I giovani valsabbini tra voglia di locale e fuga dal locale

Gli atteggiamenti e le scelte dei giovani vanno comprese alla luce delle relazioni, delle opportunità e delle criticità che caratterizzano i circoscritti territori in cui vivono ma anche alla luce del modo che hanno di rappresentarsi tale spazio.

Dagli elementi concreti e dal modo di rappresentarsi il proprio territorio dipende il livello di benessere complessivo delle giovani generazioni, la loro capacità di attivarsi sul territorio e la possibilità di proiettarsi nel futuro con un progetto di vita che realizzi attese e speranze.

Osservando la situazione della Valle Sabbia, si può affermare che oggi il rapporto tra giovani e territorio è segnato da un’ambivalenza di fondo. Da una parte si registra una certa “voglia di locale” esemplificata dalla difesa, a volte in modo piuttosto convenzionale, delle tradizioni e dalla reiterazione di modelli economici e lavorativi del passato ma oggi in declino.
Dall’altra parte sembra emergere un desiderio di “fuga dal locale” soprattutto da quelle comunità locali più piccole con scarsa dotazione di risorse e servizi.

Nel primo caso si tratta spesso di un attaccamento al territorio di tipo esteriore, forse stimolato dal senso di smarrimento e dalle incertezze della società contemporanea. Spesso questo si traduce nelle chiusura in circuiti micro-sociali ripiegati unicamente su sé stessi e segnati da egocentrismo locale.

Nel secondo caso sembra essere in atto un indebolimento del senso di appartenenza al luogo, tale per cui si ritiene che il contesto locale non possa offrire nulla a un giovane, tantomeno l’opportunità di compiere quel salto di “qualità” che tanto atteso nella propria vita.
Da qui la decisione di allontanarsene il prima possibile senza aver davvero esplorato le chance locali.

Un antidoto a queste difficoltà, solo apparentemente di segno opposto, potrebbe essere quello di creare maggiori opportunità per l’inserimento dei giovani nelle iniziative e nelle azioni dei soggetti (associazioni o realtà di terzo settore) che contribuiscono a far vivere la comunità locale.

Pur essendo vero che i giovani non stanno solo a scuola o in casa, o solo online, emerge come il loro modo di abitare il territorio, soprattutto nel tempo libero, sia attualmente epidermico e selettivo, e abbia bisogno del sociale per maturare.

In questo quadro l’offerta territoriale per i giovani dovrebbe essere potenziata, in modo che un positivo senso di appartenenza al luogo torni ad essere un elemento centrale nella costruzione della loro identità e non sia inteso un’ottica solamente difensiva o solamente critica.