02 Settembre 2016, 17.43
L'opinione

Fra satira e cattivo gusto

di Davide Vedovelli

Tutto deve essere permesso in nome della lbierta' di parola? La vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto scatena la poemica. L'opinione di Davide Vedovelli

 

 
Fino a dove può spingersi la satira? Dove finisce la libertà di parola? È sempre negativa la censura?
Questo sono alcune delle domande che io come molti altri si sono fatti dopo aver visto la vignetta del giornale satirico Charlie Hebdo che ironizza in modo macabro sui morti del terremoto di una settimana fa.

Tagliamo la testa al toro ed evitiamo equivoci
: la vignetta non mi ha per nulla divertito e l'ho trovata squallida. 
Qualcuno dirà: ..ma la libertà di parola? 
Io risponderò: la libertà di dire cavolate francamente non mi è mai sembrata una grandissima libertà.

Credo che la censura non sia un male assoluto.
Come giustamente alcune posizioni di estrema destra non sono concesse (apologia di fascismo) e alcune frasi ed atteggiamenti sono giustamente vietati, credo che anche in casi in cui ci sia di mezzo la vita e la sensibilità di persone già messe a dura prova permettersi il lusso di riderci sopra con il solo scopo di vendere alcune copie in più sia decisamente discutibile.

La satira è uno strumento fondamentale nella nostra società, capace di indignare e sensibilizzare su temi anche difficili da trattare (intendo la satira intelligente).
Censurare dall'esterno questo tipo di arte è un controsenso, la censura dovrebbe venire dagli stessi autori che dovrebbero chiedersi “qual'è lo scopo di una vignetta, in che modo può essere utile”. Ma quando questo non avviene che si fa?

Non mi spaventa l'eccesso, sia chiaro, lo diceva anche Jannacci che “l'importante è esagerare, sia nel bene che nel male...”, mi spaventa invece la superficialità, la leggerezza e la stupidità con cui si affrontano alcune tematiche. Nella vignetta sul terremoto non sono riuscito a trovare nulla di stimolante e nemmeno nessuna provocazione intelligente.

Fior di artisti hanno utilizzato in modo efficace la provocazione (pensiamo a Piero Manzoni con la “merda d'artista” o al writer inglese Banksy), ma siamo lontani anni luce da queste vignette.
Gaber diceva che “liberà è partecipazione...”, spero allora che anche loro partecipino in modo intelligente e concreto per essere davvero d'aiuto alle popolazioni colpite dal sisma.

Credo il limite sia stato passato ampiamente.
Peccato.
 
 


Commenti:
ID67979 - 02/09/2016 19:46:31 - (Tc) -

daltronde certe cose di Hebdo non eran piaciute nemmeno a certi musulmani...quando si tocca gli altri un po' ce se ne frega,poi quando ci toccan noi...azz...giustamente ci si inca@@a,o almeno io mi sono inca @@ato...vignetta sicuramente di cattivo gusto,fuoriluogo e oltremodo orrenda...chapeau a la stupidite' de notre amis sur alps!!!

ID67980 - 02/09/2016 19:59:07 - (Dru) -

A me è piaciuta molto.

ID67981 - 02/09/2016 20:56:29 - (Tc) - Dru...

ci avrei giurato che rispondessi cosi...ora fai un bel monologo sul perche'...;-)

ID67982 - 02/09/2016 21:09:44 - (PETER72) -

Semplicemente uno schifo, Je ne suis pas charlie hebdo!(volutamente minuscolo)

ID67983 - 02/09/2016 21:27:06 - (Dru) - Cari miei, quando non sicapisce si resta come la foglia nel vento

Si dice che la satira è fondamentale nella "nostra" società, assumendo che nostra significhi moderna, e non si comprende che ogni società moderna fonda il proprio essere proprio sulla negazione di ogni fondamento. Tutto il resto vien di conseguenza, ma se non si comprende questo che vien prima di tutto il resto, allora è come le foglie d'autunno.

ID67984 - 02/09/2016 21:30:52 - (Dru) -

Son stato abbastanza breve Tc? così hai potuto capire? O proprio adesso che son sintetico risulto sintetico?

ID67985 - 02/09/2016 21:39:31 - (Dru) - Signori

Lo vogliamo capire si o no che è violenza trasformare a proprio uso e consumo ciò che in altri è cattivo guso per noi in satira? E viceversa?

ID67986 - 02/09/2016 21:51:42 - (PETER72) -

Peccato non poter pubblicare cosa ho appena lasciato nel mio wc, potrebbe essere la mia satirica e sintetica risposta a certi commenti e a queste disgustose vignette

ID67987 - 02/09/2016 22:07:36 - (mark) - ok pessima e volgare ma...

Pessimo gusto senza dubbio. MA che in Italia ci sia chi mangia col terremoto lo sanno anche anche all'estero e questo è ciò che pensano di noi.... e la vignetta vuole madare questo messaggio.ricordate quello che rideva di notte al telefono per il terremoto dell'Aquila e perché si preparava al banchetto degli appalti? Ecco

ID67988 - 02/09/2016 22:36:52 - (Beppe60) -

Può dare fastidio, ma il messaggio di Charlie è atrocemente vero. Non mi scandalizzo: nelle zone sismiche d'Italia si deve costruire secondo norme antisismiche, senza se e senza ma. Punto e basta. Se non l'abbiamo fatto, ben venga chi ci accusa in maniera forte. Non meritiamo scuse di nessun tipo e, purtroppo, siamo maestri nel trovarne sempre

ID67989 - 02/09/2016 22:53:36 - (PETER72) -

Più' che satira questa e' vera e propria spazzatura; l'atroce verità' e' che a charlie hebdo dopo la tragedia che li ha colpiti non sono piu' riusciti a trovare dei vignettisti capaci

ID67990 - 02/09/2016 23:54:31 - (Pablo Soardi) -

Accumoli: “Il comune ha origine nel XII secolo, quando il territorio nella Valle del Tronto era sotto il dominio dei Normanni e in seguito del Regno di Napoli. Cascia minacciava l'estremo confine del Regno, così per rafforzarlo, i governatori locali decisero di riunire sotto un'unica città i tanti villaggi sparsi per la Valle del Tronto.” così recita wikipedia….Si vede che in questo paese della provincia di Rieti la mafia l'ha portata questo popolo vichingo di origine danese.“ I Normanni (da Nordmanni o Nordmaenner, ossia "Uomini del Nord") erano un popolo vichingo di origine danese che diede il proprio nome alla Normandia, regione nel Nord della Francia. Discendevano dai pirati, guerrieri e conti norreni che dopo varie scorrerie su suolo francese decisero di giurare fedeltà al re Carlo III dei Franchi occidentali in cambio di una vasta superficie territoriale nel Nord della Francia (allora territorio dei Franchi

ID67991 - 02/09/2016 23:54:59 - (Pablo Soardi) -

Sarebbe come pretendere che un paesino come Belprato di Pertica Alta, che tra l'altro è più o meno alla stessa altitudine, resti in piedi dopo una scossa di terremoto come quella che ha colpito Accumoli, parliamo di edifici costruiti in tempi molto lontani, quando ancora il cemento non esisteva……figuriamoci il tondino ad aderenza migliorata!!Per quanto riguarda quelli moderni se ne può parlare, ma chissà quanti ce ne sono anche da noi che hanno subito gli stessi inefficaci adeguamenti.Comunque sia mi sembra che la macchina della giustizia si sia già mossa come di dovere per seguire i casi specifici.A mio avviso la vignetta in questione , che però qua mi risulta pubblicata incompleta, è frutto di profonda ignoranza anche se dettata da un luogo comune purtroppo incontestabile, ed è vergata da una mano che altro scopo non aveva se non quello di fare scalpore per vendere copie.

ID67992 - 02/09/2016 23:55:24 - (Pablo Soardi) -

Questi Francesi….. come se non ne avessero abbastanza di problemi, loro non si preoccupino dei terremoti degli altri, pensino magari a dove ne hanno causati di loro pugno, ma anche io non voglio cadere nell'errore di far di tutta l'erba un fascio.Nonostante tutto non sono per la censura, se uno è idiota è meglio lo sappiano tutti!!!

ID67994 - 03/09/2016 00:27:21 - (Tc) - Dru

Ma io avevo gia' capito dal tuo primo intervento...ho solo voluto metterti alla 'prova',per cosi dire...poi ognuno di noi esterna come vuole il suo pensiero,per me e' di cattivo gusto,quantomeno nel rispetto di chi purtroppo ci ha lasciato...poi si,ammetto che ci si possa spaziare in qualsiasi direzione e non e' detto che sian tutte sbagliate,anche se,per noi comuni mortali poco dotti, la reazione e' piu' istintiva che altro...tutto qui...Non nego che mi piacerebbe conoscerti di persona,ti ho letto parecchie volte,ma sei talmente avanti che non riesco sempre a seguirti...;-)

ID67995 - 03/09/2016 07:22:28 - (minkia) - E se fosse più semplicemente che

i vignettisti satirici di Charlie Hebdo son tutti una manica di deficienti con in testa il loro direttore? Potrebbe essere un'ipotesi plausibile!

