23 Agosto 2018, 12.00
Vino

Vendemmia, esportazioni da record

di red.

Con l’inizio della vendemmia l’Italia festeggia un traguardo storico nell’export. Lo fa sapere la Coldiretti a seguito dell’analisi dei dati Istat del primo quadrimestre 2018 


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Con l’inizio della vendemmia l’Italia festeggia il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy, che fanno registrare un aumento del 5,9% rispetto allo scorso anno, quando avevano raggiunto su base annuale di circa 6 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. 
 
E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al primo quadrimestre 2018 presentata in occasione del distacco del primo grappolo di uva nell’azienda agricola Faccoli in via Cava a Coccaglio, nella provincia di Brescia, in Franciacorta, che come da tradizione inaugura l’inizio della raccolta lungo la Penisola con la vendemmia delle uve Pinot e Chardonnay per la produzione di spumanti, le prime ad essere raccolte.
 
Dalla vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 10,6 miliardi di fatturato dalla vendita del vino, realizzato più all’estero che in Italia, che offre opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone tra quelle impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale e quelle presenti in attività connesse e di servizio. Il tutto sostenuto da una struttura produttiva – spiega Coldiretti – che conta 310 mila aziende agricole e quasi 46 mila aziende vinificatrici su una superficie a vite di 652 mila ettari.
 
Le esportazioni di vino italiano nel mondo – sottolinea la Coldiretti - hanno un effetto traino di immagine per l’intero Made in Italy. Le vendite nel primo quadrimestre dell’anno hanno avuto un incremento in valore del 4,7% negli Usa che sono di gran lunga il principale cliente anche se preoccupano le nuove politiche protezionistiche del Presidente Usa Donald Trump. L’aumento è stato – continua la Coldiretti – del 4,9% in Germania, al secondo posto, mentre si registra un brusco calo del 5% nel Regno Unito che, nonostante gli effetti della Brexit, resta sul podio dei principali clienti.
 
A preoccupare per il futuro – sottolinea la Coldiretti - sono i rischi connessi agli accordi internazionali siglati, o in via di definizione, dall’Unione Europea, dal Ceta con il Canada fino al Mercosur con i paesi sudamericani, dove sono centinaia le Doc italiane che potrebbero rimanere senza tutele. 
 
In Canada ad esempio – precisa la Coldiretti – non trovano al momento tutele importanti vini quali l’Amarone, il Recioto e il Ripasso della Valpolicella, il Friularo di Bagnoli, il Cannellino di Frascati, il Fiori d’arancio dei Colli Euganei, il Buttafuco e il Sangue di Giuda dell’Oltrepo’ Pavese, la Falanghina del Sannio, il Gutturnio e l’Ortrugo dei Colli Piacentini, la Tintillia del Molise, il Grechetto di Todi, il Vin Santo di Carmignano, le Doc Venezia, Roma, Valtenesi, Terredeiforti, Valdarno di Sopra, Terre di Cosenza, Tullum, Spoleto, Tavoliere delle Puglie, Terre d’Otranto.
 
Mentre l’accordo con il Giappone – continua la Coldiretti – prevede la protezione da parte del Paese del Sol Levante di appena 25 denominazioni italiane, dall’Asti al Brunello di Montalcino, dal Franciacorta al Soave, dal Marsala al Lambrusco di Sorbara fino al Vino Nobile di Montepulciano, solo per citarne alcuni. Non va meglio per la trattativa in corso con i paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Mercosur), con una forte vocazione vitivinicola. Il negoziato – rileva la Coldiretti – appare molto complesso anche per la presenza in Brasile di diversi produttori di Prosecco, specialmente nella zona del Rio Grande, che rivendicano il diritto di continuare a fare questo vino italiano anche perché la varietà vitis vinifera “prosecco tondo” risulta iscritta nella banca dati brasiliana del germoplasma sin dal 1981.
 
E tutto questo – spiega la Coldiretti – mentre nel mondo proliferano falsi di ogni tipo con il Prosecco che guida la classifica dei vini più taroccati con le imitazioni diffuse in tutti i continenti dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata le vendita anche del Whitesecco e del Crisecco. Senza dimenticare – conclude la Coldiretti – le vendite su Internet anche dei kit per il vino liofilizzato “Fai da te” con false etichette dei migliori vini Made in Italy che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano.
 
 
 



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