02 Marzo 2008, 00.00
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Economia Bresciana

Siderurgia, nuova ascesa dei prezzi

La sidermetallurgia - ferrosa e non ferrosa - č nuovamente in ascesa, sia nei prezzi che nelle quantitŕ, su tutti i mercati mondiali, non solo Far East (India e Cina, da cui oggi proviene la metŕ della produzione globale), ma anche Occidente.

La sidermetallurgia - ferrosa e non ferrosa - è nuovamente in ascesa, sia nei prezzi che nelle quantità, su tutti i mercati mondiali, non solo Far East (India e Cina, da cui oggi proviene la metà della produzione globale), ma anche Occidente. Basti pensare al rame, che all’inizio di febbraio è tornato a salire con punte di 500 dollari a tonnellata.

Anche il rottame di ferro, che Brescia consuma nella misura di una decina di milioni di quintali annui - poco meno della metĂ  del fabbisogno nazionale - mostra segnali di inquietudine con una ripresa del trend ascendente.

Cosa porterĂ  il 2008 alla sider-metal-meccanica bresciana? Parlare di scenari congiunturali locali richiede una premessa sui caratteri strutturali del made in Brescia. Breve, ma didatticamente utile e metodologicamente necessaria.

L’industria bresciana è ancora essenzialmente siderurgia, metallurgia, meccanica (e tessile). Rappresentano ancora oggi - nonostante i comparti emergenti le cui aggressive ma piccole aziende fanno qualità ma non ancora quantità data l’esiguità del numero e delle dimensioni - il nocciolo duro dell’industria bresciana con l’80% della sua manifattura, ossia del prodotto industriale provinciale.

Settori in gran parte «maturi» ma non obsoleti, per la semplice ragione che sono rimasti competitivi, in particolare i primi tre, grazie all’innovazione. Per inciso, abbiamo scritto maturo tra virgolette poiché la distinzione tra innovazione di prodotto e di processo è astratta e accademica, visto che un’azienda (Brixia docet) è avanzata non solo per quello che fa ma pure per come lo fa. Si tratta di comparti in gran parte orientati al magazzino più che al mercato (si vedano siderurgia e metallurgia) e, quand’anche orientati al mercato, sono in gran parte subfornitori (come la meccanica) che lavorano per conto terzi, cioè dipendenti dalla committenza.

Più appropriato invece parlare di innovazione «radicale», intendosi per tale l’innovazione di prodotto, e innovazione «incrementale» ossia «marginale e addizionale», che aumenta il valore aggiunto senza cambiare la tipologia di prodotto.

Premesso questo, e attestato che lo «zoccolo duro» industriale bresciano ha retto molto bene nel 2007, vediamo le previsioni per il 2008 estrapolando in estrema sintesi le coordinate dalle ultime indagini congiunturali.

I prezzi delle materie prime, ferrose e non ferrose, in calo dalla scorsa estate hanno ripreso a salire (non parliamo delle fonti di energia come il petrolio che ha superato ogni previsione).
In alcuni casi, come il rottame di ferro, si trattava di frenata congiunturale; in altri, come il rame-ottone, di una caduta (qualcuno parla di «crollo» poiché il metallo rosso, da una punta di 9mila dollari a tonnellata, è sceso a 6mila dollari) seguita a inizio 2008 da una aggressiva ripresa.

Nella seconda metà del 2008 prezzi e quotazioni delle materie prime - sia i minerali che le materie secondarie, ossia i rottami - saranno destinati a salire ulteriormente, seguiti a ruota dai prezzi dei prodotti finiti, in ragione dell’aumento delle domanda mondiale. Cina e Russia in particolare, seguite da India e Brasile. Paesi ai quali si aggiungerà, e questa è una novità, l’Africa «nera», in misura non paragonabile ad Asia e Sudamerica, ma apprezzabile rispetto alla situazione in cui il Continente versava solo due o tre anni fa.
La caduta dei prezzi della seconda metĂ  del 2007, dunque, sarebbe stata solo transitoria, niente piĂą che un assestamento momentaneo in vista di un nuovo ciclo di sviluppo, o quantomeno in attesa di ulteriori crescite.

L’ultimo «outlook» di Siderweb, il portale bresciano della siderurgia, ha confermato tale tesi. Anche se in modo non univoco. A un Luigi Lucchini pessimista in ragione della sua esperienza («I prezzi caleranno») fa riscontro un Giovanni Baietti (Duferdofin) ottimista a motivo della sua conoscenza («I prezzi torneranno ad aumentare»).
Moderate ma realistiche le posizioni mediane come Giuseppe Pasini di Lonato (acciaio), Carlo Gnutti di Chiari (rame-ottone), Metelli e Coram di Cologne (meccanica automotive) secondo cui il 2008 sarĂ  ancora di segno positivo. Non brillante come il 2006 e il 2007, dovendo scontare un primo semestre di assestamento, ma pur sempre positivo.
Il segno negativo, per ora, sembra rinviato al 2009. Con buona pace dei pessimisti.

a. ch.
Da Giornale di Brescia


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