ID67996 - 03/09/2016 07:54:21 - (Dru) - Tc

Mi sei servito da strumento. Non avrei dovuto, ma son uomo. Comunque ogni vostro atteggiamento nei confronti di questa vignetta non coglie nel segno. Tutti pronti a mettere le bandiere francesi sul proprio davanzale o in facevook, quando si riconoscono valori comuni, ma adesso la satira colpisce i nostri di sentimenti, adesso la satira francese non coglie quei. Alori e giù bombe. Indagare quale sia l'origine di ogni nostra vera violenza sarebbe un motivo per non credere troppo a noi stessi e alle nostre abitudini e culture.

ID67997 - 03/09/2016 07:59:33 - (Dru) - La satira

È questo, violentare la nostra violenza o potenza, il potere. Anche a costo di risultare disgustosa, il disgusto che provoca ri ane uno strumento di satira.

ID67998 - 03/09/2016 08:00:16 - (Valle) - concordo con Dru

Mi e' piaciuta. Se qualcuno si offende in quanto italiano hanno fatto bene il loro lavoro.

ID67999 - 03/09/2016 08:00:26 - (Dru) -

Ri ane è rimane

ID68000 - 03/09/2016 09:51:51 - (Dru) -

Caro Vedovelli, mi ricordi Leretico, siamo continuamente sul piano epistemico dell'essere, piano di pura violenza.Se va bene ai mii gusti allora è satira, altrimenti...

ID68001 - 03/09/2016 10:49:12 - (Pablo Soardi) -

Caro Dru forse tu l'hai messa la bandiera Francese io di sicuro no!!!!Estremismo chiama estremismo!!!! Le guerre nascono per gli interessi economici o la dove fallisce la diplomazia!!!Non tutti i cani sono aggressivi ma se uno sai che lo è e tu lo aizzi... beh allora te ne tieni le conseguenze!!!!Non voglio paragonare i mussulmani ai cani...è solo un esempio... chi agisce in preda alla follia o perché accecato dall'ignoranza ragiona peggio di un cane!!!

ID68002 - 03/09/2016 10:50:18 - (Pablo Soardi) -

Siccome io la bandiera all'epoca non l'ho messa... ritengo mi sia lecito indignarmi!!!!

ID68003 - 03/09/2016 12:12:03 - (Capitano) - Se ferisce o tradisce i miei valori non è più satira!

Una pletora di pigri e analfabeti informatici, subito dopo l'attacco alla sede del giornaletto satirico, si affrettò a manifestare al mondo quanto si sentisse "Charlie". Riecheggiavano slogan: "Dobbiamo difendere i valori occidentali", "il diritto di satira è sacrosanto", "Je suis Charlie,Je suis Charlie".. e avanti con una interminabile carrellata di luoghi comuni spesso presi a prestito da fini pensatori è intelletualoidi e recitati come poesie. Oggi buona parte di quella stessa stessa massa, quanto meno di ipocriti, si indigna per una vignetta che esce dalla stessa cloaca che ha generato in passato ben di peggio (per i pigri: digitate Charlie Hebdo su Google immagini).

ID68004 - 03/09/2016 12:17:01 - (PETER72) -

Il pensiero di Pablo non fa una grinza... se insulti o offendi in faccia una persona non potrai certo lamentarti se poi magari in faccia ti arriva un bel sganassone. Per fortuna noi italiani siamo più' buoni di altri

ID68005 - 03/09/2016 12:30:27 - (bernardofreddi) -

Intanto hanno raggiunto lo scopo che si erano prefissi, far parlare di sé. Anche nella sperduta Valsabbia.

ID68006 - 03/09/2016 12:35:06 - (Dru) - Caro Pablo, l'astratto.

Sei sul piano dell"io" e su quel piano de gustibus non disputandum est. Io (io)la vedo così e io(tu) non la vedi così.Ma...vediamo di pensare all'apparire del mondo delle opinioni prima e delle verità poi, non dal punto di vista di ciò che appare a me, perché quel "me" è una riduzione dell'apparire che si, appare anche a me, ma quando così apparisse, sarebbe l'apparire riduttivo di ciò che appare, che a me come suo apparire ma che non solo da me così appare.

ID68007 - 03/09/2016 12:36:29 - (Dru) -

a me è ha me (ultime righe)

ID68008 - 03/09/2016 12:40:15 - (Dru) - Caro Pablo, il concreto

Che io abbia abbia appeso bandiere lo ammetiamo ma non te lo concedo, ma lo ammettiamo. E allora? Cosa cambia dal punto di vista non mio e tuo, ma della violenza tout court nel suo apparire il cosa faccio io e il cosa fai tu? Prima di procedere provo ad aspettare tua risposta.

ID68009 - 03/09/2016 12:52:49 - (Dru) - Dici là dove finisce la diplomazia

Ma hai mai davvero inteso cosa significhi la fine? Poiché potrebbe sorprenderti che invece è proprio là dove inizia la diplomazia che la guerra è la vera violenza.

ID68010 - 03/09/2016 13:00:43 - (Dru) - Per riflettere che ti basti questo

Quando la tua amata diventa la tua amante non cambia nulla nel suo intorno? Non susciti alcunché? O piuttosto non produci violeze a catena? Chessò l'amata è sposata, o è nubile ma ha una mamma e un papà, e un fratello che è cresciuto assieme ad essa, ecc.. ecc. Sicché violenti il contesto dell'amata. Tu risponderai astrattamente, ma no,mio e il fratello dell'amata ci stimiamo, ma non ti avvedi che tra il fratello della tua amata, che così è oggi tua amante, cambia radicalmente il rapporto. Mondi che vengono distrutti dalle diverse volontà e mondi che distrutti sono costruiti. Certo la guerra (la volontà cattiva)si palesa nella polvere da sparo e nei pugni e calci, una violenza la sua che si palesa, ma la violenza mascherata delle nosre volontà, anche di quelle delle opere diplomatiche (la volontà buona, sono comunque espressione della volontà e la volontà come tale è

ID68011 - 03/09/2016 13:03:21 - (Dru) -

prevaricazione è violenza, perché è sempre un volere che le cose che sono non siano, cioè cambino aspetto.

ID68012 - 03/09/2016 13:06:33 - (Pablo Soardi) -

Quello che facciamo noi conta poco, ma quello che fanno gli organismi di informazione conta moltissimo ovviamente che sia o no pilotato dai poteri forti......In fisica ad ogni azione corrisponde una reazione che è influenzata però dall'ambiente, così la genetica: il genotipo( il dna) è influenzato dal fenotipo ( ambiente ), quindi vale anche per l'effatto che può cagionare anche questa vignetta, un qualsiasi individuo che dei giornali non se ne passsa che ha subito il dramma del terremoto alla.vista di una tal vignetta potrebbe desiderare di prendere l'autore per le orecchie e tirargli il collo come fa con le galline del suo pollaio! !!il tirargli il collo avrebbe certamente un effetto efficace... lo hanno capito subito gli integralisti islamici!!!

ID68013 - 03/09/2016 13:09:13 - (Dru) -

Non mi appare che gli integralisti islamici abbiano davvero fatto cambiare idea ai vignettisti, esso continuano a far vignette.

ID68014 - 03/09/2016 13:15:35 - (Dru) - E non mi pare

Che alcuna guerra abbia portato la pace nel mondo e anche alcuna pace abbia portato la guerra nel mondo. Invece la pace e la guerra sono due momenti dello stesso, la volntà di pace e la volontà di guerra. Dove ad esser diversi son "pace" e "guerra" ma sono i diversi volti dello stesso, la volontà.

ID68015 - 03/09/2016 13:21:57 - (Dru) - Quindi

O il Vedovelli sa dire quale il vero motivo della distinzione tra satira buona e satira cattiva o altrimenti resta sul piano del gusto personale, piano del gusto che mostra i difetti che lo costituisce a chi un poco si impegna nel vederli. La satira resta satira e il farla diventare buona o il negarla come cattiva non è un motivo inerente la satira stessa, ma inerente il gusto o cultura.

ID68016 - 03/09/2016 13:24:20 - (Dru) - Se tu Pablo

Intendi altro, attenzione a non esulare dall'argomento trattato se è quello che fuoi sostenere o negare, in quanto non staresti negando la mia consistente negazione del discorso fatto in questo articolo, ma altro.

ID68018 - 03/09/2016 13:38:35 - (Dru) - Sul piano del gusto personale ti dirò

mi disgusta ormai da tempo il mondo che viviamo, mi disgustano le paure e le debolezze degli uomini che sono originate da come pensano e da quello che quel "come" produce come effetti. Ma cosa vuoi farci, con gli uomini devi pure convivere e d'altra parte gli uomini stessi sono la testimonianza di ciò che appare nel loro linguaggio e dato che in ciò appare anche la verità essi sono di questa verità l'immensità e la gloria della gioia. Tutti i discorsi intorno all'apparire, tutte le polemiche sorte sulle ceneri del terremoto, sono il voler far apparire ciò che non appare e quindi in sé vuolte e insulse polemiche, che in sé e per sé non sanno di esserlo.

