05 Novembre 2016, 07.32
Valsabbia
Amministrazioni

I problemi dei piccoli Comuni

di Guido Assoni

 “All's well that ends well” per dirla con Shakespeare. Un caso che ha fatto scalpore e che avrebbe potuto accadere anche in Valsabbia

 
Tutto ha inizio il 02 ottobre di un anno fa allorquando 564 sindaci di Comuni sotto i cinquemila abitanti, aderendo ad una manifestazione di protesta su scala nazionale, ebbero a chiudere gli uffici comunali.

L’iniziativa, partita dall’Associazione Nazionale Piccoli Comuni, aveva lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica contro “la politica irresponsabile dei tagli, l’aumento delle tasse e la riduzione dei servizi”.
In seguito all’esposto di alcuni cittadini, la Sindaca del Comune di Montefiore Conca, unica tra i manifestanti, si vide appioppare una denuncia per “interruzione di pubblico ufficio”.

Vallì Cipriani (questo il nome del battagliero primo cittadino del piccolo centro romagnolo) si trovò anche al centro di una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano.
Oltre all’“interruzione di pubblico ufficio” le veniva contestata una carenza di comunicazioni ufficiali circa la decisione di chiudere gli uffici comunali al pubblico nella giornata del 02 ottobre 2015.

La comunicazione di chiusura, infatti, non sarebbe stata pubblicata sul sito istituzionale dell’Ente né tantomeno inviata alla competente Prefettura, ma ci si sarebbe limitati ad esporre, sul portone dell’ingresso alla sede municipale, un foglio su carta intestata del Comune, a firma del Sindaco, citando le motivazioni della protesta e aggiungendo che sarebbero stati comunque garantiti i servizi pubblici essenziali a favore della cittadinanza.

Dopo circa un anno o poco meno di indagini è arrivato il decreto di archiviazione perché “il fatto non sussiste”.
I servizi essenziali erano stati regolarmente garantiti ai cittadini e i dipendenti avevano regolarmente preso servizio come documentato dai sistemi tecnologici di rilevazione delle presenze.
Tutto dunque aveva funzionato in maniera corretta, lo scuolabus era regolarmente in servizio, la linea telefonica non era stata interrotta ed è stato aperto il portone nell’unica occasione in cui venne suonato il campanello.

A parte la manovra politica poco comprensibile a livello umano ed istituzionale da parte dei denuncianti, ci sarebbe da chiedersi se non fosse stato meglio attuare altra forma di protesta.

Infatti per assicurare il rispetto dei valori e dei diritti costituzionalmente tutelati, nell'ambito dei servizi essenziali, la legge prevede di garantire la continuità di una lunga serie di  prestazioni indispensabili, tra le quali:
- accoglimento delle registrazioni di nascita e di morte;
- servizio elettorale;
- servizi cimiteriali;
- servizio di pronto intervento e di assistenza, anche domiciliare;
- servizio di polizia municipale;
- servizio di protezione civile;
- servizio di nettezza urbana;
- rilascio certificazioni;
- tutela diritto allo studio;

La linea difensiva della Sindaca di Montefiore Conca si è basata sul fatto che la chiusura del Municipio fosse solo “simbolica”.
Nel frattempo l’energico primo cittadino ha dato mandato ai suoi legali di valutare la sussistenza degli estremi per procedere contro i responsabili che hanno fatto denuncia.
Staremo a vedere.

Concludo, parafrasando il titolo di una commedia di Shakespeare “Tutto è bene quel che finisce bene...”. e… il Sindaco chiuda la porta!
 


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