Sfumature di rosa

Dopo il successo, durante lo scorso fine settimana, della Fiera del Vino di Polpenazze, giunta ormai alla 69esima edizione, si aprono oggi le porte di Italia in Rosa, dedicata solo ai vini rosati, che arriveranno da tutta Italia per una degustazione a Moniga del Garda.

Dalle 17 di oggi fino alle 23 di domenica 3 giugno, si svolgerà, presso il castello della cittadina gardesana, l’undicesima edizione della più importante vetrina italiana per i vini rosé, tra cui anche il nostro chiaretto.

Saranno quest’anno circa 160 le cantine, che con più di 200 etichette di vini rosati in degustazione, presenteranno i loro prodotti, sia con assaggi offerti al pubblico dalle cantine presenti, sia tramite degustazioni guidate da vari sommelier.
I chiaretti del Garda, rappresentati dal Consorzio Valtenesi, per la sponda bresciana, e dal Consorzio di tutela del Chiaretto Bardolino, per la riviera veneta, saranno in maggioranza.

Insieme ai Consorzi di Castel del Monte, del Salice Salentino e dell’Abruzzo, i rappresentanti del Garda hanno firmato un “patto a cinque”, denominato proprio “Patto d’Intenti per la valorizzazione del vino rosato autoctono italiano”, nell’ottica di promuovere in maniera unitaria i vini rosati  del nostro Paese provenienti da uve autoctone.

La masterclass in programma sabato pomeriggio a Puegnago, proprio nella sede del Consorzio Valtenesi, dal titolo “Dal Lago di Garda la prima risposta italiana al mondo dei vini rosé”, racchiude pienamente il senso di questa manifestazione, che vede protagoniste quasi tutte le regioni italiane, e, come sempre, la Provenza, come ospite internazionale.

L’idea di superare eventuali campanilismi e di presentarsi insieme si dovrebbe rivelare l’idea vincente soprattutto per il chiaretto gardesano, per affrontare su un unico fronte il mercato internazionale dei vini rosati, anche nella speranza di superare l’immagine del chiaretto come “vino di una notte”, bevibile solo nella stagione estiva, e far sì che diventi un prodotto da degustare tutto l’anno.

Questa unione non deve far dimenticare che il chiaretto rimane un vino vario, nonostante si produca in territori vicini: il terreno, le uve e la filosofia di ogni cantina rimarranno baluardo di una diversità che conta, e che deve rimanere, nei colori e nei sapori.

La differenza del nostro territorio rimane sicuramente un pregio, e il carattere specifico, le sfumature di ogni chiaretto che potremo vedere a Moniga da oggi ne sono la dimostrazione.