Per non dimenticare

«So di rischiare e forse metto in pericolo anche altre persone che non hanno nessuna colpa. Se qualcuno alzando il naso per leggere gli striscioni dovesse causare un incidente, infatti, certo fioccherebbero le denunce. Del resto è l’unico modo che ho per far sapere a tutti quanti che io sono sempre qui, che non dimentico e che voglio arrivare fino in fondo. Lo devo alle tante persone che mi hanno dato sostegno in questi anni, soprattutto lo devo a mia figlia».

Maria Luisa Massardi è la mamma di Sara Comaglio, la vigilessa 22enne che giusto il 22 maggio di 4 anni fa venne tradita da una grande pozza che nottetempo aveva allagato tutta la carreggiata sud della 45Bis, in corrispondenza del sottopasso di Prevalle nel suo punto più basso.

Dieci centimetri d’acqua, per alcune decine di metri, che fecero sbandare l’auto sulla quale stava tornando a casa, a Muscoline, scaraventandola contro una grossa Audi che proprio in quel momento scendeva dall’altra parte.
Gli agenti della Stradale di Salò, non poterono rilevare a suo carico nessuna infrazione: i periti, infatti, stabilirono che Sara stava viaggiando entro i limiti di velocità imposti ed era in condizioni psicofisiche idonee per stare alla guida della sua auto.

Quell’acqua piuttosto, lì non doveva esserci: perché quella notte nemmeno aveva piovuto il primo motivo, perché le pompe idrovore erano inesorabilmente in panne il secondo.

Da allora, ogni anno, il 22 maggio, Maria Luisa si piazza sul cavalcavia, espone uno striscione e la gigantografia di Sara.
«Cosa ho ottenuto? Maggior sicurezza visto che in questi quattro anni Anas, senza mai ammettere che l’impianto era inadeguato, ha speso per nuove idrovore e per la posa di serbatoi supplementari circa 400 mila euro, ma evidentemente non basta – ci dice mamma Maria Luisa -. Con gli acquazzoni dei giorni scorsi, infatti, il sottopasso si è allagato ancora, ed ogni volta mi sembra che Sara sia morta invano».

Ieri perché era giusto il 22 maggio e per far sapere cosa è successo in quel punto della 45Bis ai tanti turisti che passano di lì. Mamma Maria Luisa però sarà sul sottopasso con gli striscioni e la gigantografia di Sara anche oggi.

«Per ringraziare quanti mi hanno sostenuta in questi anni: i camionisti e i tanti che utilizzano questa strada tutti i giorni, che non hanno mai smesso di segnalare il malfunzionamento delle pompe in modo che io potessi documentare ogni volta tutto quanto».

Un resoconto puntuale, quello di Maria Luisa Massardi, che unito ai precedenti è diventato un voluminoso dossier.
Serve a dare corpo al procedimento giudiziario che in questo momento è ancora in attesa dell’udienza preliminare, con due nominativi già iscritti nel registro degli indagati. 

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