ID68019 - 03/09/2016 13:53:55 - (gabrielconroy) - Cattiva memoria

Caro Vedovelli, mettiamola così: ""Il Tempo, complice degli sterminatori, atterra la morale. Chi, oggi, ce l'ha con Nabucodonosor?" (E.M.Cioran). Predicare diritto all'assoluta libertà di satira la domenica ed esercitare il dovere di censura il lunedì significa dover far pace con se stessi. O, se si preferisce, mentire. Che è poi lo stesso: Dru docet.

ID68020 - 03/09/2016 14:05:06 - (Dru) -

Molto bene Gabriel, molto bene.

ID68021 - 03/09/2016 14:20:19 - (gabrielconroy) -

"— mon semblable..."

ID68022 - 03/09/2016 14:26:16 - (Dru) -

Mon frère...

ID68023 - 03/09/2016 15:01:51 - (Pablo Soardi) -

Capisco cosa intendi Dru, ho divagato, ma io volevo rafforzare le ragioni per cui credo che questa vignetta sia oltremodo brutale......perché mi ha profondamente scosso, e mi ha scosso il fatto che a te sia piaciuta......In merito all'articolo come ho già detto non sono assolutamente per la censura e quindi chiunque è libero di indignare e chiunque è libero di controbattere perché indignato..... come si è fatto in questa sede.Anche io penso come te che il mondo che ci circonda spesso ci porta a essere disgustati ma dobbiamo pur vivere e possibilmente non nell'apatia.

ID68024 - 03/09/2016 15:13:43 - (Dru) -

Non è vero che mi è piaciuta Pabblo, ma all'onda della coscienza del senso comune l'argine della sua sorpresa va spesso costruito con la stessa materia del senso comune. Per il resto sono d'accordo con te.

ID68025 - 03/09/2016 15:29:26 - (sonia.c) - la vignetta è "giustamente" cattiva.

è rivolta a chi è cattivo e senza coscienza ! e costruisce case ,potenziali teglie di lasagne umane. cosi l'ho intesa. lo scopo di questo giornale è fare satira cattiva e amara:dove non si può ridere superficialmente,si può ghignare con il veleno della "giusta" rabbia e indignazione ,che non è certo rivolta alle vittime.!

ID68026 - 03/09/2016 15:42:24 - (Dru) -

La possiamo pensare così se vogliamo e in parte è così, cioè nella parte che vuole costituirsi come strumento di verità. Ciò che invece non è vero è quel "giustamente" che significa appunto nel giusto. Nessuna cosa che non è qualcosa è, infatti può essere come non essere, ma allora dove sta la giustizia in questa altalena dell'esistenza di quel esser giustamente cattivo? Per qualcuno quell'esser giustamente cattiva è buona cioè non è giustamente cattiva e per altri viceversa. Come ormai per tutte le cose del mondo che hanno perso il veritativo senso della verità.

ID68027 - 03/09/2016 16:00:38 - (sonia.c) - ho messo appunto le virgolette..

la "giusta indignazione",non è una cattiveria in senso negativo-inutile. è l'odio naturale che può avere una sua funzione positiva. non si è "giusti" perchè ci si incattivisce! si è giusti nell'indignarsi contro le cattive azioni.

ID68028 - 03/09/2016 16:02:14 - (Leretico) - Il cattivo gusto si può riconoscere

Il cattivo gusto è riconoscibile, ha i tratti di un uso strumentale delle situazioni, anche dolorosissime, non per trasmettere un messaggio, che in quel caso avrebbe nonostante tutto un certo diritto all'ascolto, ma per ottenere un effetto fine a sé stesso, cioè autoreferenziale. Le vignette dunque: vogliono forse dire che noi italiani siamo drammaticamente superficiali? Allora si può accettare la critica. Vogliono invece speculare su morte e disperazione? Allora sono cattivo gusto. A me non sono piaciute, hanno l'odore di quella carne di bambini in scatola che già ebbi a criticare una volta.

ID68029 - 03/09/2016 16:08:18 - (sonia.c) - la satira feroce ..

che sputtana e smaschera l'ipocrisia ,in un modo "giusto":indicando l'errore.andando alla causa-radice -motivazione dell'errore.

ID68030 - 03/09/2016 16:13:05 - (sonia.c) - ciao carissimo Leretico! ti ho letto adesso..

tu leggi le cose sempre bilanciando in modo "giusto" hi .io però ,in questo caso,sono per la prima..

ID68031 - 03/09/2016 16:15:46 - (Leretico) - Chi critica il senso etico

È giusto indignarsi se qualcuno offende i nostri valori? Secondo me è giusto. Se questo indignarsi è difesa di ciò in cui si crede. Criticare questa posizione affermando che è violenza contro altra violenza non serve a fermare questa indignazione. Criticare una volontà con un altra volontà non fa diventare tale critica una verità ma la mette sullo stesso piano, ossia sul piano della non verità. Riferirsi sempre all'etica criticandola con una posizione volontaristica non-etica è lecito ma non si cerchi sempre di farla passare come verità. Infatti potrebbe l'uomo uscire dalla volontà? No, non può. E allora indignarsi è lecito tanto quanto loè accettare la critica dei francesi.

ID68032 - 03/09/2016 16:18:33 - (Leretico) - Ciao Sonia

Non ti vedevo più frequentate questi luoghi... Ben tornata

ID68033 - 03/09/2016 16:25:18 - (sonia.c) - grazie..ma non dirlo troppo forte ..

o qualcuno si spaventa..hi per loro tranquillità,posso dire che :sò de coccio ma imparo..(non le virgole però hi)e da voi "eruditi,veramente tanto..grazie.

ID68035 - 03/09/2016 16:46:37 - (gabrielconroy) - Questioni di odorato

Caro Leretico, laddove tu senti puzza di carne di bambini in scatola, io sento puzza di ipocrisia. Sarà che "il mio genio è nelle mie narici"... E - sia detto a scanso di frivoli equivoci morali - io non ho nulla contro l'ipocrisia...

ID68036 - 03/09/2016 16:53:02 - (gabrielconroy) - Alate teste d'angeli

Senza pretese di confutazione, ti metto in guardia dal vigoroso asserto riguardo all'impossibilità di sfuggire al volere. Ben più tragico sarebbe tentar di fuggire la rappresentazione - giacché non v'è volontà senza rappresentazione, ma rappresentazione senza volontà sì, come schopenhauerianamente ricorda il titolo di questo post a chiunque abbia letto il 'Mondo'.

ID68037 - 03/09/2016 17:33:04 - (Dru) - Torniamo sul già detto e non andrò oltre...

Etica è volere quindi è violenza, punto. Poi il resto son deduzioni gratuite che lasciano il tempo che trovano.

ID68038 - 03/09/2016 17:37:17 - (Dru) - Sarà invece molto interessante...

nel tempo, notare la necessaria inversione di mezzo e scopo in cui l'etica di stato, come le altre e definite forze in campo, aritmetica, democrazia, Cristianesimo, islam, diverranno mezzi da scopi, per il potenziamento della potenza stessa, ecc...

ID68039 - 03/09/2016 17:38:34 - (Dru) -

Scusate la C maiuscola di Cristianesimo, non è stato davvero un errore di battitura e questo mi inquieta...

ID68040 - 03/09/2016 17:40:29 - (Dru) - Comunque Sonia

apprezzo molto il tuo studio della comprensione, bene.

ID68042 - 03/09/2016 17:49:36 - (Dru) -

Avevo notato il virgolettato ;-)

ID68043 - 03/09/2016 17:57:45 - (Dru) - Però non avevo ancora notato quel tuo...

"Si è giusti nell'indignarsi per le cattive azioni".. E ovviamente, come ormai ho ampiamente mostrato, di questa proposizione salvo pochissimo, in quanto non sono affatto d'accordo se non sul lato di una lettura di questa proposizione nei vecchi testamenti, dove là possono star bene, o male.

ID68044 - 03/09/2016 17:59:06 - (Dru) - E io chiedo

Quali sono le cattive azioni, chi decide che lo siano?

ID68045 - 03/09/2016 18:06:46 - (Dru) - Il buon Dio? È morto

Lo Stato? Fin tanto che tiene il monopolio della violenza (Max Weber o lo stesso Hobbes). Molto bella quella di Gabriel in Cioran "Il tempo (cioè la verità dell'essere) , complice degli sterminatori (complice di chi fonda la morale, cioè della verità del dover essere), atterra la morale ( cioè è quello strumento della morale che gli si scaglia contro, la atterra appunto, da artefice diventa sterminator).

ID68047 - 03/09/2016 18:16:33 - (Dru) - Grazie anche a Vedovelli

Mi sembra che il livello della conversazione comunque si sia alzato di parecchio e questo mi interessa sul lato del piacere personale, significa che in Valsabbianews si sproloquia di meno e ci si interroga di più, bene.

ID68048 - 03/09/2016 18:20:37 - (Dru) - Torniamo a Cioran

Se la verità dell'essere è il tempo, cioè la verità è a tempo, allora chi crede di usarlo come strumento di sterminio il tempo per stabilire la propria verità, sappia che verrà da esso sterminato, sappia fin da principio che la presunta stabilità sulla verità del tempo è impossibile, contraddittoria..

ID68049 - 03/09/2016 18:49:34 - (parcifes) - parcifes

Questa non è satira, questa è una schifezza, non c'è nessun riferimento a istituzioni o altro. Vignetta insolente a dir poco.

