dru) -

Se Dio Ha creato il mondo, prima di crearlo il mondo era nulla no?

ID79148 - 10/01/2019 17:51:44 - (Dru) -

io, tu eri, sei e sarai nulla...

ID79149 - 10/01/2019 17:52:02 - (Dru) -

bel creatore, questo DIo...

ID79151 - 10/01/2019 18:12:52 - (Pseudosofos) - Tu sei certo che la fede si fondi sull'incertezza

Per forza sei certo di questo: ritieni di non aver fede alcuna. Invece, io so che ogni atto di fede si fonda sulla certezza che qualcosa sia come crediamo. Perciò, quando rifletto, mi piace comprendere in che cosa credono (cioè di cosa sono incrollabilmente certe) le persone. Per esempio: a me pare evidente il tuo fervore di devozione verso la necessità e l'incontrovertibilità dell'essere di ogni cosa. Ma non capisco proprio perché sia necessario avere questa fede. Forse, penso, il tuo maestro è per te una specie di divinità, in cui credi ciecamente, che ti ha rivelato ciò che a te appare verità e che a me, invece, appare solo come una legittima ed interessante credenza metafisica. Invece, tu non sopporti proprio che uno abbia fede nel Creatore. Come mai tutto questo astio?

ID79153 - 10/01/2019 19:59:34 - (Dru) - Perché non è vero...

Alcun astio per la fede, sono anche io un uomo di fede, solo che io conosco anche la ragione, sembra dalle tue parole che tu no.

ID79154 - 10/01/2019 20:00:17 - (Dru) -

Scusa ma secondo te la certezza cosa è?

ID79157 - 10/01/2019 20:07:37 - (Dru) - Si fa per ragionare

Se tu sei certo di qualcosa è identico a qualcosa è?

ID79158 - 10/01/2019 20:08:40 - (Dru) - O piu razionalmente

Se sei certo di qualcosa, questo è esser incerto?

ID79159 - 10/01/2019 20:09:26 - (Dru) - L’ontologia Pseudofosos

Ti dà la vera potenza, va studiata però.

ID79160 - 10/01/2019 20:11:27 - (Dru) - Quando scrivo post a raffica, come qui

Lo faccio per aiutare il mio interlocutore a concentrarsi, pezzo per pezzo...

ID79165 - 10/01/2019 20:30:44 - (Dru) - Io adoro le persono

Che mi fanno ragionare, purtroppo non ne trovo...

ID79171 - 11/01/2019 06:46:49 - (Pseudosofos) - Il desiderio di Dru

Insomma tu vuoi istruirmi. Sai cosa mi hanno insegnato 14 anni di insegnamento con adolescenti: non posso imporre l’istruzione. Non posso presupporre che mi ascoltino. Non ho potere sulle loro menti finché non mi venga da loro concesso. Si chiama “libertà”. L’opposto della necessità. E anche se tu desideri che io cominci a usar la ragione che tu intendi, continuerò solo a conversare. Se non altro, qualcuno che crederà a ciò che dici lo troveremo prima o poi. Buona giornata.

ID79172 - 11/01/2019 07:29:15 - (Dru) - No

Io voglio istruirmi

ID79173 - 11/01/2019 10:29:56 - (Pseudosofos) - Come puoi affermare di voler imparare qualcosa?

Hai comunicato più volte qui ed altrove di sapere già "Tutto" di qualsiasi cosa. Oppure anche su questo punto mi sbaglio? Inoltre se il mutamento per te non esiste, ma è solo apparenza, come puoi pensare di voler istruirti, visto che l'istruzione implica un divenire in ciò che si conosce? Mah, più conversiamo più in realtà aumento lo scetticismo radicale verso ciò che scrivi e che in filosofia considero fondamentale come metodo. Scetticismo verso ogni sistema di pensiero puramente razionale che pensa di detenere l'assoluta verità su "Tutto". Piuttosto, mi piace pensare che la Verità sia libera dalle catene razionali che le si voglia imporre attraverso il linguaggio presuntuosamente filosofico.

ID79174 - 11/01/2019 11:03:27 - (Pseudosofos) - Un pensiero lava (e non leva) l'altro

Ovviamente, ti ringrazio di prendere in considerazione ciò che scrivo, anche se ti sembra solo poetico, perché mi permetti di esporre come la penso. Del resto, credo che tu possa meglio comprendere quegli aspetti del tuo sistema di pensiero che non sono condivisibili immediatamente da tutti, anche se per te sono pacifici. In questo, forse, ci diamo una mano a vicenda.

ID79187 - 12/01/2019 18:27:41 - (Dru) - Pseudosofos

In quanto uomo io non posso non esserlo, dunque voglio, perché l’uomo è volontà...

ID79188 - 12/01/2019 18:30:52 - (Dru) - In quanto contenuto della mia coscienza

Voglio essere qualcosa, o potenza.

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