In Siria una «guerra mondiale locale»

In tanti hanno partecipato venerdì sera alla serata dedicata a capirne di più sul conflitto siriano, andata in scena al Salone Pio XI di Gavardo.
Teatro pieno e tanti giovani interessati a un argomento di cui si sente tanto parlare ma di cui si conosce poco nei dettagli.

Quello di venerdì era il primo appuntamento di Fabula Mundi in Valsabbia, rassegna di geopolitica internazionale organizzata dalle Acli provinciali e e Ipsia Brescia Onlus, con la collaborazione del Circolo Acli Medio Chiese e delle parrocchie dell’erigenda Unità pastorale di Gavardo.

Dopo l’introduzione di Roberto Toninelli delle Acli di Brescia e di Daniele Franceschini, presidente del Circolo Acli Medio Chiese, è toccato al prof. Michele Brunelli, docente presso l'Università Statale di Bergamo e alla Cattolica di Brescia, illustrare l’origine e lo sviluppo del conflitto in Siria, presentando gli attori in campo e le questioni che sottendono al conflitto.

Se Papa Francesco parla di “Guerra mondiale a pezzi”, per Brunelli si tratta invece di una “guerra mondiale locale”. Una definizione che potrebbe sembrare un ossimoro, ma che dal suo punto di vista non lo è. E lo ha spiegato.

Locale perché gli sconti sono in atto in Siria e in una zona ben circoscritta, ma essendoci molte forze e anche nazioni esterne che danno il loro appoggio alle diverse fazioni, si capisce che il conflitto ha un’estensione mondiale.

Brunelli ha presentato nel dettaglio le varie fasi, partendo da una rivolta sulla scia dalle “rivolte arabe” (definizione preferita rispetto a “primavera araba”), che via via ha visto le due iniziali fazioni in campo, il presidente Bashar al Assad da una parte e il Free Syrian Army dall’altra, trovare appoggi esterni.

Sullo sfondo un conflitto religioso interno al mondo musulmano fra Sciiti e Sunniti (e quindi fra Iran e Arabia Saudiata), e la mai risolta questione palestinese, che da decenni insanguina il Medio Oriente.

In questa situazione di instabilità, sono entrate in campo anche le milizie islamiche dell’Iraq, con l’intenzione di occupare il vuoto lasciato dal regime siriano.

A supporto delle varie fazioni, sono poi arrivati gli Stati Uniti da una parte, con l’intenzione di provocare un cambio di regime in Siria, e la Russia dall’altra, a difesa di Assad.

Una situazione sempre più complessa dove a farne le spese è la popolazione civile, che per sfuggire ai vari bombardamenti è costretta a fuggire, chi nel vicino Libano e chi in Turchia e in Europa, con un problema migratorio che costringe ad aprire gli occhi anche di noi Europei su quanto sta accadendo in Medio Oriente.

Venerdì prossimo il secondo appuntamento della rassegna dove si parlerà di Libia, un’altra zona di instabilità, un altro dei luoghi di questa “Terza guerra mondiale a pezzi”.