Alternativa al delinquere?

Dove sia saltato nessuno lo sa. L’ha notato però una donna, mentre già si cullava nelle acque del Chiese che stava attraversando Vobarno, più turbolento del solito. E’ stata lei ad avvisare i carabinieri della locale stazione.
Quelli, prima di chiedere ma perchè e ma per come, sono schizzati dalla caserma cercando di calcolare la corrente, il trascorrere del tempo e le bizze della via d’acqua che conoscono bene almeno quanto quelle d’asfalto.

Non c’è modo di chiamare il custode, bisogna fare presto: l’auto con la sirena si arresta a due passi dal reticolato che delimita l’area di pertinenza della centrale Asm di Pompegnino, in tre scavalcano, corrono verso il canale individuano di lontano la sciarpa gialla.
Null’altro sopra il pelo dell’acqua, sotto l’uomo.
Presto, presto. E’ il maresciallo Marini che dà l’ordine e che si proietta avanti, gli altri due si avvinghiano in una catena umana fra la balaustra e il cemento armato, scarpe lucide, pezzi di muschio si staccano.

Ora o mai più: quel povero cristo sta per annegare, ancora qualche metro e finirebbe a testa in giù nella griglia della centrale. Col braccio nelle acque limacciose e scure la mano del maresciallo l’abbranca nella corrente in quel punto impetuosa, l’avvicina al bordo, lo tirano su, lo sdraiano all’asciutto.
Il resto lo fanno i volontari dell’Anc di Vobarno e il medico arrivato di corsa da Gavardo: lo strappano dall’ipotermia, gli svuotano i polmoni, l’uomo è salvo.

Il mal di vivere colpisce solo i figli dell’opulenza? Quelli incapaci a sopportare le minime difficoltà?
Chi l’ha detto oggi dovrebbe venire a Vobarno: questo è un immigrato di 42 anni, regolare ma senza lavoro, con una famiglia in India che si abbranca alla sua capacità di vivere in Italia.
Che debba essere il Chiese l’alternativa al delinquere?

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