10 Febbraio 2016, 17.28
Vallio Terme
La scoperta

È proprio il Castrum di Vallio

di Cesare Fumana

L’individuazione del famoso castello, di cui si conosceva l’esistenza ma non l’esatta ubicazione, svelata a Vallesabbianews da Gabriele Bocchio, trova conferma dal prof. Brogiolo, ordinario di Archeologia medievale all’Università di Padova e da Marco Baioni, direttore del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo


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I ruderi presenti in località Sant’Apollonia, sopra l’abitato di Porle, sono proprio i resti del famoso castrum di Vallio, di cui si racconta in numerosi documenti fin dal 1100, ma che fino alla fine dello scorso anno, quando Vallesabbianews ha pubblicato la ricerca di Gabriele Bocchio, ricercatore archivistico e archeologo del Museo di Gavardo, non si sapeva dove era collocato.

La conferma che si tratta proprio del famoso castello di Vallio giunge da due esperti: il prof. Gian Pietro Brogiolo, ordinario di Archeologia medievale all’Università di Padova, e dal dott. Marco Baioni, direttore del  Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo.

Il bello è che dell’esistenza di questo castello era nota da tempo sia al Gruppo Grotte sia al Museo di Gavardo.
Il sito, infatti, venne individuato da Angelo Landa nel 2003 durante una campagna di ricognizioni eseguita proprio dall'associazione gavardese, coordinate dal Museo Archeologico della Valsabbia e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia.

A Vallio Terme, però, di questo ritrovamento non era giunta voce. La motivazione l’ha data lo stesso Baioni: “Rendere noto a tutti dell’esistenza di un sito come questo, potrebbe richiamare l’attenzione di qualcuno intenzionato a scovare e ad appropriarsi di alcuni preziosi reperti”.

Qualcosa gli stessi archeologi del Gruppo Grotte, hanno già ritrovato ed è ora custodito presso il museo gavardese: si tratterebbe di alcune monete.
Una curiosità: fra queste monete, ne risultano alcune contraffatte. L’ipotesi formulata dai ricercatore  che una volta caduto in disuso, il castrum fosse utilizzato come zecca clandestina, lontano da tutto e da tutti.

E adesso che è stato individuato, si potrebbe riportare alla luce qualcosa di più, visto che il sito risulta quasi interamente ricoperto da vegetazione e si individuano solamente parte dei muri perimetrali?

Della questione si interesserà anche il lavoro di ricerca che vedrà coinvolti anche gli studenti del prof. Brogiolo per una Summer School, ma al momento non esistono progetti di scavo, che richiederebbero permessi particolari della Sovrintendenza e naturalmente dei fondi per avviare i lavori.

L’individuazione del luogo dove era collocato il castello di Vallio ha comunque soddisfatto una curiosità che nel piccolo paese valsabbino serpeggiava da tempo.




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