Casto, la minoranza consiliare critica il bilancio

La bocciatura del bilancio di previsione 2008 da parte della minoranza consiliare di Casto è così netta che il gruppo «Insieme» non ha neppure presentato un emendamento al documento economico. «Questo bilancio - è stato spiegato nella dichiarazione di voto - è il brutto figlio e il pigro nipote dei precedenti, redatti senza neanche avvicinarsi agli effettivi bisogni e alle reali necessità di Casto. Ed è frutto di una concezione amministrativa paternalistica, autocratica e superata».

Si tratta di un documento che, secondo il capogruppo di minoranza Giuseppe Prandini, dimentica le parole guida «prudenza, risparmio e misura, che dovrebbero caratterizzare un bilancio equilibrato. Invece, ecco alcune dispendiose e discutibili opere pubbliche che ci fanno dire: era utile, indispensabile, necessario? Dimenticando la virtuosa linea di prudenza e sobrietà, questo documento, come i precedenti, va oltre la giusta misura, fino ad arrivare a imporre l’addizionale Irpef, giustificandola con la riduzione dei trasferimenti statali; cosa che non risponde al vero».

La giunta comunale ha spiegato le scelte indicando la diminuzione degli introiti legati agli oneri di urbanizzazione; «ma era sufficiente, nel recente passato, tesaurizzare gli incassi elevati avvenuti, ben sapendo che un paese che si presta a una crescita edilizia solo di necessità doveva per forza rallentare».

Nel 2006, poi, c’è stata la ristrutturazione del debito comunale per circa 1,5 milioni di euro: «In sostanza, spalmando il debito su più annualità lo si è rimandato in parte ai nipoti. Poi - continua Prandini - che senso ha creare o rifare strutture non strettamente necessarie, mettere marciapiede e muretti che servono sì e no, quando poi si fanno i conti con le buche nelle strade perchè non si asfalta mai, o si lesinano i soldi agli asili? Perchè, poi, con pochi euro, non si migliora la segnaletica stradale sulla provinciale, mentre si spendono 1.000 euro l’anno in utenze fantasma nell’ex Villa Lucchini?».

«E perchè - conclude l’opposizione - si è deviata la grossa fetta di contributo straordinario statale per l’infanzia ad altri capitoli di spesa? Lo riteniamo un esproprio legalizzato e ingiusto nei confronti dell’infanzia».

M.PAS.
Da Bresciaoggi

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