20 Dicembre 2016, 17.45
Glocal

Profughi, l'esperienza dei corridoi umanitari

di Valerio Corradi

Un progetto-pilota della Comunità di Sant’Egidio vuole limitare i viaggi della speranza verificando in loco la condizione dei migranti e successivamente gestire il loro ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario


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I corridoi umanitari sono il frutto di un Protocollo d’intesa sottoscritto da Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie; Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione; Comunità di Sant’Egidio; Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia; Tavola Valdese.

Si tratta di un progetto-pilota, il primo in Europa, che si propone di evitare i rischi delle traversate del Mediterraneo (secondo l’ONU è la via migratoria più mortale al mondo); impedire il traffico di esseri umani e riconoscere lo stato di effettivo bisogno di molte persone che possono così essere accolte nella legalità in Italia con visto umanitario e presentare domanda di asilo.

Realtà cristiane di diverse confessioni hanno unito le loro forze per un progetto dall’alto valore umanitario che prevede l’arrivo nel nostro Paese di profughi dal Libano, dall’Etiopia, dal Sudan e dai Paesi subsahariani interessati da guerre civili e violenza diffusa.

Di recente l’attenzione della rete interconfessionale si è concentrata sull’apertura di un corridoio umanitario con la Siria, paese martoriato da una guerra civile che non accenna ad attenuarsi e che alimenta una drammatica crisi umanitaria. I profughi finora accolti in Italia tramite questo canale, prima di tutti donne sole con bambini, malati, famiglie in difficoltà, sono circa 400. Una rete di famiglie di volontari garantisce l’ospitalità e l’accompagnamento in Italia. Papa Francesco ha definito l’iniziativa “un segno concreto di impegno per la pace e per la vita” che mette al centro, senza distinzioni, gli esseri umani in stato di sofferenza.



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