30 Agosto 2017, 09.55
Gavardo
Il ricordo

Apri le tue braccia

di John Comini

È tornato alla Casa del Padre il sacerdote don Bruno Loda, vicario parrocchiale a Gavardo dal 1999 al 2003


È tornato alla Casa del Padre il sacerdote don Bruno Loda. Aveva solo 58 anni. Era nato a Castenedolo ed era stato ordinato sacerdote a Brescia il 14 giugno 1986, insieme al mio grande amico don Paolo Goffi. Don Bruno (ma non gli piaceva quel “don”, che per lui aveva un sapore di eccessiva riverenza) dal 2003 era presbitero collaboratore dell’unità pastorale di Botticino.

Me lo ricordo ancora,
vicario parrocchiale a Gavardo (dal 1999 al 2003), quando celebrava la Santa Messa nella splendida Chiesa di Santa Maria. C’era sempre un sacco di gente che accorreva anche da altri paesi per ascoltarlo. Persino la mia ex dirigente Tiziana Baronio la domenica veniva da Toscolano per partecipare alle cerimonie. Con quella barba e quei sandali, non certo adatti ai corridoi vaticani, don Bruno mi sembrava uno di quei frati predicatori che giravano il mondo per annunciare la Parola di Dio. E don Bruno aveva il dono della parola, le sue non erano le “solite” prediche, utilizzava anche frasi in dialetto per muovere i cuori e le coscienze assopite, sempre alla luce del Vangelo. E poi sul sagrato salutava con un sorriso aperto e chiaro, e in questo mi ricordava un seguace di San Francesco, che si definiva giullare di Dio.

“Dolce è sentire come nel mio cuore
ora umilmente sta nascendo amore
dolce è capire che non son più solo
ma che son parte di una immensa vita
che generosa risplende intorno a me
dono di Lui, del Suo immenso amore.
Ci ha dato il cielo e le chiare stelle,
fratello sole e sorella luna,
la madre terra con frutti, prati e fiori,
il fuoco e il vento, l’aria e l’acqua pura,
fonte di vita per le Sue creature
dono di Lui, del suo immenso amore…”
(Claudio Baglioni)

Lo scrittore Bruce Marshall nel libro “Il miracolo di padre Malachia” racconta di un prete che ha fede nei miracoli, tanta di quella fede da promettere che una sala da ballo di dubbia reputazione, il “Giardino dell’Eden”, una mattina con l’aiuto di Dio sarebbe stata trasportata in un altro luogo. Quando la notizia della promessa di Padre Malachia si diffonde, gli stessi superiori cercano di convincerlo a ritrattarla. Padre Malachia rifiuta, e alla data stabilita la sala da ballo e le persone che erano all'interno sono trasportate per miracolo su  una piccola isola disabitata.

L'evento richiama l'attenzione dei giornalisti, dei politici e degli scienziati i quali cercano di dare spiegazioni razionali dell'accaduto. Le stesse autorità ecclesiastiche sono restie a riconoscere ufficialmente come miracoloso lo spostamento, temendo la perdita del controllo dei fedeli in materia di fede. Nel frattempo, la notizia del miracolo si diffonde ovunque, le fondamenta dello scomparso "Giardino dell'Eden" diventano meta di pellegrinaggi e turismo religioso: spuntano bancarelle che vendono acqua santa, modellini in miniatura del "Giardino dell'Eden", ecc. 

Padre Malachia è infastidito dalle richieste di intervista dei giornalisti e da torme di pellegrini desiderosi di incontrare il sacerdote del miracolo, si sente impotente di fronte agli eccessi della società moderna. Ben presto si rammarica di aver chiesto a Dio il miracolo. Allora prega Dio che gli conceda la grazia di un nuovo miracolo che possa metter fine al clamore suscitato dal primo. Dio accoglie la preghiera e riporta il "Giardino dell'Eden" nella sede di origine.

Ecco, caro don Bruno, noi uomini di poca fede e di “dura cervice” (praticamente zucconi), noi che ci diciamo cristiani, andiamo a Messa e ci pare di essere persone coerenti e migliori delle altre, siamo qui ad aspettare chissà quali cose, mentre non ci accorgiamo che il vero miracolo è quello dell’amore.


“Hai cercato la libertà lontano,
hai trovato la noia e le catene
hai vagato senza via, solo con la tua fame.
Apri le tue braccia, corri incontro al Padre
oggi la Sua casa sarà in festa per te.”

Grazie per quello che ci hai donato.

maestro John Comini

in foto:
. don Bruno Loda
. il Cristo giallo, di Paul Gauguin


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