Quando Salò guardava alle stelle

La città di Salò, gelosa custode del proprio passato, ha riacceso nei giorni scorsi i riflettori sulla vicenda di uno dei tanti suoi concittadini che hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo della cultura, dell’arte e, come in questo caso, della scienza: Giovanni Paolo Gallucci, matematico, astronomo e cosmografo, nato nella cittadina gardesana nel 1538.
La figura di questo illustre ma poco conosciuto salodiano è stata tratteggiata dal prof. Pierluigi Pizzamiglio (conservatore della Biblioteca di Storia della Scienza «Carlo Vigano» presso l’Università Cattolica di Brescia e docente di Storia della Matematica) nel corso di una conferenza al liceo Fermi.
L’iniziativa, intitolata «Salò nella scienza del Cinquecento: la figura di Giovanni Paolo Gallucci e gli astrolabi» si inserisce nel progetto denominato «Lauree Scientifiche», promosso dai Ministeri della Pubblica istruzione e dell’Università, che ha il compito di far conoscere le lauree scientifiche (matematica, fisica, chimica) e promuoverne le iscrizioni (responsabile della sezione di matematica per la sede di Brescia è il prof. Alfredo Marzocchi).
Gallucci fu personaggio di spicco del vivace panorama culturale della sua epoca (a quel tempo, con la Magnifica Patria felicemente governata dalla Repubblica di Venezia, fiorì anche sul lago la civiltà rinascimentale nelle arti, nelle lettere, nella scienza, nella musica; Gallucci è quasi coetaneo di Gasparo Bertolotti, l’inventore del violino moderno). A 26 anni Gallucci, insieme ad altri diciotto salodiani, il 20 maggio 1564 nella chiesa di San Bernardino partecipò alla fondazione dell’Accademia degli Unanimi, l’attuale Ateneo di Salò, la più antica istituzione culturale cittadina.
Trasferitosi a Venezia, allora indiscussa capitale culturale europea, si dedicò all’insegnamento privato ed alla pubblicazione di traduzioni e di sue opere originali, dedicate soprattutto alla matematica ed all’astronomia (ma si interessò anche all’arte militare ed alla prospettiva, come pure alla medicina ed all’astrologia).
Gallucci dedicò ampi studi all’astrolabio, strumento con cui si misurano gli angoli celesti che per molti secoli, fino all’invenzione del sestante, fu il principale strumento di navigazione. Le descrizioni delle parti dell’astrolabio planisferico fornite da Gallucci corrispondono ad una configurazione dello strumento che risultava ormai standardizzata in Occidente, anche se si notano alcune sue personalissime peculiarità. 

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