ID68050 - 03/09/2016 19:00:52 - (Dru) - Allora

O il tempo è la verità e quindi ogni sforzo che lo voglia imbrigliare, ogni legge, o limite che intenda fermarlo in esso, è un pretesto che non comprende di cosa sia realmente fatta, o il tempo non è la verità e allora si apre nuovamente l'apparente verità del tempo nel problema di cosa sia.

ID68051 - 03/09/2016 19:15:13 - (Dru) - Che un tempo esista

non è contraddittorio, contraddittorio è che l'essere sia nel tempo. È impossibile che l'essere non sia, e questo non è dogma, questo è l'incontraddittorio esser quell'essere che non è non essere allora. O il tempo dell'essere non lo obblia si che è il lato di questo tempo del tempo che obblia, a non essere, o se questo lato è, allora è contraddittoriamente, cioè è nulla, è per il suo lato positivo del significare, non è per quello che vorrebbe essere.

ID68052 - 03/09/2016 19:17:14 - (Dru) - Alcune doverose virgole

ID68051 - 03/09/2016 19:15:13 (Dru) Che un tempo esistanon è contraddittorio, contraddittorio è che l'essere sia nel tempo. È impossibile che l'essere non sia, e questo non è dogma, questo è l'incontraddittorio esser quell'essere che non è non essere .O il tempo dell'essere non lo obblia l'essere, si che è il lato di questo tempo del tempo che obblia, a non essere, o se questo lato è, allora è contraddittoriamente, cioè è nulla, è per il suo lato positivo del significare, non è per quello che vorrebbe essere.

ID68053 - 03/09/2016 19:19:35 - (Dru) - Se l'essere fosse a tempo,

non sarebbe nel tempo in cui non è. Ma questo è l'impossibile essere del tempo.

ID68054 - 03/09/2016 19:31:05 - (Dru) - Queste sono le risposte al pessimismo di Cioran

e al nichilismo nel tempo di ogni cosa. Se ogni cosa è, e in quanto è, è eterna, cioè è se stessa e non può esser altro da sé. Volerla altro è la persuasione nichilista che si fonda su una deduzione logica del movimento e di come questo movimento si manifesta. Se il movimento di una cosa, e quindi di ogni cosa, è di quella il divenire altro da sé, allora il dominio del tempo sull'essere è incontrastato ed incontrastabile,ogni metafisica diventa fisica, ed infatti, ed i fatti del tempo lo testimoniano incontrovertibilmente, cosi è. Ma i fatti del tempo non sono i fatti dell'essere. Quando il tempo risulta dai fatti dell'essere ciò che appare è l'eternità dell'essere il suo esser sé che diviene non nichilisticamente, il movimento dell'essere appunto.

ID68055 - 03/09/2016 19:31:19 - (Dru) -

Quando l'essere risulta dai fatti del tempo, allora il movimento è impossibile nella verità dell'essere in quanto per essere questo movimento l'essere deve non essere e questo è l'impossibile.

ID68057 - 03/09/2016 19:57:59 - (Dru) - Perché una cosa non può esser altro?

Perché "una cosa che fosse altro" non sarebbe immediatamente quella cosa, ma una cosa che non è quella, ma questa cosa cosìffatta non si fa ( fare significa sempre far essere), cioè il pensiero non la può pensare (far essere) e infatti quello che il pensiero pensa di quella cosa è il suo significante, "una cosa che fosse altro", ma non ciò che il significante significa, che una cosa è altro da sé, perchè questo pensiero è il pensiero dell'inesistente cosa e dell'inesistente altro, ma l'inesistente non si pensa se non come questo significante "inesistente".

ID68058 - 03/09/2016 20:04:01 - (Dru) - Cioè

Se attuale è il linguaggio, il che che dicesse davvero "una cosa che fosse altro" è inattuale e inattualizzabile, e cioè non presentabile il suo contenuto, in quanto una cosa che è altro non è attualmente una cosa ma è l'altro e una cosa che è altro non è attualmente altro ma una cosa, non riesce quindi l'attualizzqzione né della cosa né dell'altro, attualizzabile è il significante, la contraddizione "una cosa è altro".

ID68059 - 03/09/2016 20:06:23 - (Dru) - Una cosa, qualsiasi,

Invece, non compie alcuno sforzo per esser se stessa originariamente...per questo l'essere non può non essere. E per questo il nichilismo è l'impossibile essere.

ID68060 - 03/09/2016 20:08:36 - (Dru) -

Se qualcuno negasse che tutto questo c'entra con l'argomento significherebbe solo che non sa cosa sia l'argomento.

ID68061 - 03/09/2016 21:54:21 - (Granma) -

Dru, e che palle! Sei logorroico.

ID68063 - 03/09/2016 23:38:45 - (Tc) - Granma...

pero'...tu in una riga hai detto tutto,lui in N° post,non ha detto tutto...bella sta cosa...:-D

ID68064 - 03/09/2016 23:41:36 - (Leretico) - Gabriel e la puzza

Lei scrive di ipocrisia, ma lo fa con la puzza sotto il naso. È tipico degli impulsivi sentire solo le presunte altrui puzze e stimare profumi le proprie. In ogni caso il cattivo gusto puzza davvero e, visto il suo decantato naso, mi sembra alquanto strano che quando serve davvero, esso, forse interessatamente, latiti. E qui, guardi, Schopenhauer non c'entra nulla. Forse il suo intuito non è altrettanto fine come il suo naso. Ma non si preoccupi, passerà prima o poi anche il suo risentimento.

ID68065 - 04/09/2016 00:07:44 - (Leretico) - Etica è...

Ma il giudizio "Etica è volere quindi è violenza" è un volere e quindi anch'esso violenza? Vuol forse dire che si tenta di opporre a un Etica un'altra Etica? E certamente bisogna rispondere affermativamente. Allora le ulteriori domande sul criterio che distingue buoni da cattivi, banali perché è chiaro come sia questione di volontà porre il criterio che più aggrada nel contingente. È meno banale invece stanare chi indirettamente, e qui sì ipocritamente, criticando un atteggiamento etico lo fa credendo e facendo credere di esserne in qualche modo e quasi santamente emendato. Su Cioran e il tempo chiederei a Gabriel, se ne ha voglia, che ci spieghi cosa ha capito di quanto va, in plurimissimi passaggi, spiegando il Dru. Sarebbe interessante scoprire se la parte destruens/construens dei discorsi ivi "rappresentati" e conclusi/inconclusi gli risultasse odorosa o maleodorante.

ID68068 - 04/09/2016 09:52:38 - (Dru) - Mi intrometto senza togliere spero spazio...

Sei criptico Leretico, spiegati meglio. Sul lato etico, il fatto che tu veda nella cosiddetta rappresentazione del mondo di dru una volontà opponente è affar tuo, certo non di dru che son 5 anni che tenta di spiegarti che ogni volontà benché supposta buona o cattiva è violenza, in quanto la volontà in sé è violenza, ma con un appunto, che è facile veder quella che non ci piace, le guerre le uccisioni, ma ci oiace astrarre e veder in quella presunta positiva la possibile costruzione di un mondo, che in questo modo lascia vivere la volontà senza critica alcuna. Diverso è per la critica alla "volontà" tout court.

ID68069 - 04/09/2016 10:20:46 - (Dru) - E certamente bisogna rispondere negativamente...

Ma non sul significato di "etica", che è opera, ma in questo specifico caso da te proposto sul significato di "giudizio", che è identità. Sul giudizio ti rimando a settembre, emh.. Ti spingo a riflettere profondamente sui primi tre capitoli de "La Struttura Originaria" che intendi aver letto ma che l'intesa è pretesa, o meglio, ancora pretesto. A parte il sarcasmo, la lettura della vera identita o della verità dell'essere, se non vuole essere una seconda navigazione, o costruzione del mondo, o fenomenologia dello spirito, allora deve essere intesa e non solo letta.

ID68070 - 04/09/2016 10:29:16 - (Dru) - Giudizio

A il semantico, A=B apofantico. Questo il mondo del giudizio, qualsiasi esso sia si conforma e è compreso in queste due proposizioni, altro non v'é. Il semantico per essere in metafisica deve essere affermato, in Verità no. Ecc... Se qualcuno me lo chiede eviluppo analiticamente quelle che sembrano esser solo tesi.

ID68071 - 04/09/2016 11:12:46 - (gabrielconroy) - A Leretico

Caro Leretico, al netto degli 'ad hominem' a lei tanto cari di cui pullula il suo primo post, mi limito solo a farle notare che la citazione sul naso (perchè di citazione si tratta) è nietzscheana - e quindi lì si suggerisce, per metafora, un certo sguardo (critico) sulla morale e non certo qualche mio olfattivo superpotere. Metafora che peraltro proprio da lei è ispirata, avendo lei per primo gridato all'odore della 'carne di bambini in scatola'. Fuor di metafora invece - e quest'obiezione è la medesima da farsi a Vedovelli - non si invoca la piena (ove 'piena' sta per 'assoluta') libertà di espressione dal pulpito per poi usare il manganello della censura in strada. Altrimenti, e in termini appena più filosofici, da una parte intendiamo come oggettivo un codice (l'etica) che dall'altra soggettivamente pieghiamo al nostro interesse (il tanto millantato 'buon gusto'). Fermo restando che io sono un accanito sostenitore del secondo.

