Non ha retto il cuore del piccolo Klaidi

Il piccolo Klaidi Hamati non ce l’ha fatta. Il cuore del bambino di origine albanese, che con i genitori abitava a Salò, ha smesso di battere nella notte. Aveva appena undici mesi.
Era stato ricoverato in gravissime condizioni al civile di Brescia, nel reparto di rianimazione della clinica pediatrica, dopo l’incidente stradale di mercoledì mattina sulla tangenziale sud, in località Mazzano.
I medici non hanno ancora sciolto la prognosi per la mamma, Mimoza, 27 anni, ancora in rianimazione. Il papà, Orjon, 33, disperato, la segue da vicino, con la speranza che possa riprendersi in fretta.

La famiglia Hamati abita a Salò, al numero 2 di via Belvedere, la salita conosciuta per l’ex insediamento dell’Enel.
«Bravissime persone -dice la signora Teresa Soiola, che risiede al piano sotto -. Ho appena saputo la terribile notizia, e sto ancora piangendo. Klaidi era un amore di bambino. Cominciava a muovere i primi passi. Quando mi vedeva, si slanciava verso le mie braccia, sorridendo. Non so chi avrà il coraggio di avvertire la mamma, una donna molto apprensiva. No, non ho ancora visto nessuno. È un dramma».
Orjon, il papà, è originario di Pogradec, una cittadina sul lago di Ohrid, al confine con la Macedonia e la Grecia. È da parecchio tempo sul Garda. All’inizio risiedeva a Toscolano Maderno. Nel luglio 2003 il matrimonio con Mimoza, nata a Lushnje, una zona agricola dell’Albania. Qualche mese dopo, anche lei si è trasferita in Italia. La coppia ha trovato casa a Salò, più vicino al lavoro di Orjon, magazziniere di un mobilificio a Cunettone.

Una vita semplice, la loro, rallegrata dalla nascita di Klaidi, avvenuta il 10 febbraio 2007 nel reparto di maternità dell’ospedale di Desenzano.
Mercoledì mattina la famigliola tornava da Brescia, dove si era recata abbastanza presto per effettuare alcune prelievi del sangue al bambino. In tangenziale, proprio all’altezza dei due distributori Ip, il tragico impatto.
Un autoarticolato, di una ditta calabrese, condotto da un serbo 40enne, è sbandato, finendo sulla carreggiata opposta mentre giungeva la Renault Megane degli Hamati.

Tremendo l'impatto. I vigili del fuoco hanno dovuto tagliare le portiere della vettura. Le condizioni della donna e del figlioletto, trasportate in eliambulanza al Civile, si sono rivelate molto gravi. Orjon, invece, se l’è cavata con poco. Medicato, ha subito chiesto di uscire, per andare dalla moglie e da Klaidi. Nella notte, il decesso del piccolino.
Intanto emergono altri dettagli sul camionista responsabile dell’incidente: non solo è clandestino, ma la sua patente si è anche rivelata falsa. Incredibile che, nella sua posizione, gli fosse stata affidata la guida di un Tir (di un’azienda calabrese).
«Ma sugli immigrati non bisogna fare di ogni erba un fascio. Spesso - prosegue l’anziana vicina di casa, la signora Teresa- si cade in questo errore, ma tra loro c’è anche brava gente, come questa famigliola albanese, Gli Hamati stavano per cambiare casa. Si sarebbero trasferiti vicino alla piscina. Anch’io ho trovato da quelle parti. Ero contenta, perchè avrei continuato a vedere Klaidi, che per me, vedova, era come un nipotino».
E col fazzoletto si asciuga le lacrime.

Sergio Zanca da Bresciaoggi

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