25 Febbraio 2016, 07.23
Epidemie

Altra epidemia in arrivo?

di Jessica Freddi

Da qualche mese sentiamo parlare del virus Zika. Sembrava che questa nuova malattia dovesse riguardare solo l’America latina, ma dagli ultimi casi scopriamo che si sta spostando anche ad altri continenti


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Il virus Zika non è nuovo agli studiosi: il primo caso fu trovato su una femmina di macaco nel 1947, nella Foresta Zika, in Uganda.
Negli anni seguenti la malattia, nota come “zika” o “febbre zika” si spostò sugli esseri umani, principalmente in altri Paesi africani, come Tanzania, Egitto e Senegal: la febbre si contrae di solito tramite punture di zanzare, anche se recentemente è stato documentato, negli Stati Uniti, il secondo caso accertato di trasmissione per via sessuale.

Nell’ultimo decennio il virus ha toccato ogni continente: in Asia, qualche anno fa, nel 2015 in moltissime zone del Sud America, nelle settimane scorse anche negli Stati Uniti, importato da viaggiatori sani di ritorno da Paesi in cui il virus è già presente.
Il 4 febbraio Zika tocca anche l’Europa: in Spagna viene segnalato il primo caso di donna incinta contagiata dal virus Zika.
Dato che non esiste una terapia per debellare l’infezione, l’unica cura resta la prevenzione: evitare viaggi nelle aree epidemiche, e usare repellenti aggressivi contro le zanzare.

I sospetti malati vanno subito isolati dal possibile contatto con zanzare, per evitare il rischio di trasmissione locale, e si devono evitare donazione di sangue da questi soggetti.
Il problema maggiore risiede nel fatto che il virus si presenta in molti casi senza sintomi o con sintomi molto lievi, quindi è facile scambiarlo per altre malattie: febbre, semplici eruzioni cutanee, congiuntivite e mal di testa potrebbero essere i sintomi di moltissime altre patologie.

Uno degli aspetti più distruttivi di questa malattia si presenta quando il virus colpisce le donne incinte: l’infezione del virus Zika può determinare nel bambino microcefalia e gravi malformazioni.
L’anno scorso in Brasile c’è stato un notevole incremento di casi di microcefalia, la cui causa sembra essere in stretta relazione con l’infezione Zika delle future madri: il virus è stato infatti trovato nel tessuto cerebrale del feto, confermando la relazione tra malattia e microcefalia nel nascituro.

L’aumento dei casi di microcefalia in Brasile è stato allarmante: 3500 nel 2015, solo 150 del 2014.
Ciò che accade oltreoceano sembra sempre molto lontano, ma nemmeno l’Italia si è sottratta a questa nuova malattia: il 6 febbraio sono stati segnalati 9 casi di infezione nel nostro Paese.

Proprio sul Lago di Garda, Sofia, 26 anni, incinta, ha scoperto a poche settimane dal parto che il suo bambino era affetto da gravi malformazioni al cervello, che gli avrebbero impedito di vedere, sentire e parlare.
Il contagio con Zika è avvenuto in Brasile, dove la madre, che si era trasferita in Sudamerica nel 2012 per studiare biologia all’università, ha vissuto parte della gravidanza.

A giugno aveva avvertito i primi deboli sintomi, ma era stata rassicurata dalla ginecologa: in effetti, i sintomi per chi contrae la febbre Zika sono lievi e non si può far altro che riposare ed evitare di esporsi ulteriormente a zone a rischio.
Durante le ultime visite però si è notato nel piccolo qualcosa che non andava; il 15 ottobre Sofia è stata indotta al parto, perché il bambino non dava più segni di vita.

Questo mese, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato che il virus Zika rappresenta un’urgenza di sanità pubblica di portata internazionale, suggerendo addirittura l’aborto nei casi in cui il feto è affetto da malformazioni cerebrali, per evitare di aumentare i già numerosi casi di microcefalia causati da Zika: non solo perché il Brasile, il Paese più colpito, ospiterà le Olimpiadi tra qualche mese, ma anche perché la malattia si sta diffondendo ovunque e i soggetti colpiti si moltiplicano.

Incredibile, nel 2016, dover combattere ancora epidemie così subdole, incredibile che una madre ignara, in Italia, si trovi faccia a faccia con il dolore e con una malattia che sembrava così lontana.





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