13 Settembre 2017, 10.48
Blog - Come se dis

I curiosi nomi degli abitanti valsabbini

di Tatiana Mora

Ecco una plausibile spiegazione, dettata dalla tradizione popolare, delli nomignoli affibbiati agli abitanti dei paesi valsabbini


Possiamo tentare di fare qualche supposizione per cercare di dare una giustificazione a questi nomi, anche se non è cosa semplice in quanto la tradizione orale non sempre è facile da decifrare.
 
A proposito degli abitanti di Agnosine, erano detti müssignì che, in italiano, è possibile tradurre con suscettibili (per essere educati), facilmente irritabili; probabilmente possiamo collegare questo nomignolo al carattere un poco indisponente di coloro che vivevano ad Agnosine.
Ad Anfo c'erano i p é t a s ì cioè i pettegoli; a Bagolino,prendevano (e prendono) il nome derivato da quello del paese stesso (bagôs); a Barghe, i paesani vengono chiamati cása cávre (caccia capre)probabilmente perché si dice che la grande e soleggiata parete
rocciosa che protegge il paese fosse un buon punto dove costruire ripari per pecore e capre. Il nomignolo attributo agli abitanti di Bione (söchèi  ovvero zucche) ha, alle spalle, una storia molto più complessa: si dice che due amici avessero addocchiato una bella pianta di fichi per cui, quando il padrone dormiva, di notte, decisero di andarli a rubare; «aBione c'era l'usanza di far crescere le zucche lungo il tronco degli alberi; i due, saliti sulla pianta, sazi, si dissero: Come sono sazio, ne ho mangiati tanti. E l'altro, in risposta: Io, invece, sto ancora mangiando il primo; allora il compagno gli si avvicinò replicando: Semo, te set dre a mangià öna söca [Scemo, stai mangiando una zucca]».
 
Capovalle è la patria degli avocàcc (avvocati), forse perché erano capaci di essere convincenti e talvolta anche litigiosi; a Casto, gli abitanti venivano soprannominati sénghèn (zingari) in virtù di un'antica leggenda: si racconta, infatti, che «un giorno arrivò a Casto una carovana di zingari che rubarono una gallina da un pollaio e la misero in una padella a lessare. Mentre le zingare facevano il giro del paese per raccogliere l'elemosina, i castesi si ripresero la gallina e al suo posto misero un piccolo ceppo di legno. Tornate verso l'ora di pranzo, le zingare provarono la cottura della gallina con una forchetta, ma quel cibo risultava sempre duro ad ogni loro prova. Dopo un lungo lasso di tempo gli zingari si accorsero dell'inganno e voltatisi verso il paese gridarono ai castesi: Brutti zingari di Casto! O, secondo le varie versioni: Siete peggio degli zingari!. Da allora i castesi furono soprannominati i senghèn de Cast ».

A Idro c'erano i barcarói (barcaroli) dato che, essendo un paese in riva al lago, molti possedevano barche utili alla pesca e agli spostamenti; gli abitanti di Lavenone venivano chiamati scárpitù (o goss) perché bravi nel canto o nell'utilizzo di strumenti musicali.

A Mura troviamo gli striù (stregoni) in quanto in tutta la zona del Savallese e delle Pertiche, come abbiamo visto, la magia era una pratica molto diffusa e inoltre erano noti per essere persone sveglie, furbe, pronte a tutto; nella Conca d'Oro, Odolo aveva i gacc (gatti) dal momento che «i fabbri odolesi di notte, come i gatti, giravano per le strade del paese e i loro richiami fossero simili, con tutti quegli “oooh” prolungati, ai miagolii dei gatti, che solitamente interrompono i sonni notturni". 

Nella vicina Preseglie, gli abitanti erano i salam (salami) forse perché poco furbi e quindi facilmente ingannabili ma anche perché producevano ottimi salami.
 
A Sabbio Chiese vivevano i fúra bàghe (coloro che forano/tagliano le pance), probabilmente persone un po' malavitose e senza troppi scrupoli.
 
Gli abitanti di Vestone ricevevano l'appellativo di trúmbú (tromboni) forse perché, come gli omonimi strumenti musicali, amplificavano le cose (fino a diventare sbruffoni) mentre coloro che vivevano nella sua frazione principale, Nozza, avevano il soprannome di Péléléle, a mio avviso, parola senza un significato ben preciso con cui si alluderebbe alla loquela della gente (magari anche con qualche riferimento al grande mercato che aveva luogo proprio in questo paese!).

