29 Gennaio 2018, 10.10
Opinioni

Memori(e)

di Luca Rota

Oggi più che mai è importantissimo sensibilizzare le nuove generazioni alla Memoria, quella con la M maiuscola. Essa va esercitata, rafforzata, approfondita, e non dovrà mai essere approssimativa o banale


La Memoria ha un compito ben preciso: quello di ricordare, per non permettere che il male fatto dall’uomo si ripeta. 
 
Bisognerebbe raccontare sempre, e non soltanto in data 27 gennaio, agli uomini ed alle donne di domani, come e perché dei folli criminali uccisero milioni di persone. Bisognerebbe “trasportarli” in quei luoghi ed in quei tempi, dove brame di grandezza assurde, avallate dal consenso popolare, permisero tutto ciò. 
 
Solo allora sarebbe loro veramente chiaro il nefando significato di parole quali nazismo, fascismo, stalinismo, supremazia della razza, deportazione, genocidio. Già la colonizzazione ne meriterebbe tanta di Memoria.  
 
Ai ragazzi si dovrebbe insegnare che la Memoria non va mai dimenticata, e che Essa vale anche per i popoli che abitavano quel Nuovo Mondo scoperto da Colombo, e che nel giro di qualche secolo non ebbero più diritto né alla loro terra, né alle loro vite.

Oppure per gli armeni trucidati dai turchi ottomani nella prima decade del secolo scorso, o per le centinaia di migliaia di tutsi uccisi a colpi di machete in Ruanda, due decenni or sono. Per i morti di Srebrenica negli anni Novanta, o per quelli in Cambogia negli anni Settanta. Per la Palestina o per chi oggi vive deportato sulle coste libiche. Per tutti quelli che ingiustamente hanno subito o subiscono l’odio e la prepotenza di altri esseri umani. Non bisogna dimenticare nessuno. 
 
Perché c’è anche chi soffre di “Memoria corta”, stabilendo che vi siano genocidi di maggiore o minore importanza. Se tali, essi vanno condannati tutti indistintamente, affinché non si ripetano mai più. Perché i genocidi, e le ingiustizie non hanno colore, ma sono tutti sporchi di sangue innocente, stracolmi di odio e disumanità. 
 
Ecco cosa bisognerebbe raccontare e far tenere a mente ai nostri ragazzi. Nessuno è mai così in alto, da potersi arrogare il diritto di decidere chi debba vivere e chi no. Nessuno mai. Perché la Memoria serve proprio a questo, e non ad aggiornare gli stati sui social o a partecipare ai soliti convegni, dove fare foto in bella posa, e sentirsi portatori di sani e giusti principi. Quelle sono cose secondarie, forse futili, e magari ci sta pure farle.

Solo però se si ha veramente Memoria. 
 


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