ID68072 - 04/09/2016 11:27:27 - (gabrielconroy) - Schopenhauer contro Schopenhauer

Invece, la invito caldamente a riflettere su Schopenhauer, che c'entra eccome. Lei infatti pone come ineluttabile il volere, ma questa anzitutto è una petitio principii, un assunto da dimostrare - e infatti il buon Arthur mai pretese di averlo dimostrato, ma solo mostrato; in secondo luogo, è nel giudizio il vero problema e non nella volontà, la quale è un prodotto della conoscenza (ossia, una rappresentazione). Lei scrive:"Ma il giudizio "Etica è volere quindi è violenza" è un volere e quindi anch'esso violenza?". Il giudizio:"Etica è volere quindi è violenza" potrà anche essere violenza o volontà o vattelapesca - quel che importa è che (usando la terminologia da lei impiegata) è un giudizio, ed è il giudizio costitutivo della volontà, della conoscenza, del mondo, ecc...

ID68073 - 04/09/2016 11:41:09 - (gabrielconroy) - Continua

In altri termini, e volgendo Schopenhauer contro se stesso, l'intelletto costruisce la rappresentazione (il tanto fantomatico 'oggetto': più che il 'Mondo' si legga la 'Quadruplice radice' a riguardo) alla quale la volontà tende. Ma la volontà - ahimè! - è essa stessa oggetto: è rappresentazione e pertanto è qualcosa di non originario (a là Aristotele: non è sostanza). Se però si pretende di sostanziarla - e si può fare, per carità! - poi però la nostra architettura va emendata da qualsiasi piagnucoloso rigurgito etico: si salti cioè pure a piedi pari tutta la seconda parte del 'Mondo' e si passi direttamente all'ultimo Nietzsche. In una battuta, che spero non urti il suo buongusto: o si intenda davvero la morale come un costrutto della volontà di potenza, o si istituisca una giornata della memoria anche per i caduti di Gaugamela - Persiani e non.

ID68074 - 04/09/2016 11:42:56 - (gabrielconroy) - Fine

Tutto ciò, ammesso che si voglia fare della buona teoresi, e non opinare. Nel qual caso, tanto le sue, quanto le mie e quelle del buon Dio non sarebbero che (pur molto piacevoli) chiacchiere.

ID68075 - 04/09/2016 13:15:59 - (Dru) - Molto bene Gabriel, molto Bene

Con un assunto sulla verità della volontà, che essa, la verità non può esser dimostrata, ma questa impossbilità è il vero dell'essere volontà. La logica occidentale tende al "dover essere" dell'essere, cioè alla dimostrazione dell'essere, e così è metafisica, in quanto crede (volontà) che l'essere per essere deve essere, cioè crede alla esposizione provvisoria dell'essere sul nulla, che è esposizione (dimostrazione appunto) dovuta a qualcosa, forme e forze, che sono a loro volta le condizioni di questa esposizione. Mi si consenta di imporre l'attenzione a questo regressus. E le forze? Sono anch'esse in quanto, sull'assunto del dover essere, cioè sul principio della dimostrabilità dell'essere, a loro volta condizionate e così ad indefinitum, si che la posizione dell'essere è rimandata all'infinito,mposizione impossibile e la posizione impossibile è la negazione

ID68076 - 04/09/2016 13:20:53 - (Dru) -

della verità, di ogni verità dell'essere. Questa negazione è tolta dalla verità dell'essere che non ha bisogno di alcuna dimostrazione per essere, in quanto ogni dimostrazione, per essere, deve necessariamente implicare quell'essere originario che vorrebbe, la negazione, costruire. In realtà, la realtà dimostrativa è la dimostrazione che vuol essere, che per stare, cioè posta, cioè vera, deve implicare originariamente ciò che erroneamente vorrebbe concludere e addirittura, lo scettico, negare.

ID68077 - 04/09/2016 13:22:55 - (Dru) - Contesa di volontà e verità d'essere.

La verità dell'essere.

ID68078 - 04/09/2016 13:31:04 - (Dru) - Quindi Leretico

Questa non è matematica della filosofia questo è l'immutabile che esprime l'elencos aristotelico, elencos che mostra non che chi sia in contraddizione (volontà sulla verità) lo sia, poiché è di chi è in contraddizione rispondere ad elencos, è proprio del mio essere questa posizione il voler essere, si che la verità che così rispondesse cadrebbe in una petitio principi, ma del mostrare al negatore della verità che se vuol esser quel che è allora deve imporre esso quella verità senon vuol negar nulla.

ID68079 - 04/09/2016 13:37:20 - (Dru) - Gabriel

indipendentemente da ogni volontà, istituire la giornata ai caduti di Gaugamela, in quanto vera volontà, non costituisce vera opposizione, in quanto non istituirla e cantare le lodi di Alessandro, non mostra affatto quel vero, e quel vero, in realtà, racconta del contenuto nichilistico di queste opere umane, di questi canti, che in verità sono solo pianti..

ID68080 - 04/09/2016 13:45:16 - (Dru) - Questa è la Valsabbia

Che voglio.

ID68081 - 04/09/2016 13:54:27 - (PETER72) -

Dai che arriviamo a quota 100 commenti! Quasi 99 sono di Dru ed eretici vari con i loro monologhi, pero'....

ID68082 - 04/09/2016 14:04:37 - (Dru) - c'é qualcuno, ed invero più di uno

Che del vero può solo far di conto. Il vero ama camuffarsi, è impegno vero, si che del senso comune è quel confine lontano, indefinito ed indefinibile. Caro Peter72 ritieniti privilegiato nel poter vedere tale confine e nel poterlo addirittura leggerlo, non tutto il senso comune ha questa fortuna, che poi di questo comfine ti rimane solo il numero, embe..starei molto attento nel mostrarmi insipiente se fossi in te. Di dimostrar stupidità ne è pieno il mondo.

ID68083 - 04/09/2016 14:16:11 - (PETER72) -

Tanta sapienza, tanto filosofeggiare, tanto rumore con solo il fine di farsi sempre un po' piu' notare... Ecco la ragione in sostanza dell'articolo, dei tanti commenti di qualcuno e in primis delle squallide vignette

ID68084 - 04/09/2016 14:19:46 - (Dru) - Ecco

Alcune delle ragioni che guidano anche la tua di mano. Certo che se il mondo fosse popolato solo da me e da te, non credo che tu riusciresti a leggere nulla di me, poiché non credo che io sarei stimolato a scriver nulla per te.

ID68085 - 04/09/2016 14:40:46 - (PETER72) -

Se uno avesse la pazienza di rileggersi i commenti dall'inizio si accorgerebbe pero' che io sono stato schifato fin dall'inizio e sono tuttora schifato da queste vignette...

ID68086 - 04/09/2016 14:41:28 - (PETER72) -

mentre invece a te Dru, tra mille eloqui e pifferate varie, prima piacevano, poi non piacevano e poi ripiacevano...

ID68087 - 04/09/2016 14:42:11 - (PETER72) - 1 0 0

scriviamolo in piu' commenti tanto per muovere il contatore

ID68088 - 04/09/2016 14:58:39 - (Dru) - La complessità caro Peter72

Non è cosa per tutti i palati. Non astraiamo, per il puro piacere personale, dalla complessità la semplicità, pretendendo che sia il complesso. Ho giustificato il motivo della mia provocazione, oltre al fatto che rivendico che ciò che un minuto fa mi "poteva"piacere, ora mi stomaca, mai successo a te peter72? Mai mangiato troppi dolci? Si vede che hai vissuto un gran poco. Adesso, ma già nel mio giudizio è implicito, ti dirò, non mi interessano le diverse volontà di trasformare il nostro mondo, ne sono per forza coinvolto, ma l'attualità m'annoia. Ora, cosa assai poco interessane la mia persona, torniamo sul mondo e suo apparire? Sei d'accordo?

ID68089 - 04/09/2016 15:13:51 - (Dru) - O credi che (in metafora)

Perché ce l'hai sempre duro, allora sei più uomo.

ID68090 - 04/09/2016 15:22:44 - (PETER72) -

Sara', forse potro' essere anche sempliciotto ma per me se una cosa e' buona, resta anche dopo tempo buona, se invece disgusta prima, difficilmente potra' piacere poi... ad esempio a me da bambino piaceva la cioccolata e anche adesso piace anche se ne mangio un po' meno, invece la cacca (come del resto queste vignette) non piaceva allora e tuttora mi disgusta. Certo che su altre cose, volente o dolente, con il tempo si cambia anche idea o spesso si e' costretti a cambiarla

ID68091 - 04/09/2016 15:26:51 - (Dru) - Ora

Dopo questo nostro scontro muscolare, prova solo a pensare quanto di più bello c'è stato in quest'articolo e ti risponderai da solo sulla qualità e sulla quantità.

ID68092 - 04/09/2016 18:03:03 - (gabrielconroy) - 1 0 5 !

Caro Peter72, a volte, in preda ad un solenne disprezzo per la filosofia e, più in genere, per il pensiero, mi pento di...pensare. Ed è proprio allora che, magicamente, compaiono commenti come il suo, che mi fanno pentire d'essermi pentito.

