05 Maggio 2016, 13.19
L'angolo di don Claudio

Democrazia, dignità umana ed emancipazione sociale

di don Claudio Vezzoli

Oggi assistiamo alla crisi del diritto: ce ne rendiamo conto quando si compiono degli atti legislativi, quando un tribunale emette una sentenza, assistiamo al difficile rapporto tra magistratura e potere esecutivo. È un problema che riguarda non solo il mondo giudiziario ma anche la chiesa


Tra le luci va evidenziato il fenomeno segnalato molto positivo della accresciuta consapevolezza della dignità  e della libertà della persona umana. Il vero fine sociale è la persona umana, ma tra le ombre si evidenzia la mancata fiducia sulla efficacia delle leggi, incapaci molte volte di tutelare la dignità della persona umana e lo stesso bene della società che non può essere ridotto a solo benessere economico o edonistico dell’individuo.

La dottrina sociale della chiesa insegna che una autentica democrazia è possibile solo in uno stato di diritto e sulla base di una retta concezione della persona umana. In altre parole  uno stato di diritto non è quello in cui la volontà del cittadino diventa fonte esclusiva di ogni valore e di ogni verità dell’uomo, di ogni principio morale e di ogni legge, prima di tutto e di tutti c’ è il diritto alla vita.

La democrazia ha bisogno della verità, ed il relativismo e l’agnosticismo non solo la via per garantire una vera democrazia. Occorre ritornare alle verità trascendenti e al rispetto delle leggi naturali: pensiamo  al rispetto  della famiglia per esempio , ma ancora all’impegno etico che molte volte è misconosciuto dal legislatore e perciò provoca l’immoralità nella nostra società, dove tutto è lecito e fondato sul proprio “io”.
Il cristiano  non guarda agli schieramenti politici, ma guarda in alto per respirare la comunità trinitaria, sa che è proprio nelle fasi di forte crisi, cioè di passaggio, che si aprano spazi inattesi per la messa in cantiere di nuove progettualità.

Il tempo che viviamo è una occasione affinché la nostra associazione possa attingere forza ed energia nella dottrina sociale della chiesa ; essa  sa che è importante  coniugare gli interessi che rappresentiamo con i valori a cui ci ispiriamo. La comunità cristiana svolge una funzione importante: quella di coniugare la sua funzione spirituale nella dimensione dell’impegno civile, della partecipazione e quindi della emancipazione sociale, funzione fondamentale per la democrazia.

Da cristiani e cattolici dobbiamo essere costruttori di democrazia,dobbiamo partire dal basso nella logica del dono, testimoniare la visione cristiana dell’uomo, dove l’efficienza non è l’unico criterio di valutazione,dove il cristiano vive  e  testimonia i  valori naturali e cristiani in ogni ambito della propria esistenza.

Siamo consapevoli che là dove c’è la perdita della dignità umana, in ogni sua forma, la verità di Cristo non deve risuonare come dottrina astratta, ma come forma solidale  e vissuta nell’amore evangelico. Ormai  il cristiano è impegnato a superare  la scollatura tra privato e pubblico che esiste oggi nella società e testimoniare con coraggio la sua fede , missionari in un mondo complesso e  pieno di difficoltà, ma è il mondo in cui noi non vogliamo sfuggire ma renderlo un po’ più bello consapevoli di essere il lievito evangelico che fa fermentare la massa.


Commenti:
ID66021 - 05/05/2016 14:08:15 - (Dru) - interessante

lei dice che tra le luci vi è un fenomeno positivo. Ma se guardiamo al fenomeno, se facciamo l'analisi di esso, la luce e il positivo non è qualcosa che del fenomeno può esser disconosciuto. Faccio un esempio: tra le luci va evidenziato che l'omicidio (un fenomeno) è positivo (non negativo), perché se fosse negativo si dovrebbe dire: tra le luci non va evidenziato che l'omicidio è un fenomeno positivo, o piuttosto: tra le luci va evidenziato che l'omicidio non è un fenomeno positivo, o piuttosto: tra le luci va evidenziato che l'omicidio è un fenomeno non positivo. Ma entrambe le soluzioni, cioè sia quella da lei evidenziata, sia quella da me proposta, sono dei positivi. Questo suggerisce al pensiero moderno che ogni vincolo e ogni legge è un finto vincolo e una finta legge. Limiti, che come tali vanno superati...

