A Vobarno contro la violenza di genere

La piccola sala ha accolto un coro di donne che hanno intonato vari brani della canzone italiana, una giovane attrice che ha letto alcuni racconti sulla violenza di genere, e tre operatrici del Centro Antiviolenza Casa delle Donne di Brescia.

Le voci del coro si sono alternate a diversi monologhi tratti dal libro di Serena Dandini “Ferite a morte”, che cerca di fare luce sul grave e sempre attuale problema della violenza di genere e del femminicidio, dando voce a molte donne che hanno perso la vita, nella speranza che molte altre riescano a salvarsi.

Tre gli interventi da parte del Centro Antiviolenza bresciano, Casa delle Donne, che dal 1989 opera sul territorio bresciano dando un’assistenza costante e professionale alle donne che chiedono aiuto.

Serena Grumi, dottoranda in Psicologia, specializzata proprio in maltrattamenti in famiglia, nonché psicoterapeuta presso il centro antiviolenza, ha cercato di inquadrare la situazione attuale, spiegando al pubblico cos’è la violenza di genere - la violenza su una donna, perché donna - ed evidenziando quanto la società e i mass media non facciano altro che incrementare, molto spesso, gli stereotipi che sono già pesantemente presenti nella nostra cultura.

Giovanna Fucina, operatrice di accoglienza al centro antiviolenza, ha voluto invece concentrarsi sui numeri, purtroppo sempre crescenti, e i dati riguardanti le donne che hanno cercato supporto presso il centro antiviolenza di Brescia.

E infine è stato il turno di Cristina Guatta, avvocato specializzato sulla violenza di genere, che offre consulenza legale presso il centro e spesso accompagna le donne durante l’eventuale percorso in tribunale contro il maltrattante.

Tutti gli interventi si sono conclusi con l’augurio e la speranza che la rete di aiuti intorno a queste donne non si allenti: grazie a tutti questi interventi, applicati in modo multidisciplinare, per molte donne è stato possibile uscire dal buio della violenza domestica.

Gli omicidi di genere si manifestano in forme diverse, e non va dimenticato che sono solo la punta di un iceberg di un percorso di soprusi e dolore, di cui siamo spesso testimoni senza rendercene conto.