ID68093 - 04/09/2016 19:23:25 - (Leretico) - Gli "ad hominem"

Caro Gabriel, non vedo "ad hominem" nelle mie considerazioni. Forse il mio aver ribaltato su di lei l'accusa di ipocrisia (il sentire la puzza altrui non rende profumata la propria) la fa valutare male. E poi non vedo nemmeno dove sia l'ipocrisia mia nel difendere la posizione dell'etica, che non significa difendere chi "predica bene e razzola male". In ogni caso non si preoccupi: era chiaro sin dall'inizio che lei, come Nietzsche, intende criticare la morale. Ma è altrettanto chiaro che la mia argomentazione sull'etica non è interessata a difendere l'etica a prescindere, ma a far capire che uomo mortale senza etica non si dà.

ID68094 - 04/09/2016 19:23:45 - (Leretico) - Continua

E se così stanno le cose, se c'è qualcuno che sprezzante rimprovera il senso di un'etica lo fa proponendone in fondo un'altra, una non-etica contro l'etica, senza uscire tuttavia dal suo ambito, macchiandosi della stessa colpa che vuole accusare.

ID68095 - 04/09/2016 19:24:49 - (Leretico) - Perché non c'entra Schopenhauer

Non vedo dove sia la mia "petitio principii" se le mie affermazioni le ho dimostrate numerose volte e nell'ambito di una discussione più ampia sulla filosofia severiniana. Può leggere nel mio ultimo "Contro i sacerdoti severiniani" dove chiarisco il senso di volontà a cui mi riferisco. Per Schopenhauer la volontà è la cosa in sè, l'originario irrazionale dell'animato e dell'inanimato, per me l'originario è logico-fenomenologico. Ben altro insomma. La contraddizione che lei pone sulla volontà che prima è fondante e poi è fondata non mi tocca perché lei ha inteso la parola "giudizio" con pre-giudizio perché ha presunto che intendessi la volontà alla Schopenhauer.

ID68096 - 04/09/2016 19:28:08 - (Leretico) - continua

Il giudizio del mortale è per me modo della volontà, quindi come tale è per me volontà non fondante. Perciò la mia domanda:"Ma il giudizio "Etica è volere quindi è violenza" è un volere e quindi anch'esso violenza?" intende mostrare che la critica all'Etica non può semplicemente e filosoficamente essere posta contrapponendogli, come fa d'altronde anche lei, una non-etica, perché tale critica si fonderebbe sulla stessa materia e sarebbe quindi uguale a ciò che vuole criticare. Una non-etica eletta ad etica. Ma se la non-etica si ponesse sul piano della volontà (fede, non-verità) come lo è l'etica allora non avrei nulla da eccepire: si tratterebbe di scontro tra volontà, fedi, non-verità, gusti, profumi o puzze secondo la volontà. Tutt'altro se la non-etica, la sua non-etica, si ponesse come verità.

ID68097 - 04/09/2016 19:29:56 - (Leretico) - continua

Ora, non vedo in questo mio discorso dove sia l'ipocrisia di cui lei ha inteso accusarmi, infatti non c'è. Non c'è ipocrisia nel considerare cattivo gusto sia lo sbandierare la carne di bambini in scatola, sia i morti del terremoto. È volontà che si vuole, appunto, affermare contro un'altra volontà e a questo fine ha il diritto di confrontarsi e denigrare il cattivo gusto.

ID68098 - 04/09/2016 19:50:54 - (Dru) - Con un punto leretico

Che non è vero che la negazione di ogni etica è a sua volta costituita della materia con cui l'etica è costituita, altrimenti vi sarebbe equipotenza tra le tesi e le antitesi, si che l'apparire della soluzione di una contraddizione sarebbe nulla, impossibile, e invece non è cosi, infatti se tu dici che il rosso è il verde e io dico che il rosso non è il verde, io dico qualcosa di più di quello che dici tu, dico la negazione vera di quello che affermi contraddittoriamente, lo dico sul fondamento dell'apparire. Te l'ho detto sei arenato su uno scoglio, vuoi salire in barca si o no?

ID68099 - 04/09/2016 19:54:42 - (Dru) - Nietzsche

Nega ogni etica non perché è matto, o per puro spirito polemico, ma la nega perché supera ogni etica. La oltrepassa, riduce ogni etica al suo vero valore metafisico, il valore del Nulla di Dio, cioè del Dio temporale.

ID68100 - 04/09/2016 20:00:16 - (Dru) - È infatti vero

Che nel quadro storico, contenuto dalle regole storiche, l'annullamento dell'etica o il servizio di quella alla potenza, è un fatto ineccepibile e incontrovertibilie di coerentizzazione dell'originario fatto (fatto essere) su cui si fonda tutto l'essere storico.

ID68101 - 04/09/2016 20:05:01 - (Dru) - Se non si potesse e se si potesse...

Se tu avessi ragione, allora avrebbe torto la verità. Se la volontà e il suo essere fosse dalla verità illusoriamente definito, allora sarei d'accordo con te, ma per essere d'accordo con te bisogna cancellare ogni filosofia e io certamente a questo non son disposto, se ho visto la luce, certo dopo tanta tana, in quella non ci rientro se non per dar luce...

ID68102 - 04/09/2016 20:06:14 - (Dru) -

Sono sempre invadente ;-)

ID68103 - 04/09/2016 20:17:59 - (Dru) - La tua è la posizione scettica

Ma la considero una posizione di difesa che io ancora qui sopra ti ho mostrato come la vera filosofia neghi. Sul lato dell'etica sono completamente con Gabriel in quanto hai dato prova continuamente di confondere il gusto personale con altre e alte significanze.

ID68104 - 04/09/2016 20:27:31 - (PETER72) -

Dru e l'eretico, le due facce di una stessa medaglia: la filosofia. Se qualche persona dice che il rosso e' il verde loro in migliaia di righe ci raccontano che o e' la tesi o e' l'antitesi, per me invece forse questa persona e' solo un po' daltonica

ID68105 - 04/09/2016 20:39:03 - (Dru) -

Come per il senso comune è la normalità per filosofia è la verità e se nel senso comune la normalità della vista sta alla daltonia così la verità dell'essere sta alla volontà. Che la verità di qualcosa non possa essere detta è un mito, che la verità del rosso è nero sia il rosso non è nero è incontrovertibile.

ID68106 - 04/09/2016 22:03:03 - (gabrielconroy) -

Caro Leretico, semplicemente, se lei non pone la volonta come 'cosa in sè' à la Schopenhauer, perde di senso la sua (fondamentale, in senso tecnico) affermazione secondo la quale "l'uomo non può non volere". E questo perchè da sostanza lei rende la volontà accidente. Ora, che la volontà sia accidente e non sostanza implica la sua contingenza, e dunque la sua non-necessità. Sicchè la tesi cade. E questo è Aristotele, non Schopenhauer. In merito invece alla diatriba etica/non-etica, Dru esplica in questi termini - "che non è vero che la negazione di ogni etica è a sua volta costituita della materia con cui l'etica è costituita"- quanto io invano ho cercato di mostrarle, evidenziando la preminenza di quel che lei chiama giudizio su quel che lei chiama volontà (ossia, che anche la volontà è rappresentazione). Il che implica che la negazione dell'etica non sia a sua volta etica.

ID68107 - 05/09/2016 08:29:05 - (Dru) - proviamo con una metafora, che non ha pretese di verità ma in alcuni casi può spiegare meglio di altro cosa guida alcune ragioni.

Siamo in un manicomio (il mondo, la sua evidenza) e ad un certo punto una persona savia (la filosofia) viene gettata nel manicomio.n L'affermazione della negazione del mondo (il manicomio) è la filosofia (la persona savia) mentre l'affermazione dell'affermazione del manicomio (il mondo, la sua evidenza) sono i matti che lo abitano. Ora, l'etica è stata per lungo tempo l'arma della ragione sulla follia, il presunto controllo di essa, in quanto per follia si intendono non solo i folli ma anche le azioni dei folli, non solo lo spirito ma anche le opere. Torniamo al manicomio (il mondo, la sua evidenza) i folli sono le volontà, il mito, il filosofo è la volontà sulla volontà, cioè il giudizio della volontà, che non solo è un credere ad un mondo, ma è quel credere che vuole con ragione spiegarlo.

ID68108 - 05/09/2016 08:36:39 - (Dru) - Giunge Nietzsche

cioè giunge la coerenza di questo quadro. E vede il manicomio e vede la ragione del manicomio e vede il filosofo e vede la ragione del filosofo. Mentre la ragione del Manicomio è l'affermazione dell'affermazione del mondo, la ragione del filosofo è la'affermazione della negazione del manicomio. Ora, alla base di questi due seppur grandi concetti razionali, sta un fondamento, il manicomio, la contraddizione, o follia, si che chi nel manicomio vuol viver sereno nega con ragione il filosofo (la filosofia, la metafisica), in quanto l'affermazione dell'affermazione è diversa dall'affermazione della negazione, in quanto l'affermazione della negazione si fonda sull'affermazione dell'affermazione. la volontà sulla volontà è l'episteme, ma che la negazione dell'episteme sia la stessa episteme è negato dalla differenza

ID68109 - 05/09/2016 08:38:04 - (Dru) -

tra affermazione dell'affermazione e affermazione della negazione, dove l'identico è l'affermazione in ambo i campi del manicomio, la follia del divenire altro. Quindi affermare che l'etica è sullo stesso piano di chi la neghi non è in parte vero, non lo è per la differenza.

