29 Novembre 2018, 10.27
Salò Garda
Iniziative

Uno sguardo sulla violenza di genere

di Jessica Freddi

Lo scorso 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il club Soroptimist Salò Alto Garda Bresciano ha organizzato una serata molto particolare 


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Il 25 novembre, come ogni anno, è stata la giornata dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne.
 
In molti si sono uniti al grido di chi ha partecipato alle varie manifestazioni, organizzate in tutta Italia, per dare tutto l’eco possibile a questo dramma che, secondo l’Istat, colpisce ancora una donna su tre.
 
A Salò, il club Soroptimist Salò Alto Garda Bresciano ha dedicato una serata, presso la Sala dei Provveditori in Comune, unendo varie voci: oltre a quella delle donne appartenenti all’associazione, alcuni ragazzi del Liceo “E. Fermi” hanno interpretato i testi di Gianpaolo Trevisi, raccolti nel libro di racconti “L’amore che non c’è”.
 
Racconti che affrontano la tematica dell’esperienza di genere, narrando esperienze tragiche, e spesso addirittura fatali, provenienti dagli occhi di un “protagonista” - l’autore - decisamente non convenzionale.
 
Trevisi, in qualità di funzionario di polizia, oggi direttore della Scuola di Polizia di Peschiera del Garda, ha purtroppo avuto modo di vedere da vicino le storie di violenza: le protagoniste, come siamo abituati a sentire dalla cronaca, sono sempre mogli, compagne, fidanzate, amanti, figlie, vittime di un “amore che non è”, capaci, però, di sopravvivere e riemergere.
 
Un fenomeno ancora sottostimato?
Così potrebbe sembrare dal fatto che sono ancora le associazioni a doversi muovere prima dei governi: i fondi destinati alla prevenzione e ai centri antiviolenza sono ancora molto al di sotto di ciò che dovrebbero essere per affrontare un fenomeno che non sembra avere fine.
 
In Italia non esiste un osservatorio sulla violenza di genere, e le poche politiche attuate per arginare gli episodi di violenza sono prese sull’onda di emergenze momentanee, rivelandosi quindi poco efficaci.
 
Secondo gli operatori che si dedicano quotidianamente ad aiutare le vittime della violenza di genere, bisogna scardinare l’idea che la violenza sulle donne sia un fatto sporadico, che diventa notizia solo quando ormai è troppo tardi.
 
Uno dei problemi legati a questi atti di inaudita violenza, che spesso sfociano in omicidi, è il fatto che questi episodi siano ancora visti come “raptus” di gelosia, momenti di follia istantanea.
 
Non è così: l’analisi della violenza di genere dovrebbe partire da molto più lontano, dagli stereotipi di genere, radicati nella nostra cultura, che andrebbero estirpati già a scuola, con progetti culturali che educhino alla sessualità e all’affettività.
 
Proprio per questo è decisamente positivo il coinvolgimento di menti giovani che, grazie alla serata con Soroptimist, hanno trovato una nuova consapevolezza, che la violenza non è amore.
 



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