In valle come in Texas

Andrea Bazzoli e Silvia Beltramolli, lui di Roncone e lei di Strada, frazione di Pieve di Bono, vivono insieme da sei anni a Roncone. Insieme ai genitori di lui, si curano della stalla di famiglia a Bondaione, amena località del Comune di Lardaro.
Ultimamente i due, coinvolti prima dal direttore di fotografia Michele d'Attanasio e poi dal regista Vito Palmieri, si sono prestati per trasferire parte della loro vita in un lungometraggio, la cui pellicola, che ha come titolo "See you in Texas", sta già avendo un certo successo.

Le sequenze, girate un anno fa in valle, sono risultate infatti le più gradite dal pubblico in occasione del Biografilm di Bologna dello scorso mese, nonché alla 19° edizione dello Shangai international Film Festival, una sorta di Cannes dell'Oriente.

Si tratta di 74' minuti di celluloide, dove ad essere messa in evidenza è soprattutto la spontaneità. Le riprese si sono protratte per oltre un mese e mezzo a volte anche per dieci ore al giorno, dove natura e animali abbondano.
Nel film la Beltramolli non evidenzia difficoltà di adattamento ma, assieme al suo ragazzo, si porta dietro quell’inclinazione equestre per il reining. Non a caso fra i suoi sogni c'è quello di trascorrere un certo periodo in Texas assieme al suo compagno, per poi tornare e aprire una scuderia.

"Il nostro approccio con il direttore di fotografia - racconta Silvia - risale a quando lui, nel 2013, era alle prese in Valdaone con la pellicola "La foresta di ghiaccio", ma poi concretizzate al bar Caval Negher di Roncone dove io andavo spesso, essendo i titolari degli amici, e dove d'Attanasio (le cui origini sono per metà trentine e per metà abruzzesi) entrava spesso.
Tra di noi ci si parlava ed il racconto della mia vita ha attirato prima la sua l'attenzione, poi quella del regista, che alla fine ha deciso di mettere su nastro la nostra storia".

Andrea e Silvia lavorano sodo, senza guardare l’orologio: anche di domenica sono alle prese con l'attività zootecnica, considerato che tra l'altro producono e di prima mattina distribuiscono il pane prodotto da loro, in uso a supermercati e altri spacci alimentari della zona.
Anzi, la sveglia per i due alle prese con il ciak suona addirittura alle 3.30, proprio mentre per altri coetanei è tempo di coricarsi.

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