«Borghi e Burattini», l'opinione di Minini

A proposito della rassegna sul teatro di figura ideata dalla Comunità montana di Valle Sabbia in collaborazione con la Provincia di Brescia e sette Comuni valsabbini, riportiamo un contributo dell'Assessore Riccardo Minini.

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Anche i burattini, come la tradizione popolare, hanno l’anima.
E’ l’anima della nostra gente, del nostro passato costruito sulla narrazione orale delle vicende, della storia e delle leggende, di amori e allegria. Quel percorso nella suggestione e nell’antica vocazione derivata dai cantastorie che ora ritroviamo nello spettacolo, itinerante come vuole la tradizione migliore, ideato dalla Fondazione Benedetto Ravasio di Bergamo, diretto a toccare i comuni di Agnosine, Barghe, Bione, Lavenone, Pertica Bassa, Preseglie, Vestone.

L’appuntamento, organizzato dall’Assessorato Identità Culturali locali della Comunità Montana di Valle Sabbia e che saluto con particolare soddisfazione, punta a valorizzazione e riscoperta delle tradizioni.
Non a caso “Borghi e burattini in Valle Sabbia”, che debutta quest’anno in aprile, è particolarmente ricco di contenuti.
L’iniziativa, rivolta ai bambini, non mancherà, ne sono certo, di coinvolgere adulti e più anziani, che potranno riscoprire con piacere il passato, quel modo spontaneo e vero di “vivere” lo spettacolo che li aveva affascinati da piccoli. E’ l’occasione per muoversi sul territorio, arricchito da questa ulteriore proposta culturale.

Di notevole spessore il lavoro della Fondazione, nata per proseguire il progetto artistico dello scomparso Benedetto Ravasio, grande interprete della tradizione popolare bergamasca, attore, scultore, pittore, musicista, autentico innovatore, ad esempio, della figura di “Gioppino”, adeguata a tempi e pubblico moderno.
“Borghi e Burattini” oggi infatti ospita compagnie di alto livello, professionisti capaci di ripercorrere il passato, proponendo maschere appartenenti alla cultura popolare della Lombardia, penso alla rivisitazione di “Gioppino” o alla commedia dell’Arte, come Arlecchino, Brighella, Pantalone e Colombina.
Insomma, storie che ci appartengono e ci riportano a una dimensione carica di suggestioni.

Poco importa se ci sono i fili da sopra, a reggere le sorti delle storie narrate o le mani, a muovere le gesta degli eroi di grandi e piccini. Importa invece che la voce narrante e lo spirito dell’uomo, che ci lega al passato, anche attraverso queste manifestazioni di spettacolo e cultura, divenga il punto di riferimento dei passaggi epocali.
I burattini, e ben vengano, come festa di popolo, di grandi e piccini, capaci di suscitare sempre nuove emozioni, accrescere le conoscenze, riscoprire sul territorio quel filo sottile e forte che ci lega alla memoria storica della narrazione.


Riccardo Minini
Assessore al Turismo e Cultura
Provincia di Brescia

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