Infine gli abitanti di Provaglio Sopra erano detti söpe (che significa zuppe) per il fatto, probabilmente, che fossero stancanti e pesanti da sopportare (oggi si dice di una persona di questo genere “Sei una zuppa!”).

Per quanto riguarda, infine, i nomignoli attribuiti agli abitanti di Provaglio Sotto e Treviso Bresciano, non me la sento di avanzare proposte per giustificarli in quanto non ho trovato convincenti le spiegazioni che ho sentito raccontare dalla gente.



Commenti:
ID73557 - 14/09/2017 10:12:54 - (jocker) - grazie

Grazie per questo articolo. ...la storia e cultura della nostra Valle andrebbe sempre scoperta meglio

ID73567 - 15/09/2017 21:48:59 - (ba53) - Satira

Un tempo si usavano le satire per prendere in giro gli abitanti dei paesi vicini.Ne conosco una che dice che i trumbù de Vistù i vulia portà el tram a Vistù sensa pasà da Barghe,ed il disegno raffigurava il tram che,giunto al colem si tuffava in un trombone.

Aggiungi commento:

Vedi anche
24/07/2017 16:13

Paesi e abitanti Molto curiosi sono i nomignoli, in dialetto, con i quali i paesi della Valsabbia e i rispettivi abitanti vengono chiamati

16/11/2014 08:28

Una pensione non da fame ma... da stretto digiuno L’area della Valle Sabbia conta quasi 70.000 abitanti. Di questi, quasi un terzo è un ex lavoratore e gode pertanto, vita natural durante, di una rendita a cura dello Stato.

26/02/2010 10:00

I nomi di moda Un’indagine compiuta sugli 860 studenti delle due sedi dell’Istituto superiore evidenzia i nomi in voga per quella fascia d'et in Valle Sabbia.

20/07/2016 13:07

Piccoli ma prolifici Ci sono anche due piccoli Comuni valsabbini nella “top five” provinciale dei paesi con più nati in percentuale rispetto agli abitanti nel 2015

22/08/2008 00:00

Ecco quanti sono gli abitanti della Valle Sabbia Quanti sono gli abitanti della Valle Sabbia? Considerando i 25 comuni appartenenti alla Comunit montana valsabbina, secondo i dati degli uffici anagrafici al 31 dicembre 2007, risultano essere 64.329.




Altre da Come se Dis
24/07/2017

Paesi e abitanti

Molto curiosi sono i nomignoli, in dialetto, con i quali i paesi della Valsabbia e i rispettivi abitanti vengono chiamati

30/04/2017

Da Capovalle, la leggenda del Rio Secco

Si racconta che, nella prima metà del XVII secolo, alcuni carbonai e allevatori videro una luce espandersi sempre più sulla roccia di Rio Secco, una località del posto

31/03/2017

Fra apparizioni e miracoli - 3

Spostiamo il nostro sguardo in altri due paesi della Valsabbia e vediamo come, anche lì, leggende e apparizioni abbiano caratterizzato la loro storia...

15/03/2017

Fra apparizioni e miracoli -2

Al devoto Bonfadino de' Dossi accadde di vedere la Madonna, un giorno del 1522 mentre portava al pascolo le sue bestie in località Visello a Preseglie e pregava per la conversione dei suoi compaesani...

04/01/2017

Fra apparizioni e miracoli

E riguardo ai miracoli? Ci sono numerose apparizioni di Santi e Madonne un po' in tutti i centri valsabbini

21/11/2016

Il diavolo (seconda parte)

Un'altra leggenda che, allo stesso modo di quella letta nello scorso post, presenta il diavolo come tentatore, è ambientata in una località di Pertica, a Plerio...

02/11/2016

Il diavolo

Dopo l'excursus sui racconti valsabbini con protagoniste le streghe, ecco quelli che vedono l'apparizione del demonio incarnato sotto varie forme

30/09/2016

Streghe (3^ parte)

Di streghe ce ne erano molte ma di stregoni? Non altrettanti. Con questo post si conclude la serie dedicata alle streghe

16/09/2016

Streghe (2ª parte)

Un tempo abbondavano le storie che narravano come soprattutto la notte fosse popolata da strani personaggi, mezze donne, mezze animali, pronte ad approfittare di chi capitava loro a tiro, magari avventurandosi dove non avrebbe dovuto

27/08/2016

Streghe

 Dopo la pausa estiva, eccoci al punto dove ci eravamo lasciati…si parlava di leggende diffuse in Valsabbia, prodotto della tradizione orale e con protagonisti davvero vari e fantastici tra i quali spiccano streghe, stregoni, fatine e folletti

(1)