Regge il protocollo prefettizio

“Abbiamo già troppe preoccupazioni: competitività, costi, petrolio, energia, politica comunitaria, globalizzazione dei mercati, burocrazia, disfunzioni tra Regione-Ministero-Bruxelles. Non abbiamo voglia dunque di litigare con nessuno e mi rivolgo in particolare al vice-sindaco di Bagolino qui presente.
Cerchiamo invece di trovare delle soluzioni intelligenti”. Nelle parole di Francesco Bettoni, nel ruolo di Presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Brescia e in quello di Presidente Federlombarda Agricoltori, la consapevolezza che la soluzione dei problemi dell’agricoltura moderna e di quella bresciana in particolare non può prescindere dalla valorizzazione della risorsa acqua, dalla salvaguardia degli interessi ecologici.

A partire dallo studio di nuovi sistemi di irrigazione e da uno sfruttamento del lago d’Idro che tenga conto dell’accordo raggiunto lo scorso anno dinnanzi al Prefetto. Innovazione e salvaguardia dunque.
Parole, quelle di Bettoni, pronunciate a Lonato domenica mattina in occasione del convegno intitolato “Agricoltura e irrigazione: il caso Lago d’Idro”, che sono parse persino “dolci” alle orecchie dei rivieraschi presenti all’incontro.

Dopo un anno trascorso con il dislivello del lago contenuto nell’ordine dei 70 centimetri, infatti, c’era il timore che quell’accordo faticosamente raggiunto grazie alla sapiente mediazione prefettizia e al Piano di Protezione civile predisposto dalla Provincia fosse tanto provvisorio da saltare.
Accordo che era stato duramente contestato dal Coordinamento delle Pro loco, che dopo una drammatica divisione interna si era rivolto ai sindaci rivieraschi senza dare adito ad equivoci su quella che era la posizione ufficiale: “Hanno calato le braghe”.
Sul fronte fino ad allora compatto dei rivieraschi si erano generate profonde divisioni che non lasciavano presagire nulla di buono.
Scoprire in questi giorni che nessuno più mette in discussione il minimo deflusso vitale del lago e che la strada da tutti scelta è quella del dialogo, stempera le tensioni. Sopratutto spinge anche Aldo Armani, portavoce del Coordinamento delle Pro loco, ad ammettere che l’accordo raggiunto in prefettura è stato importante e che ha segnato una svolta.

“Di acqua ce n’è sempre di meno, serve a tutti e nessuno mai sul lago ha detto che non si vuole darne all’agricoltura – ci ha detto il vice-sindaco bagosso Enzo Melzani -. Solo bisogna tenere conto anche del fatto che non si possono più chiedere 3 metri e 35 di lago. Ben vengano dunque nuovi sistemi di irrigazione, le regolazioni delle dighe a monte del lago e anche la possibilità di utilizzare ex cave come bacini idrici di riserva”.
Insomma, sulla falsariga indicata dall’accordo raggiunto in Prefettura tutti sembrano convergere, fra le montagne ed in pianura.
Unica voce fuori dal coro quella dell’Enel: “Il protocollo prefettizio è stato un evento contingente e lo spostare la regolazione del lago d’Idro all’Alto Chiese non è sostenibile per il futuro” ha affermato per conto dell’Ente Energia l’ing. Alberto Sfolcini.

Allegata in .pdf una dettagliata relazione sulla riunione lonatese gentilmente inviata a vallesabbianews.it sotto forma di Lettera al Direttore dal Club "Lago d'Idro e Valle Sabbia" degli "Amici della Terra".

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