Cavatore ed artista

A curare l’allestimento della mostra sono stati il figlio Leonardo e la moglie Pierina Zani, che hanno così ricordato il proprio congiunto a sette anni dalla scomparsa.
Sotto il patrocinio dell’Amministrazione comunale vestonese, sono state presentate sedici opere pittoriche (olio su tela); otto sculture in marmo e altre sculture in legno.

La produzione proposta ha coperto l’ultimo trentennio, spaziando dagli anni ’80 agli anni ’90 al Duemila.
Nelle intenzioni dei curatori la rassegna ha voluto essere un ricordo dell’artista Maccarinelli, una persona – come evidenzia il catalogo della mostra – silenziosa, ma profondamente amante dell’arte in tutti i suoi aspetti.

Nato a Prevalle, ai confini con la Valsabbia, sul finire degli anni Trenta, Amando - come tutti i ragazzi della sua generazione - si divide tra gli impegni scolastici e l’aiuto alla famiglia. Al padre Pietro, che è impegnato nelle cave di marmo del paese, il piccolo Armando porta quotidianamente il pasto, nelle pause della coltivazione delle cave di marmo, tratto distintivo di quella località.

La possibilità di accostarsi all’attività marmorea fa nascere nel giovanissimo Armando il desiderio di eseguire sagome di animali sulle pietre che trovava lungo il percorso che conduceva alla cava, dove era impegnato il padre.

Già all’età di 13 anni, affianca il genitore nel gravoso impegno di cava. Oltre al lavoro il giovane Armando ha un’altra grande passione: il ballo.
E proprio questo hobby lo porta a frequentare i locali che punteggiavano la nostra vallata e, in particolare, la sala da ballo vestonese chiamata confidenzialmente “Lazaret”, dove conosce la futura moglie.

Poco più che Trentenne, Armando si sposa e si stabilisce a Vestone, lasciando l’amata comunità di Prevalle.
Il distacco dal paese natale lo porta ad allontanarsi dall’attività legata alla lavorazione del marmo e dalle sculture con esso realizzava. Per colmare questo vuoto artistico, Armando si avvicina , da autodidatta, alla pittura. I pennelli e la tavolozza sono gli strumenti attraverso i quali si esprime in quella fase il suo estro d’artista, grazie a opere dedicate al paesaggio e al contesto rurale.

Tuttavia il richiamo della scultura è ancora forte in Armando, tanto da farlo avvicinare, in una prima fase, alla lavorazione del legno e poi a farlo riaccostare all’amato marmo. Durante gli anni ’80 le opere di Armando entrano nelle case dei valsabbini, dei tanti amici di Prevalle, e i suoi lavori trovano una importante vetrina in rubriche d’arte trasmesse dalle nuove emittenti televisive bresciane.
Dopo quella fase Armando si lega sempre più all’arte marmorea, anche grazie all’opportunità di utilizzare un fienile messo a disposizione da un amico fraterno.

Tra opere di Armando si annoverano la ghianda che adorna la fontana posta nella piazza di Promo e altre diffuse in vari luoghi del Bresciano

Giancarlo Marchesi