06 Febbraio 2018, 16.00
Prevalle
Scuola

Il mondo che vorrei

di John Comini

“Troppo spesso leggiamo notizie riguardanti genitori che si scagliano contro la scuola, di studenti che insultano e mancano di rispetto agli insegnanti, di insegnanti che non fanno come si deve il loro dovere… ” scrive la maestra Antonella Baccoli della Scuola Primaria di Prevalle


Ho ricevuto una mail dalla maestra Antonella Baccoli della Scuola Primaria di Prevalle. Oltre ai saluti, ai baci e agli abbracci mi ha chiesto il favore di pubblicare un breve articolo su Vallesabbianews. Ha scritto: “Io ti allego quello che scriverei io... tu vedi... da giornalista... cosa non va... cosa modificare!”. Ma siccome non sono un giornalista, e siccome quello che ha scritto è bellissimo, ho chiesto al Direttore Ubaldo Vallini di pubblicarlo integralmente. Eccolo…
 
Costruiamo la pace!
 
Troppo spesso leggiamo notizie riguardanti genitori che si scagliano contro la scuola, di studenti che insultano e mancano di rispetto agli insegnanti, di insegnanti che non fanno come si deve il loro dovere.
 
Troppo spesso ci dimentichiamo di segnalare quando invece la scuola mostra tutto il suo impegno quotidiano e quando la famiglia mostra gratitudine e collaborazione agli insegnanti.
 
Questo nell’Istituto Comprensivo di Prevalle succede spesso e l’Associazione Genitori ne è da sempre testimonianza!
Anche nella quotidianità, i genitori sono spesso pronti a dedicare il loro tempo, a mettere a disposizione le loro abilità, per interventi in classe a fianco degli insegnanti e dei bambini.
 
Alcuni genitori sono chiamati in classe per truccare i bambini ad Halloween, altri a leggere storie… La signora Seena, mamma dell’alunna Giorgia della 2^ A, nel mese di gennaio ha messo a disposizione il proprio talento artistico per realizzare un progetto d’arte, promosso dall’USP, dal titolo “Costruiamo la pace”. La mamma ha coinvolto alunni e insegnanti in momenti di meditazione, di gioco, di espressione delle proprie emozioni, per realizzare un vero “capolavoro” artistico, utilizzando varie tecniche pittoriche.
 
Se ai bambini si voleva dare un messaggio chiaro, di come la pace parta proprio da tutti noi, beh… questa volta non possiamo negare che l’obiettivo sia stato centrato e scuola e famiglia siano state un vero esempio per tutti i giovani studenti!

Maestra Antonella

 
Complimenti maestre, complimenti mamma Seena e complimenti bambini! Mi è venuta in mente una bella poesia, dal titolo “Ho dipinto la pace”.
 
“Avevo una scatola di colori
brillanti, decisi e vivi.
Avevo una scatola di colori
alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso per il sangue dei feriti
non avevo il nero per il pianto degli orfani
non avevo il bianco per il volto dei morti
non avevo il giallo per le sabbie ardenti.
Ma avevo l’arancio per la gioia della vita
e il verde per i germogli e i nidi
e il celeste per i chiari cieli splendenti
e il rosa per il sogno e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace”.
 
Bella, vero? E allora aggiungo alcuni temi di bambini, tratti dal libro di Romano Battaglia “Lettere dal domani”. Siete pronti a commuovervi?
 
“Maria Dolores è la mia unica amica ma lei è muta e malata alle gambe e non può camminare e io la porto a spasso sulla carrozzella e così andiamo insieme per le strade del mio paese che è fatto tutto di pietre. La mia amica è molto bella nel viso e i suoi occhi sono azzurri e tutta la gente si ferma a guardarli perché sorridono sempre. Quando io guardo negli occhi di Maria Dolores mi sembra di camminare nel cielo”. (una bambina di dieci anni, Sagunto, Spagna)
 
“Stasera si è svolta la festa della luna ma la luna non c’era e allora i pescatori non hanno cantato la canzone della primavera e così siamo ritornati tutti tristi alle nostre case e qualcuno ha pianto perché la luna porta fortuna e noi non l’abbiamo vista spuntare nel mare. Io mi sono messo al collo una collana di conchiglie e ho invocato il Dio del mare e sono rimasto ad aspettare sotto la palma del mio giardino fino a notte tarda. Quando tutto era silenzio e la gente si era addormentata io ho visto spuntare una luna e allora sono corso a svegliare la gente ma nessuno ci ha creduto e la luna è tramontata”. (un bambino di dieci anni di Tahiti, Polinesia)
 
“Non lo so dove andrà questa mia letterina attaccata al pallone perché non lo so dove la porterà il vento. Spero che la porti lontano perché così sapranno che esistiamo anche noi in fondo al mondo. Io ho solo visto gabbiani e mare e mi hanno detto che il mondo è più grande del mare. Ho paura che Dio ci abbia dimenticati perché siamo troppo lontani. Chi trova questa mia letterina avvisi Dio che ci siamo anche noi in fondo al mondo”. (una bambina di nove anni di Usuhaia, Terra del Fuoco, Argentina)
 
“Il mio nonno ha le ruote perché le sue gambe sono a stecca e sulla testa porta sempre un cappellino nero perché ha freddo e non parla mai perché è triste. Al mattino la mia nonna porta il mio nonno al sole nel giardino e il mio nonno resta lì a guardare i fiori ma non può più curarli e allora fa finta di leggere il giornale. Quando c’è il vento il mio nonno è felice e si fa portare con la carrozzella in mezzo ai fiori e poi si mette a piangere così le sue lacrime volano sui fiori e così li annaffia e i fiori sono tutti contenti e il mio nonno sorride”. (un bambino di sette anni, Mosca)
 
“Caro Dio vieni subito qui perché ci sono troppi bambini che muoiono. Indossa una tuta e portati un elmetto e un fucile così ti accompagnerò al fronte. Quando arrivi tu sono sicuro che la guerra finirà. Io ti aspetto all’aeroporto. Quando scendi dall’aereo fammi un cenno con la mano perché io non ti conosco”. (un bambino di sette anni, Asia)
 
“La gente del mio paese non sorride più neanche la domenica quando ha le scarpe nuove nei piedi. Di notte le civette sui tetti non cantano più e gli alberi sulla piazza della chiesa sono stati tagliati e la gente non va più in chiesa a pregare perché non ha più tempo. Nel ruscello non ci sono più i pesci e nei prati non ci sono più farfalle poi il mio cane è morto e il mio babbo mi picchia. A volte penso: Ma non saremo già morti?”. (un bambino di nove anni, Norvegia)
 
“Nella mia casa ci sono due stanze, due lettini, una piccola finestra e un gatto bianco. Nella mia casa mangiamo solo la sera quando il mio babbo torna a casa con il sacchetto pieno di pane e di pesce secco. Nella mia casa siamo tutti poveri ma il mio babbo ha gli occhi celesti, la mia mamma ha gli occhi celesti, io ho gli occhi celesti e anche il gatto ha gli occhi celesti. Quando siamo tutti seduti a tavola nella nostra casa sembra che ci sia il cielo”. (una bambina di otto anni del Costarica)
 
Speriamo che i bambini salvino questo povero mondo, perché se dipendesse da noi grandi… Buona Pace a tutti, 
 
Maestro John 


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