Paura, ma rapida soluzione, a Nozza

Grossa fuga di metano ieri mattina a Nozza di Vestone, dallo scavo che serve ad erigere la nuova ala della sede della Comunità montana. Erano le sette e mezzo del mattino e gli operi della ditta impegnata nell’impresa, nonostante il sabato e la pioggia, avevano già iniziato ad allargare lo spazio da dedicare al seminterrato.
Improvvisamente un dente della grossa pala di un escavatore si è infilato per intero dentro un tubo del gas, del diametro di 25 centimetri, che ha iniziato pericolosamente a fischiare. Immediata la fuga degli operai dalla zona e la telefonata al numero verde Asm.

In poco tempo sul posto si sono così ritrovati la squadra reperibile accorsa da Vobarno, i Vigili del fuoco volontari di Vestone, una pattuglia della Stradale e gli amministratori comunali del centro valsabbino, sindaco in testa, col timore di dover affrontare un rischio ben maggiore di quello che alla fine si è rivelato essere.
Il metano che fuoriusciva dalla fessura, nella quale si potevano infilare comodamente due mani, infatti, si sfogava tutto verso l’esterno.
Diverso sarebbe stato il rischio se la frattura avesse convogliato il gas combustibile verso altri sottoservizi, magari pozzetti Enel o fognature, infilandosi poi nelle case.

Dopo aver analizzato con gli strumenti la saturazione dell’aria, escludendo quindi fin da subito di dover fermare il traffico lungo la 237 del Caffaro o l’evacuazione delle case vicine, i tecnici sono riusciti ad applicare al tubo rotto un collare di tenuta, lavorando alla sistemazione provvisoria fino alle 13.
Nessun disagio è stato avvertito nelle case della zona, tranne che per il forte odore di metano che è rimasto avvertibile per alcune ore. La frazione di Nozza, infatti, è servita da Asm da una rete “magliata” che si basa sulla presenza di tre “gruppi di riduzione finale” che nel gergo vengono definiti “cabine di secondo salto”.

Isolata una, come nel caso di quella presente nel piazzale della Comunità montana a pochi metri dalla rottura del tubo, la pressione negli impianti è stata mantenuta dalle altre due quasi per intero.
L’unico, ulteriore rischio, poteva essere rappresentato dalla presenza nelle case di vecchi fornelli a gas, quelli che non bloccano il metano quando si spengono.
Almeno in teoria, con il calo di pressione, la fiamma avrebbe potuto spegnersi e il gas prendere a saturare la stanza.
I tecnici hanno quindi dovuto visitare tutte le case di Nozza per sincerarsi di escludere questa pur remota eventualità.

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