27 Aprile 2017, 12.50
Vestone
Eppur di muove

Quando la Fotografia è identità

di Leretico

Mi sono avvicinato nelle ultime settimane al mondo della fotografia. L'ho fatto frequentando un corso a Vestone organizzato dall'Associazione "Fotoclub 8 marzo"...


Durante il corso sono rimasto colpito dalla passione e dall'umanità di chi ci insegnava le basi per ottenere una buona fotografia: la passione per gli strumenti, per gli effetti, per la via che ci veniva mostrata.

Un turbinio di informazioni che alle mie orecchie prima, e ai miei occhi poi, creavano quella magia che avevo  immaginato tante volte e che si traduceva nel senso dell'immagine fotografica, quella che anch'io, nella mia indocile ignoranza, avrei voluto realizzare.
La curiosità mia profonda, di accostare quelle immagini a quelle che la scrittura talvolta riesce a realizzare, cominciava a trovare dei segni di risposta.

Sapevo già, perché tanti avevano parlato di fotografia, che avrei dovuto capire la differenza tra una "brutta" fotografia, come quella che riuscivo normalmente a realizzare, e una "bella" fotografia, come quelle che vedevo incorniciate nella saletta dedicata alle lezioni del corso.
E mi sembrava che tutto passasse per un concetto, che ancora era misterioso: la trasposizione di senso che faceva chiamare al fotografo "soggetto" ciò che io intendevo come "oggetto".

Piano piano, lezione dopo lezione, dopo aver intravisto l'applicazione della "regola dei terzi" da parte di alcuni grandi maestri, dopo aver visto proiettate su un grande schermo fotografie di un discente carente quale ero, e purtroppo sono ancora, ma soprattutto dopo aver visto me stesso in alcune di quelle fotografie, mi sovveniva una lettura ormai lontana di un testo di Roland Barthes intitolato "Camera chiara" (1980).

Imparando la geometria del "bello" fotografico ritornava in me il ricordo di quella stranissima parola, citata da Barthes: "autoscopia":
"La fotografia è infatti l'avvento di me stesso come altro: un'astuta dissociazione della coscienza d'identità. Fatto ancora più curioso: è prima della fotografia che gli uomini hanno maggiormente parlato della visione del doppio. L'autoscopia viene accostata a un'allucinosi; per secoli essa fu un grande tema mitico. Ma oggi è come se disconoscessimo la follia profonda della fotografia: essa ricorda la sua eredità mitica solo attraverso quel lieve disagio che ricorre quando 'mi' guardo in un rettangolo di carta."

Era da quella lettura che sapevo che la Fotografia, con la "F" maiuscola indicante il suo senso mitico, pronuncia sempre un "è stato" in senso temporale che sdoppia il soggetto negando la sua identità.
È questa la follia della Fotografia: la negazione dell'identità.

Tuttavia quel testo parla della ricerca di un'identità perduta e infine ritrovata: l'autore cerca con disperata malinconia, scorrendo le foto della madre conservate e ordinate dal momento più vicino e recente a quello più lontano dell'infanzia, la sua essenza tanto amata ma scomparsa con la morte.
Ed ogni foto di lei che egli guarda, nell'intimità di una solitudine quasi infinita, non riesce a donargli quell'essenza agognata, perché sempre parla la lingua dello sdoppiamento, dell'identità frantumata che mai ricollega alla memoria la permanenza di quell'io così adorato.

Solo una foto, infine, ritratto di lei bambina nel Giardino d'Inverno della casa in cui abitava, in un lampo rivelatore, riesce a consegnargli lei "come in se stessa", come era stata per lui veramente, nel suo cuore.
Questo evento oltrepassa la follia, rende visibile ciò che l'invisibilità della fotografia nasconde.

Il vero senso di vertigine per la frantumazione dell'io, si ha quando si parla di ritratto:
"La Foto-ritratto è un campo chiuso di forze. Quattro immaginari vi s'incontrano, vi si affrontano, vi si deformano. Davanti all'obiettivo, io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte."

Il disagio che sempre provo guardandomi nelle fotografie che mi ritraggono, lo stesso che emerge quando ascolto per caso la mia voce registrata, prende corpo in questi quattro immaginari distinti.
Da una parte il problema del sembrare e dell'essere che abbiamo ogni volta che ci esponiamo allo sguardo altrui, dall'altra quell'uso della nostra immagine preda delle intenzioni del fotografo dopo essere stata preventivamente giudicata, ossia manipolata. Contrasto tra due mondi da cui emerge una maschera pirandelliana, dietro cui si nasconde, forse, il nulla.

Se non è il nulla sicuramente è uno "spettro" che deforma il nostro io nascondendolo non solo agli altri ma anche a noi stessi.
Così, la ricerca della Fotografia, quella che all'inizio mi aveva spinto, diventa magicamente ricerca di se stessi. La Fotografia invisibile, introvabile, lascia paradossalmente il posto alla speranza di capire qualcosa della propria identità, della propria umanità. E tale speranza compare misteriosamente, proprio come uno spettro.

Dietro il reale a cui la Fotografia sembra essere così legata, ci siamo, tralucendo incontestabilmente, sempre noi.
Grazie agli amici del "Fotoclub 8 marzo" per tutto quello che mi hanno trasmesso durante il corso e che qui ho riduttivamente tratteggiato.
 
Leretico


Commenti:
ID71806 - 27/04/2017 18:16:59 - (lz) - Obiettivamente..

