04 Marzo 2017, 18.12
L'altro

Paura della diversità e routine del pensiero

di Valerio Corradi

L’antropologo Ernesto De Martino diceva che “la routine è noiosa ma dà sicurezza, questa nostalgia dell’identico è molto difficile da modificare”. Insomma la tendenza è quella di "andare in cerca del simile", perchè ogni novità fa paura


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Molte persone sono immerse in schemi abitudinari e tendono a ripetere percorsi già noti e a seguire strade già battute in cui difficilmente ci si può perdere. Questo trasmette la sensazione di poter mantenere tutto sotto controllo e di limitare le sorprese. 

Malgrado si viva in una società che celebra la possibilità, la maggioranza delle persone fatica ad addentrarsi in situazioni e relazioni non note soprattutto quando l’interlocutore si contraddistingue per una grande diversità etnica, culturale, religiosa, ecc. 

Oggi prevale una difficoltà ad aprirsi al nuovo, a quello che non si può prevedere, si è in difficoltà a uscire dalla tendenza alla ripetizione di comportamenti, azioni e pensieri che governa la nostra vita.
Questo pare evidente se si analizza il senso comune sull’immigrazione e il modo di rapportarsi con i migranti, emblema della sempre più dirompente diversità che ci circonda.

Seguendo le intuizioni dello psicoanalista argentino Salomon Resnik, è evidente che “andiamo in cerca del simile, di rassicurazioni, di routine. Esporsi all’altro è un modo di uscire dalla vita conosciuta, di incontrare la differenza e questo ci spaventa”. 

Tuttavia, il vivere in una società sempre più segnata dalla diversità ci obbliga oggi a riconoscere l’atmosfera di alterità in cui siamo immersi e chiamati a dialogare.
Secondo Resnik “dobbiamo cercare di ridurre il narcisismo, che non tollera la diversità del pensiero e che porta a frasi del tipo «lei è molto intelligente, pensa quello che penso io»”.

Discutere significa invece accettare il disaccordo
, significa introdurre l’eterogeneità, introdurre la specificità del pensiero che è di ciascuno di noi e degli altri. 
Una delle sfide più grandi che ci attende è forse proprio questa: imparare a tollerare l’incertezza che deriva dalla diversità avendo il coraggio di uscire dai percorsi noti per costruirne di nuovi e più condivisi.
 
.l'immagine è stata presa da www.odiopiccolo.it
 



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