La comunità locale come motore di sviluppo

Si tratta di un modello di “sviluppo locale” in cui la parola “sviluppo” non denota crescita economica intesa come PIL, ma la crescita della società locale, del legame sociale, delle reti civiche, dei luoghi pubblici funzionali allo sviluppo della sfera pubblica, del benessere, attraverso l’autogoverno locale della produzione e del consumo.
La parola “autosostenibilità” indica il principio del contare sulle proprie forze” attraverso la chiusura dei cicli ambientali, della sovranità alimentare e della responsabilità solidale, intesa nel senso del “non consumare le risorse dei più poveri del mondo.

In quest’ottica il ruolo delle istituzioni locali e, soprattutto municipali, nel governo dell’economia dovrebbe crescere.
Questo fenomeno sarebbe determinato in parte dalla consapevolezza dell’importanza dei beni patrimoniali locali e delle peculiarità territoriali nella produzione di ricchezza durevole e dal successo di strategie di differenziazione dei modelli di sviluppo e dei prodotti fondati sulla qualità e la tipicità.

Gli enti pubblici territoriali, che governano queste risorse, sarebbero quindi chiamati a decidere non più soltanto dell’erogazione dei servizi, ma dell’invenzione, socialmente condivisa, del modello locale di vita, di produzione e di consumo, valorizzando le energie del territorio in agricoltura, nei sistemi economici a base locale e nei servizi .

Il concetto di partecipazione della comunità locale diventa quindi centrale.
Non si tratta, però, di una partecipazione a carattere consultivo, concertativo o pattizio su temi specifici, tra pochi attori e su progetti predeterminati, ma di istituti di partecipazione costituenti a carattere decisionale nei quali si possa discutere di progetti di futuro dei luoghi, socialmente condivisi da molti attori, che concorrano intrecciando energie economiche, culturali, sociali, tecniche, ad attuare i progetti stessi .

Questi luoghi “costituenti”, che possono essere attivati a livello di municipio, unione di municipi, sistema territoriale locale, circondario, autorità di valle, “contratto di fiume”, ecc., sono concepiti come incontri a “mezza strada” fra le amministrazioni locali che intendono delegare parte del loro potere decisionale alla società locale, predisponendosi all’ascolto e all’interlocuzione con i potenziali attori sociali della trasformazione presenti sul territorio, che sono in primo luogo i cittadini e le componenti sociali (attori economici e culturali, associazioni, comitati, reti solidali, forum, ecc.) disponibili a cercare esiti progettuali e operativi per potenziare a livello locale l’efficacia della loro azione.