ID68111 - 05/09/2016 15:41:23 - (Leretico) - Peter e la filosofia

Caro Peter concordo con lei che a volte si discute su cose o di cose che sembrano inutili, ma non lo sono. Si discute invece del fondamento di ciò che si afferma, del motivo per cui si dicono certe cose. Ecco perché alla fine i commenti diventano numerosi. Dipende anche dalla capacità di sintesi e dalla chiarezza delle idee di ciascuno, e di questo mi scuso personalmente, ma questo è un altro discorso. C'è sempre la libertà di non leggere.

ID68112 - 05/09/2016 21:25:17 - (Dru) -

L'affermazione dell'affermazione del mondo come manicomio è la contraddizione o la tensione di verità dell'essere (o verità pura) e negazione della verità dell'essere (o errore spurio). Dove la verità dell'essere è così astratta che considera come vero l'impossibile o follia: il non essere dell'essere. Mentre la negazione dell'affermazione del mondo come manicomio è il tentativo di negare la contraddizione, la filosofia, tentativo per altro non riuscito sul fondamento dello stesso: il mondo come luogo del divenire altro, l'evidenza possibile, nell'affermazione e nella negazione dell'affermazione dell'essere, che realmente è l'impossibile.

ID68113 - 05/09/2016 22:44:57 - (Leretico) - Il fondamento e il fondato

Gabriel, nonostante l'affermazione che l'uomo non può non volere induca a pensare che io ponga la volontà a fondamento, l'affermazione che il giudizio del "mortale" è per me "modo" della volontà avrebbe dovuto chiarire che non è così. E si comprende non nella parola "modo", chiarissima nell'inglobare il giudizio nella volontà, ma nella parola "mortale" che tecnicamente indica l'appartenere di quel giudizio proprio a chi crede che a fondamento della verità ci sia la volontà. Io invece credo che la volontà sia un fondato e non un fondamento.

ID68114 - 05/09/2016 22:45:38 - (Leretico) - continua

Un malfondato oltretutto, quindi non-verità. La volontà infatti è condizionata da ciò essa intende ottenere, o meglio da ciò che crede di poter ottenere ma che è impossibile che ottenga. La volontà dunque è influenzata, è fondata (non è fondante) dal senso greco della cosa, dell'ente, che la intende proveniente dal nulla e ritornante nel nulla. In questa condizione di oscillazione, la volontà crede di essere capace di portare la cosa, l'ente, dal nulla all'essere e viceversa di annichilirla a suo piacimento.

ID68115 - 05/09/2016 22:46:24 - (Leretico) - continua

Di produrre e di distruggere ad libitum, perché il divenire della cosa è ciò che è considerato l'indiscutibile, l'incontrovertibile. In tale concetto invece si nasconde la contraddizione, quella di ammettere la possibilità che l'ente possa, in qualche modo e in qualche momento, non essere. Allora la mia frase "l'uomo non può non volere" non è fondante ma fondata da qualcos'altro: dall'affermazione che l'essere è e non può non essere. Ma la connessione tra eternità dell'ente (fondamento) e l'impossibilità per l'uomo mortale di non volere non è immediatamente chiara anche se è chiaro che basterebbe questo per dimostrare che la mia tesi è corretta. Sarebbe lungo farlo qui, e per questo rimando al mio sui sacerdoti severiniani.

ID68116 - 05/09/2016 22:47:01 - (Leretico) - continua

Basti qui indicare che, stante la struttura originaria della verità di cui parla Severino, il luogo della volontà, ossia l'uomo mortale, risulta essere il luogo della non-verità (certo non solo, ma qui basti per ora questo). Ciononostante esso, il luogo della volontà, è un essente e come tale è sé stesso e non è altro da sé. Esso, come luogo, è nella verità come non verità (anche se in questa non verità è possibile rilevare le tracce della verità, tuttavia non come risultato, effetto, di una volontà). E in questo luogo, dove si formano il dire e il giudizio del mortale, non può avvenire che un dire e un giudizio così formati, possano cambiare ciò che è non-verità, trasformandolo in verità, perché in quel caso bisognerebbe negare che l'essere non può non essere cadendo in contraddizione.

ID68117 - 05/09/2016 22:47:36 - (Leretico) - continua

Conclusione: la volontà continua ad essere tale, è un essente eterno, e quindi l'uomo mortale non può non volere, non può smettere di volere anche se è consapevole della non-verità del suo volere. Ecco perché sostengo che sia possibile indignarsi contro il cattivo gusto delle vignette francesoidi, perché tale volontà non ha nulla di meno di chi nietzschianamente si indigna di tale giudizio etico in cui individua l'immutabile Dio che è morto. Non si può non volere, non si può non essere etici, qualsiasi etica si decide di avere. Importante sia non pensare che tale etica, tale decisione, sia verità, perché è solo fede, volontà, non-verità.

ID68118 - 05/09/2016 22:48:11 - (Leretico) - continua

Così dunque chi, come lei, vede l'ipocrisia in altri, come me o Vedovelli, che sostengono l'Etica, sta solo proponendo un'altra etica, una non-etica che non ha nulla di meno né di più di ciò che intende sostituire e in fondo distruggere. Insomma non gode dello statuto di verità.

ID68119 - 05/09/2016 23:46:59 - (gabrielconroy) - Orecchie da mercante

E qui caro Leretico, concordando sulla disamina del suo concetto di volontà, non posso che chiedermi - d'accordo con Dru - come lei possa difendere, pur avendo capito, una posizione etica (cioè non veritiera). Delle due l'una: o lei non ha veramente compreso i presupposti sui quali dice di fondare il suo discorso; oppure, avendoli compresi, tenta di salvare capra e cavoli, di ubriacare la moglie e tenersi il vino nella botte: e allora il mio giudizio di ipocrisia ne esce confermato.

ID68120 - 05/09/2016 23:48:29 - (gabrielconroy) - errata corrige

"concordando con la sua disamina del concetto di volontà"

ID68121 - 05/09/2016 23:55:39 - (PETER72) -

Saremo anche liberi di non leggere ma spesso quando decidiamo invece di leggere taluni commenti purtroppo notevolmente arzigogolati, siamo costretti nonostante grandi sforzi a non capirli. O siamo troppo limitati oppure a chi scrive manca il dono della sintesi e della chiarezza, quale sara' poi la tesi, quale sara' l'antitesi, chissa'?

ID68122 - 06/09/2016 00:43:40 - (Leretico) - Difendere

Gabriel, lei ha capito però non vuole accettare le conclusioni. Molto umano. Posso difendere le mie posizioni proprio perché decido a cosa voglio dare valore. Decido perché l'alternativa del non decidere è un decidere. E mi meraviglio che lei non voglia accettare che questo sia il corollario evidente del non poter non volere. Se non posso non scegliere allora scelgo per oppormi al cattivo gusto. E chi a me oppone un'altra volontà, non può invocare a suo vantaggio la verità che io non avrei. Ma questo non significa che la verità non esista. Essa non si presenta come la volontà vorrebbe, appunto. Non può essere detta come lei la intende dire, ma essa è sempre presente, per chi ha modo di riconoscerne le tracce nel dire, nella volontà. Certo non è in chi la scambia per volontà, ossia in chi discute pensando di averla in mano, come fa Dru. E come fa lei.

ID68123 - 06/09/2016 06:59:42 - (Dru) - Più semplicemente Gabriel

Leretico non ha capito fino in fondo ciò che solo alla superficie e distrattamente dice di aver capito, infatti poi assolutizza nuovamente la volontà facendola tutta e sola la verità! Non si può non volere. E io replico si, è necessario non volere, questa la verità dell'essere.

ID68124 - 06/09/2016 07:58:49 - (Dru) - Ora

L'ipocrisia nella sua essenza è aver compreso il fondamento e non averlo compreso, dire che la volontà non è il fondamento e replicare subito dopo che non si può ( leggersi è necessario volere) non volere, presupponendo come fondamento di ogni essere la volontà.

ID68125 - 06/09/2016 08:05:58 - (Leretico) - Forse non leggi

Dru è evidente che non leggi e se leggi o fai finta di non capire oppure non capisci davvero. Eppure è così chiaro. Detto ridetto e soprattutto dimostrato. Ma sai, c'era un certo Sebastiano che era sempre contrario, non è detto che non ne abbiamo trovato un altro.

ID68126 - 06/09/2016 08:14:28 - (Dru) -

Quanta amabil retorica, dire per non dir nulla, leggi come mi pongo io sugli argomenti solo negli ultimi due commenti e come lo fai tu nel tuo ultimo e ti dovresti riconoscere.

ID68127 - 06/09/2016 08:18:25 - (Dru) -

Te lo dissi di quelli che andava dicendo agli altri "uriciù" ed era lui ad aver orecchie a sventola.

ID68128 - 06/09/2016 08:24:49 - (Dru) - È evidente dici.

Cosa è evidente replicò. Ti sto appunto dicendo che adesso ti arrampichi sui vetri? Per me è evidente che è questo ad esser evidente.

