In crisi le piccole realtà

Che effetto può fare ad un commerciante, dopo tanti anni di sacrifici, di impegno e devozione per la propria attività, abbassare per l’ultima volta le saracinesche, sentire per l’ultima volta quel rumore di molle misto a ruggine che per tutta la sua vita lo ha accompagnato e si è abituato a sentire due volte al giorno, la mattina all’apertura e la sera per la chiusura? Negli ultimi anni sono tantissime le attività che a Vobarno hanno fatto quella fine, Chiudendo definitivamente i battenti.
Basta fare un giro per il centro storico, passando dalla Piazza, salendo per Via Catazzi, e ci si rende conto di quante sono le vetrine vuote e i cartelli “vendesi”.

Solo per ricordare quelli degli ultimi anni: hanno chiuso ci sono “la bottega di Monica”, “Security Jeans”, “elettrodomestici Cadenelli”, “Profumeria Vanità”, “Cartolibreria ABC” e molti altri stanno rischiando la chiusura.
Non è facile capire i fattori che hanno portato a questa situazione, sicuramente la parte del leone l’hanno f atta i centri commerciali che sono fioriti numerosi nei dintorni (Italmark Villanuova, Bennet, Il Leone, e presto Brico a Roè), che hanno prezzi concorrenziali e possono offrire una scelta di merci più ampia, oltre che permettersi campagne pubblicitarie colossali.
Vanno ad unirsi ad essi altri fattori, come la difficoltà di raggiungere alcuni negozi e di poter parcheggiare vicino, anche se per dirla tutta, molte volte in un centro commerciale si parcheggia molto lontano dall’ingresso.

La conseguenza di ciò è ad ogni modo lo svuotamento dei centri abitati durante le ore diurne, perché la maggior parte dei residenti lavorano fuori paese, vanno a fare acquisti in grossi ipermercati, la sera la passano in locali (a Vobarno scarseggiano sia birrerie, sia Pub e gelaterie) nei paesi limitrofi, con una predilezione per Salò o Desenzano, e restano a Vobarno solo durante la notte.
E’ stato triste vedere le vie del paese, soprattutto durante il periodo delle feste natalizie, praticamente deserte, così come i negozi ed i bar. Salvo rare eccezioni limitate nel tempo, Vobarno sembrava uno di quei paesini abbandonati del Far west che vediamo nei film. Condizione che non incentiva certo i commercianti ad investire o ad aprire nuove attività.

Questo anche malgrado gli sforzi profusi dall’Amministrazione comunale e dalle associazioni per animare le strade organizzando mercatini in piazza e permettendo agli esercizi aperture domenicali.
Di soluzioni all’orizzonte non se ne vedono molte e il trend a cui stiamo assistendo sembra destinato a continuare.
L’unica zona di possibile sviluppo sembra essere quella dell’ex area Falk, ma pure lì i piani di edilizia adottati non fanno presagire un futuro troppo roseo, con quei grandi casermoni che i vobarnesi hanno già soprannominato “alveari”.

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