ID66022 - 05/05/2016 14:12:06 - (Dru) - il fenomeno

il fenomeno, per il tempo che é, è in luce. Il fenomeno negativo, per il tempo che è, è positivo. Il fenomeno è a tempo e il suo medium è l'esperienza. la conoscenza poi, per cultura, destina la positività o la negatività del fenomeno, ma un fenomeno negativo è contraddittorio. Perché un fenomeno è sempre positivo. il suo negativo è il non-fenomeno.

ID66023 - 05/05/2016 14:16:07 - (Dru) - che il vero fine sociale sia la persona sociale

rimanda ad una causa finale... ma la predestinazione e la previsione di un fenomeno è contraddizione se vuol esser vera. Per principio un fenomeno è in sé possibile, non necessario. Ma la verità è necessaria, quindi un fenomeno non è mai vero, è solo possibile.

ID66024 - 05/05/2016 14:20:21 - (Dru) - La dottrina sociale della chiesa insegna che una autentica democrazia è possibile solo in uno stato di diritto

Ma la democrazia non vuole esser vera, né tanto meno autentica e, come fenomeno, vuole essere solo una giusta interpretazione del consenso delle maggioranza. Quindi affatto autentica, ma efficace e per nulla vera.

ID66025 - 05/05/2016 14:21:19 - (Dru) - efficace significa

che è consensuale...

ID66043 - 06/05/2016 12:32:46 - (Dru) - Se..

qualcuno, o qualcosa, ci uccide, qualcun altro, sempre per cultura, perché morire di una cosa è il suo nulla (o Dio), o perseguitarà quel qualcuno, o qualcosa, perché non voleva che quel primo qualcuno, o qualcosa, morisse, andasse nel nulla (o in Dio). Ma qualcun altro ancora, lo stesso qualcuno, o qualcosa, che ha agito, magari chi, o cosa, ha armato chi ha agito... dopo

ID66044 - 06/05/2016 12:34:28 - (Dru) -

... dicevo, quel qualcuno ci vuole morti. Dopo

ID66045 - 06/05/2016 12:42:38 - (Dru) - E

Quel qualcun altro ci vuole vivi...dopo.. dentista

ID66046 - 06/05/2016 12:45:11 - (Dru) -

Cioè quel qualcuno è quel qualcun altro sono volontà sul "nostro" essere..

ID66050 - 06/05/2016 18:05:00 - (Dru) - a questo punto

volere che l'essere si vivo o volere che l'essere sia morto è lo stesso, perchè per quel volere, che l'essere sia vivo o morto, significa sapere che l'essere è morto, è nulla. Altrimenti per quale motivo il volere vorrebbe un essere vivo?

ID66051 - 06/05/2016 18:05:06 - (Dru) - a questo punto

volere che l'essere si vivo o volere che l'essere sia morto è lo stesso, perché per quel volere, che l'essere sia vivo o morto, significa sapere che l'essere è morto, è nulla. Altrimenti per quale motivo il volere vorrebbe un essere vivo?

ID66074 - 08/05/2016 22:32:08 - (Dru) - L'intenzione è quindi preceduta e sempre da una conoscenza

E in questo caso dal sapere un ente morto, cioè un esser morto che si può voler vivo: o con l'amore di Dio, o con quello della legge, o semplicemente con l'afferto mterno. Ma l'esser morto, il nulla, può davvero apparire? Dico può essere una conoscenza vera?

ID66149 - 13/05/2016 15:13:20 - (sonia.c) - democrazia ,dignità umana ed emancipazione sociale..

sono state votate ieri .voi, siete contro tutti questi nobili fini descritti nell'incipit. punto.

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