13 Febbraio 2018, 11.30
Gavardo
Fabula Mundi

Migranti e migrazioni

di Enneci

L’ultimo appuntamento a Gavardo della rassegna “Fabula mundi” ha trattato il tema delle migrazioni, delle cause, delle soluzioni fin qui adottate e delle prospettive future


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Si è svolto giovedì scorso
a Gavardo nell’auditorium della Chiesa di Santa Maria, l’ultimo appuntamento della rassegna “Fabula mundi”, organizzato dalle Acli bresciane sul tema “le Migrazioni”, con  Valerio Corradi (docente di sociologia del territorio e ricercatore del CIRMiB presso l’Università Cattolica di Brescia) e Carlo Muzzi (giornalista del Giornale di Brescia) in veste di relatori.

La ricerca di condizioni di vita migliori è sempre stata una delle principali motivazioni che ha spinto l’essere umano a muoversi. Molte famiglie italiane hanno parenti, alla lontana ormai, sparsi per il mondo. Basti pensare che nella seconda metà del 1800 oltre 18 milioni di italiani sono partiti senza più fare ritorno in patria. Il fenomeno si è poi ripetuto anche nel periodo pre fascista e dopo la seconda guerra mondiale. Tuttavia neppure il terzo millennio è esente da migrazioni basti pensare ai giovani in fuga, molti di loro contrassegnati da alta scolarizzazione, verso nazioni in cui gettare le basi per il loro futuro.

Il tema della migrazione va visto anche in chiave di pase che accoglie. L’Italia infatti è approdo di centinaia di migliaia di migranti provenienti dall’Africa centrale e dai paesi che si affacciano sul mediterraneo.

La gestione di queste ondate migratori è tutti i giorni sulle prime pagine dei giornali fino a farla diventare tema centrale dei programmi di Governo dei partiti in vista delle prossime elezioni politiche.

La creazione e stabilizzazione di Stati in Africa è in continua evoluzione. Il continente è afflitto da numerose guerre civili che portano instabilità e condizioni di vita difficili. A causa delle condizioni sopra descritte è facile intuire che per molti la risposta sia partire.

Partire verso dove? I principali poli attrattivi sono il Sud Africa, nazione in forte sviluppo economico, e l’Europa.

L’Italia in primis è sempre stata al centro del fenomeno migratorio a causa della sua posizione che si protende verso il mediterraneo facendone il primo e più facile approdo per chi parte da Paesi del Nord Africa.

L’Unione Europea dal canto suo ha cercato di gestire queste ondate attraverso operazioni di controllo dei barconi che solcano il Mediterraneo. Tuttavia molte nazioni hanno sottoscritto accordi bilaterali, come ad esempio l’Italia con la Libia, dopo la chiusura della rotta balcanica.

Al problema della gestione dei flussi si aggiunge il problema della sicurezza dato che le rotte migratorie via terra in africa e quelle via mare sono in gran parte gestite da formazioni di tipo jihadista. La soluzione prospettata è quella di inviare in Niger contingenti militari, soprattutto francesi ma sono previsti anche 400 italiani, per il controllo della zona di Agadir e la creazione di un centro di identificazione sul posto.

Lo scontro sul piano politico è forte in Italia quanto in Europa. Le Cancellerie dei vari Paesi non trovano la quadra sul tema delle quote di ospitalità a causa dei veti di alcune nazioni dell’est. Gli Accordi di Dublino, che dispongono che la gestione del migrante sia in capo al Paese su cui sbarcano, sembrano un punto fermo per molti Governi non disposti a trattare per calcoli politici interni.

A tutto questo va aggiunto che la quota di migranti non potrà colmare il deficit legato alla bassa natalità italiana. Ogni anno infatti il Paese perde 300 mila unità di forza lavoro ed è più che logico pensare che non ci sarà il tanto ricercato aumento del PIL senza lavoratori che producano e stabilizzino il sistema del welfare sociale nei prossimi decenni.

 In Italia oggi sono presenti circa 6 milioni di stranieri residenti di cui circa 600 mila irregolari a fronte di una presenza nel 1961 di sole 60mila unità in tutta la penisola. Il numero è ancora più impressionante se si pensa che negli ultimi 20 anni la popolazione straniera è raddoppiata ed è oggi il 8,3% del totale. Questa percentuale quasi si raddoppierà nel 2030 secondo una previsione ISTAT.

Infine la provincia di Brescia si attesta al 7° posto in Italia per la presenza di stranieri con 188mila unità di cui circa il 90% regolari.



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