31 Dicembre 2015, 08.03
Terza pagina

Io sono molto più intelligente di voi.

di Dru

Oggi vi spiegherò perché io sono molto più intelligente di voi e lo so. È chiaro che so molto più di voi e è chiaro che lo so con intelligenza quella che a voi manca


Cosa significa sapere?
Sapere riguarda la coscienza.
La coscienza è la presenza e l'io fa parte di questa presenza.

Ma non solo l'io, come l'io, nella coscienza di quella affermazione iniziale, sono anche le altre parole, fin dove ci saranno parole.

Se l'intelligenza è identità della conoscenza con la cosa conosciuta
, cioè la relazione che unisce la coscienza con ciò che è contenuto della coscienza, il soggetto all'oggetto per intenderci, è ovvio che chi dicesse che è meno intelligente di voi avrebbe quantomeno questo di problema: che se finalmente e veramente riconoscesse di esserlo, allora riconoscerebbe qualcosa perché più intelligente, quella intelligenza appunto che identifica il soggetto (l'io) con l'oggetto (sono meno intelligente) che gli fa dire di essere meno intelligente, si che o dice il falso, ma se dice il falso dice il vero, perché se dire che si è meno intelligenti è falso, allora è vero che quel dire  è meno intelligente, almeno per questa coscienza (la mia) che lo riconosce,  o dice il vero, ma se dice il vero allora dice il falso, perché se dire che si è meno intelligenti è vero, allora è falso che quel dire è meno intelligente, almeno sempre per questa coscienza (la mia).

E questo significa problema, problema significa che una cosa non è né vera né falsa, cioè può ancora essere entrambe le cose, poiché alla presenza, cioè alla coscienza, non è ancora chiaro cosa sia.

Mentre io sono molto più intelligente di voi e vi ho anche mostrato come lo so.

L'obiezione potrebbe colpire il fondamento di quanto scrivo, e cioè che non è vero che l'intelligenza è l'identità, ma questa obiezione, o negazione, è autonegazione, perché per essere deve essere identità, allo stesso modo di quanto dico sopra e negando l'obiezione stessa.

Ora, oggi ho avuto un alterco al bar, per questo strano mio modo di riconoscere e quindi palesare questa che è per me un'ovvietà.
Ma gli animi dei miei due interlocutori si sono subito accesi per questa mia intelligenza, che per loro era un difetto.

Sappiate infatti che chi è sincero con se stesso e con gli altri è sempre e facilmente in difficoltà con se stesso e con gli altri, perché l'intelligenza è un'esperienza molto difficile, molto più facile non averne.

Questo scritto è per il mio amico Sergio e per mio zio Alberto, che sono meno intelligenti di me.




Commenti:
ID63258 - 31/12/2015 16:26:44 - (Leretico) - L'intelligenza, si sa...

L'intelligenza non è l'identità del sapere e della cosa conosciuta, ma per essa "si intende quel processo mentale che permette di acquisire nuove idee e capacità che consentono di elaborare concetti e i dati dell'esperienza per risolvere in modo efficace diversi tipi di problemi". In questa definizione si pone l'accento sulla capacità di risolvere problemi previa l'elaborazione di nuovi concetti. Questa capacità dipende a sua volta dalla capcità di intendere velocemente il contingente per adattarvisi. Ora è inutile rendere difficile ciò che è facile ed è altrettanto sterile buttarla sempre in filosofia come altri lo fanno con la politica. Il caso è semplice: è poco intelligente dire di essere il più intelligente perché un tale giudizio, si sa, è sempre materia altrui. Chi in ogni caso, non sapendolo, si prende il rischio di tale affermazione riguardo a se stesso, come minimo corre

ID63259 - 31/12/2015 16:27:28 - (Leretico) - continua

il rischio del ridicolo. Il segreto è tutto in quel "si sa".

ID63262 - 31/12/2015 17:11:06 - (pasquino sabbino) - Bum bum Dru

Ormai, in megalomania, hai raggiunto Oscar Wilde che affermava :" spesso sostengo lunghe conversazioni con me stesso e sono cosi intelligente che a volte non capisco nemmeno una parola di quel che dico". Grande Dru!!. Buon anno a tutti!

ID63264 - 31/12/2015 18:29:49 - (Dru) - Caro Leretico

Adoperi le parole come fanno bambini con in mano coltelli molto affilati, ma dalla parte della lama. Ti esorto a leggere il continuo della questione che farò pubblicare magari ancora domani. Per adesso ti esorto a sostenere tesi, che sembrano più definizioni di vocabolario, contornandole di giustificazioni e di porre negazioni che non hanno solo il pregio di mettere un non davanti alle mie parole, per altro non superando di nulla l'ovvia obiezione che ho posto in articolo. È impossibile che l'intelligenza non sia identità tra soggetto e oggetto. Ma questo non credo che tu possa ancora comprenderlo a pieno, altrimenti non avresti scritto che l'intelligenza non è l'identità tra coscienza e suo contenuto, per altro poi descrivendone una sua palese forma. Perché cosi ti contraddici.

ID63265 - 31/12/2015 18:30:56 - (Dru) - Caro pasquino

Semplicemente mi diletto di verità.

ID63266 - 31/12/2015 18:59:26 - (Dru) - Ops

L'obiezione è posta nel prossimo articolo. Che d'altronde ho scritto assieme al primo... Comunque, Pasquino, non sei molto lontano dalla mia realtà, sei intelligente?

ID63267 - 31/12/2015 19:03:03 - (Dru) - Ah no,...

Compare anche in questo l'obiezione.

ID63268 - 31/12/2015 19:14:48 - (Dru) -

Se l'intelligenza non fosse quella relazione o identità, tra la coscenza e il contenuto di questa coscienza, sarebbe il suo contrario e cioè separazione, si che la coscienza non riconoscerebbe il suo contenuto. Se per essere intelligenti si deve essere incoscenti, allora Leretico ha ragione.

ID63271 - 02/01/2016 13:37:17 - (cleopatra) - che 'nteligentoni

...se vèt ke ghi gnent'oter da fa ke perder tep a di c.s..e

ID63272 - 02/01/2016 14:31:32 - (ubaldo) - Guardi Cleopatra...

Visto che il suo intervento si limita al dileggio, sappia che se non ha nulla dire a riguardo nessuno la obbliga a commentare.

ID63274 - 02/01/2016 16:14:41 - (Dru) -

E soprattutto a leggere, che son sicuro avrà avuto i suoi problemi il Cleopatra.

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