Non avevi bisogno di frequentare un corso per questa straordinaria "esposizione" ed efficace "messa a fuoco" sulla fotografia. Considerazioni le tue, da cui esce un'immagine della fotografia che è una sorta di percorso terapeutico alla ricerca della propria identità individuale che inevitabilmente passa dal proprio vissuto familiare e non solo(foto di lei bambina nel giardino). Il tema dell'identità che si intravede bene anche nella descrizione degli immaginari che si incrociano nella foto-ritratto, ai quali personalmente ne aggiungerei un altro, "quello che io vorrei essere", che metto a sua volta in parallelo con il desiderio di saper ritrarre ciò che si imprime nel mio sguardo mentale.Che delusione quando (spesso)si constata la mancata corrispondenza tra quello che si "vede" ed il risultato fotografico.La coerente conclusione del saggio evidenzia il legame tra realtà,fotografia e sopratutto noi, che potrebbe riassumersi in questa perifrasi:

ID71807 - 27/04/2017 18:30:01 - (lz) - Obiettivamente ... continuazione

"fotografo, dunque sono". Sono sicuro di interpretare il pensiero di tutto il fotoclub nel ringraziarti per questo bel contributo e per il riconoscimento che hai manifestato verso i soci che hanno tenuto il corso.

ID71808 - 27/04/2017 19:28:08 - (Dru) -

Interessante.

ID71809 - 27/04/2017 20:15:52 - (Dru) - Mio contributo.

Che la foto sia appare come apparente apparire di qualcosa che non vuole apparire e cioè dell'istante che dopo la morte dell'apparenza si presenta nel suo infinito differire come è istante per istante.

Aggiungi commento:

Vedi anche
18/12/2018 17:00

Due foto da premio per il Fotoclub Vallesabbia I due soci del sodalizio valsabbino Gabriele Bonomi e Mauro Tiboni si sono aggiudicati il primo posto rispettivamente del concorso fotografico di Sirmione e di Manerba

16/02/2010 10:00

Obiettivi in erba sul lago C’ tempo fino al 5 marzo per iscriversi al "Corso breve di fotografia" che si terr nella sede della biblioteca di Idro.

16/11/2009 07:46

Parliamo di fotografia digitale Serata dedicata alla fotografia digitale quella proposta questa sera dal Fotoclub Vallesabbia

28/04/2014 07:52

Due fotoamatori valsabbini primi a Ghedi Alla quarta edizione della "lettura portfolio" propmossa dal Circolo fotografico Lamba di Ghedi, sui primi gradini del podio sono saliti due soci del Fotoclub Vallesabbia

14/02/2011 11:00

Imparare a fotografare La biblioteca comunale “E. Ariosto” di Casto, in collaborazione con il Fotoclub 8 marzo di Vestone, organizza un corso di fotografia.




Altre da Vestone
19/04/2024

Per Secoval è il Bilancio dei record

Nel 2023 la compartecipata dalla Comunità Montana e da una quarantina di Comuni bresciani ha avuto una significativa crescita di fatturato e di dipendenti. Lo dicono i numeri del bilancio d'esercizio, approvato all'unanimità

18/04/2024

A Vestone cinema e mercoledì d'autore

Nel fine settimana, al Cinema di Vestone, il film “Race for Glory” con Riccardo Scamarcio. La rassegna dei mercoledì d'autore prosegue il 24 aprile con “Perfect days”

17/04/2024

Vuoi diventare un Vigile del Fuoco?

I Vigili del Fuoco volontari di Vestone sono alla ricerca di nuove leve. Ecco i requisiti richiesti e come intraprendere questo percorso

15/04/2024

Fast alla Milano Design Week 2024

Quest'anno l'azienda di Vestone specializzata in arredamento outdoor parteciperà sia al FuoriSalone con il flagship store Fast Milano, che al Salone del Mobile, padiglione 22, stand G14

15/04/2024

«Foglie al vento», Kaurismaki chiude la quadrilogia sul lavoro

Questo mercoledì, 17 aprile, al Cinema di Vestone la commedia amara del regisa finlandese, chiusura di una quadrilogia iniziata nel lontano 1986

15/04/2024

Un confronto sull'amministrazione condivisa

Martedì 23 aprile, presso la Comunità Montana di Valle Sabbia, si parlerà di co-programmazione e di co-progettazione. L’incontro è rivolto a sindaci, amministratori locali, tecnici e rappresentanti del Terzo settore

14/04/2024

Erre Zeta srl emette un minibond per 2,5 milioni di euro

Banca Valsabbina anchor investor dell’operazione. Le risorse raccolte saranno destinate al lancio di un nuovo e strategico punto vendita in provincia di Bergamo

12/04/2024

Napoleon Abrasives Spa emette un minibond da 1,5 milioni di euro

Banca Valsabbina originator e sole investor dell’operazione. I proventi del minibond saranno utilizzati per sostenere la crescita e il piano di investimenti del Gruppo

12/04/2024

Un laboratorio musicale in radio

Nell’ambito del progetto “Un intreccio di identità” le classi quinte della scuola primaria di Vestone hanno fatto visita a una radio locale

11/04/2024

«Nozza e i luoghi della sua storia»

Sarà presentato questo venerdì sera nella sala assemblee di Comunità montana il libro di Fabio Fontana dedicato alla frazione vestonese pubblicato dal locale Gruppo Alpini