19 Maggio 2017, 09.22
Gavardo
La morte tra rito e tabù

Morte, archeologia, preistoria

di Federica Ciampone

Sono stati questi i temi-chiave del primo incontro del ciclo “La morte tra rito e tabù”, una serie di appuntamenti promossi dal Sistema Museale della Valle Sabbia in occasione della Festa dei Musei 2017


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“Da dove vengo? Dove vado? Perché c’è il dolore? Perché c’è la morte? Generalmente sono questi i quesiti che l’uomo è chiamato a risolvere, a prescindere dall’epoca in cui vive: non siamo poi così lontani dai padri dei nostri padri”. Sono queste le parole con cui il prof. Angelo D’Acunto ha introdotto il brillante intervento di Marco Baioni, direttore del Museo Archeologico della Valle Sabbia.

Lunedì sera l’archeologo ha esposto ad una platea numerosa e attenta le risultanze degli scavi condotti presso il sito bionese di Corna Nibbia, punto di partenza per cercare di ricostruire come era percepita la morte nella preistoria.

Prendendo in considerazione l’arco di tempo compreso tra il paleolitico medio e il 1200 a.C., il direttore del Museo ha sottolineato come il rito funebre – nelle sue diverse declinazioni, che variano a seconda del periodo e di elementi come il genere e lo status sociale - costituisca un elemento fondamentale nella cultura delle antiche popolazioni. “Le diverse modalità di sepoltura”, ha spiegato, “ci rivelano alcune connessioni con l’economia e la società; per esempio, lo sviluppo della fossa aveva molto a che fare con il mondo agricolo, mentre la presenza di armi all’interno della sepoltura era indice di stratificazione sociale. L’elemento rituale aveva una grande importanza; nell’età del rame, per fare un altro esempio, esistevano due diverse tradizioni: una sembrava esaltare l’individuo munito di pugnale, l’altra invece sembrava addirittura volerlo annullare, esaltando il concetto di comunità e di mondo superiore degli antenati”.

Gli antichi avevano realizzato serenamente che la morte fa parte della vita e ne costituisce la naturale conclusione: spesso corredavano le sepolture di utensili, armi o gioielli, tutte cose che presuppongono che il pensiero degli antenati fosse rivolto ad una sorta di rinascita, una “vita nella morte”.  È stata questa una delle tante riflessioni della serata, la prima di una serie di incontri che si terranno presso il Museo Archeologico sul tema della morte in archeologia, oltre che l’inizio della bella rassegna sul tema della Giornata Internazionale dei Musei proposto da ICOM, “Musei e storie controverse: raccontare l’indicibile nei musei”.

Per tutte le informazioni è possibile rivolgersi alla Comunità Montana di Valle Sabbia, tel. 0365/8333, e-mail a info@cmvs.it o visita al sito www.sistemamuseale.cmvs.it.




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