ID68130 - 06/09/2016 08:32:06 - (Dru) - dici

"Io invece credo che la volontà sia un fondato e non un fondamento." ma così oblii l'essere, in quanto previeni che è un tuo credo. ripeto non sei abbastanza forte per giudicare il fondamento, ma guarda che questo non ti getta dalla finestra, l'importante è che tu non continui ad esporti.

ID68131 - 06/09/2016 09:09:22 - (Dru) -

Ovviamente, in quanto a scriver in macchina, mentre si guida, non è mai facile, e in quanto non si vede di là dal proprio schermo, sto solo amabilmente obiettando, che non sembri che ce l'abbia in particolare con te Leretico che reputo un volenteroso pensatore. Mi piace però portare a galla quelle vistose contraddizioni che dici di aver risolto, ma che non risolvi che solo con l'averlo detto.

ID68132 - 06/09/2016 09:18:36 - (Leretico) - Allora leggi, ma salti l'essenziale volontariamente

Bene, hai preso proprio il punto ("Io invece credo cha la volontà sia un fondato e non un fondamento") che dice tutto e che nega la tua affermazione precedente ("dire che la volontà non è il fondamento e replicare subito dopo che non si può non volere, presupponendo come fondamento di ogni essere la volontà") in maniera evidentissima. Non ho presupposto anzi ho detto e scritto perché la volontà non è presupposto. Se proprio io scrivo che la volontà non fonda ma è fondata e poi dimostro cosa intendo, il tuo rispondere è solo una provocazione. Quella del Bastian di popolare memoria. Ma non dico questo con acredine, siamo qui per dialogare e confrontarci. Se mi mostri con pertinenza quello che pensi sia il mio errore sono disponibile a leggere i tuoi commenti, ma non scrivere che sono stupido, che non capisco, che non intendo ecc. ecc. come hai fatto anche qui sopra, non servirebbe.

ID68133 - 06/09/2016 09:57:10 - (Dru) - "Se mi mostri con pertinenza quello che pensi sia il mio errore sono disponibile a leggere"

come posso mostrarti qualcosa che già non leggi? Sei rovescio Leretico, ma forse Sebastian è un tuo amico. Non sei già disposto ma dovrei mostrarti qualcosa sulla base di una tua volontà.

ID68134 - 06/09/2016 09:59:32 - (Dru) - Caro Leretico

un uomo può uccidere e dir di non esser assassino, ma ha ucciso. Infatti ciò che appare è che è un assassino e che dice di non esserlo, la contraddizione.

ID68135 - 06/09/2016 10:10:18 - (Dru) - infatti

scrivi che qui sopra dico che sei stupido e che non capisci. Ma ciò è nuovamente una tua volontà, dove leggi tutto ciò? ho fatto un'indagine e dove qualcuno presume dell'altro cosa abbia e non abbia capito senza giustificare sei proprio tu chiedendo a Gabriel ciò che per altro considero abbia capito benissimo, in quanto lo sento persona molto preparata alla teoresi. Quindi fatti nuovamente avanti con argomentazioni e non con illazioni, dove io dico che presumi e non comprendi a fondo lo giustifico, non tendo solo a fumose dichiarazioni.

ID68136 - 06/09/2016 10:12:49 - (Dru) - ma tu intanto dici già

che non le leggi? come posso mostrarti ciò che non vuoi vedere?

ID68137 - 06/09/2016 10:17:15 - (Dru) - Oggi sei sulla difesa e un poco ti apri all'offesa

in quanto vedi, ti appare, che il mondo valsabbino non è proprio quello che ti credevi ieri, ad esempio ti accorgi che ci sono Gabriel molto prepararti o TC che si sforzano di comprendere e che quindi il mio linguaggio non è suono per sordi. Oggi un poco devi far a meno della solita e pomposa retorica per sopravvivere, magari domani farai anche tu vera filosofia. Non desisto per questo.

ID68139 - 06/09/2016 12:50:55 - (Leretico) - Non sono mai sull'offesa

Non sono mai sull'offesa, e comunque non ho mai pensato che Gabriel fosse poco preparato, anzi si vede che è una mente raffinata e preparata e io non posso che esserne contento. Difendo le mie idee, questo sì, e lo faccio con argomenti validi. Non credo tuttavia che Gabriel, nè tantomeno tu, sia stato in grado di obiettare adeguatamente ai miei argomenti. Insomma non avete mostrato che io sia in contraddizione, tutto qui. Poi non so se Gabriel ha inteso esattamente il termine tecnico "mortale", che viene dalla filosofia severiniana. Forse tale termine è il discrimine mancato finora per la finale comprensione delle mie tesi.

ID68140 - 06/09/2016 13:04:40 - (Dru) - o forse

è lo scoglio su cui ti sei arenato...

ID68141 - 06/09/2016 13:08:16 - (Dru) - "Non sono mai sull'offesa"

quando dico che ti apri all'offesa non intendo dire che tu offendi, mannaggia che ti metti sempre davanti a tutto, ma intendo che l'offesa, che sarebbe ciò che a te appare inevitabilmente, in quanto l'altro è l'altro dell'altro solo in questo, non la rifiuti ma la contempli.

ID68142 - 06/09/2016 13:08:50 - (Dru) -

solo se ti apri puoi far filosofia.

ID68143 - 06/09/2016 13:09:37 - (Dru) -

solo mettendoti "veramente" e "continuamente" in discussione. Ma non perché lo scrivi, ma perché lo pratichi davvero.

Aggiungi commento:

Vedi anche
24/07/2021 08:00

A vent'anni dal G8 di Genova/2 Ecco il secondo di tre articoli che il gruppo dei Valsabbin* Refrattar* ha dedicato ai fatti di luglio 2001 per una riflessione a tutto tondo sulla sua "eredità"

20/06/2007 00:00

Il ratto delle Orsoline è su YouTube Regna il cattivo gusto tra i videomaker improvvisati della Rete. Tra flautulenze studentesche, violenza gratuita e abusi vari. La classifica dei pi cliccati.
di Michele Serra

08/07/2019 06:10

Quando battaglia navale era un gioco per bambini... “...uno sbarco al giorno ti toglie il sonno di torno…”. Deve essere questa la causa principale dell’attivismo di SUPERMATTEO-MAN...

18/01/2021 09:39

I social network e l'angolo degli oratori In questi giorni, a seguito della "sommossa" di Washington, è montata la protesta per la chiusura del profilo Twitter del presidente uscente degli Stati Uniti Trump. Molti hanno gridato al complotto, molti ad una dittatura molte sono state le reazioni in tutto il mondo

03/04/2018 08:26

Mort(acc)i loro Pasqua dovrebbe essere rinascita, resurrezione, ritorno alla vita. Quella attuale invece non ha alcunché di tutto ciò. Casomai l’esatto contrario




Altre da Terza Pagina
24/04/2024

25 Aprile, la Festa della Liberazione in Valle Sabbia

Le cerimonie di commemorazione e i momenti di festa per il 79° Anniversario della Liberazione nei comuni valsabbini e limitrofi

22/04/2024

Il Giappone arriva a Gardone Riviera

Accompagnata, tra gli altri, da Nicola Bianco Speroni del Rotary Club valsabbino, la signora Kobayashi, moglie del Console Generale del Giappone, ha visitato i giardini della Fondazione Heller

22/04/2024

Gino Bartali, l'eroe silenzioso

Per la rassegna “Altri Sguardi” questo mercoledì, 24 aprile, Federica Molteni in scena nello spettacolo dedicato al ciclista italiano che salvò centinaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale

20/04/2024

L'Unione ristoranti del buon ricordo festeggia i 60 anni

Al sodalizio sono stati legati, nel corso degli anni, ristoranti valsabbini e gardesani che donavano ai commensali degli speciali piatti in ceramica decorati, ora oggetto di collezione

19/04/2024

L'attesa

Tutti noi abbiamo familiarità con l'attesa. Solitamente non la vediamo di buon occhio e, se fosse possibile accorciare i tempi per ottenere una determinata cosa, immagino che nessuno di noi si tirerebbe indietro. Ma l'attesa non potrebbe avere anche degli aspetti positivi?

17/04/2024

I Carminis Cantores sul podio al Concorso Città di Chiari

Il coro di Puegnago del Garda ha vinto il secondo premio al Concorso Corale Nazionale

15/04/2024

«Foglie al vento», Kaurismaki chiude la quadrilogia sul lavoro

Questo mercoledì, 17 aprile, al Cinema di Vestone la commedia amara del regisa finlandese, chiusura di una quadrilogia iniziata nel lontano 1986

14/04/2024

Gli attrezzi in legno di 4000 anni fa

Inaugurata alla presenza delle autorità la mostra “L’età del Legno. 4000 anni fa al Lucone” presso il Museo archeologico della Valle Sabbia

13/04/2024

La luce di Annalisa Durante

Annalisa Durante, la torcia che diffonde luce dovunque sia raccontata la sua storia

12/04/2024

Testimoni di Geova, la campagna contro le tossicodipendenze

La sezione valsabbina dei Testimoni di Geova è impegnata in un'importante campagna mediatica per combattere un fenomeno che coinvolge ormai circa 300 milioni di persone nel mondo