Frau, da Salò a Roma, e ritorno

“Salò vi acclama primo fra i suoi cit¬ta¬dini, riaf¬fer¬man¬dovi quella devozione fra¬ter¬na¬mente affet¬tuosa che è già nel cuore di tutti”. Con queste parole, nel gennaio del 1923, il comune di Salò conferì a Gabriele D’Annunzio la cittadinanza onoraria.
E ieri l’onore è toccato a un altro salodiano: Aventino Frau, da sempre sulla scena politica gardesana e non solo.
Ad attenderlo la Sala Provveditori del Comune di Salò, dove sono arrivati in molti ieri pomeriggio per assistere alla cerimonia e salutarlo, dopo aver appreso qualche giorno fa la notizia della deliberazione per il conferimento da parte del consiglio comunale, a seguito della proposta del sindaco Cipani.

La sala piena è stata da subito testimonianza evidente del fatto che la gente è molto legata a Frau, vicentino di nascita ma salodiano d’adozione.
Durante la conferenza si è ripercorsa la vita del politico grazie a immagini tratte anche dal suo archivio personale: i ricordi partono dagli albori, quando Aventino si trasferisce a Salò e vive in prima persona, da bambino, i momenti della Seconda Guerra Mondiale, per poi proseguire nella sua vita da adolescente, quando a 14 anni diventa “sindaco” di uno dei comuni in cui era stata divisa la “Salò, città dei ragazzi”.
Potevano sembrare solo giochi, ma tutte queste esperienze hanno contribuito alla sua formazione politica, come dimostrano le elezioni comunali degli anni ’60: a 21 anni è eletto sindaco di Puegnago, diventando così nel 1960 il sindaco più giovane d’Italia, e a 25 anni passa alla guida di Gardone Riviera, dove verrà rieletto altre tre volte.

Questi sono solo gli inizi: senatore, avvocato, docente universitario di diritto internazionale dell’economia, ma sopratutto politico attento alle esigenze del territorio gardesano.
Infatti Frau ha contribuito a cambiare da vicino la politica e il turismo del Lago di Garda: fondatore e primo presidente della Comunità del Garda, capì da subito l’importanza di puntare su una visione più ampia. E così fece anche quando sviluppò l’idea del turismo congressuale: da lì la nascita del primo centro congressi, non più sala statica ma gruppo di lavoro alla ricerca dei convegni, della cultura e del turismo.

Le gesta politiche ripercorse tramite le immagini ieri in Comune sono confermate, oltre che dalle istituzioni comunali di Salò, anche dagli onorevoli bresciani Gelmini e Galperti.
Mariastella Gelmini, oggi presidente della Comunità del Garda, descrive Frau come “un inno alla vita politica e all’impegno civile, profondo conoscitore del territorio gardesano, che ha sempre usato competenza e umanità insieme”.
Dopo aver gestito incarichi fondamentali, sia nell’ambito politico comunale che in quello nazionale, in Parlamento, fino ad arrivare a partecipare a missioni politiche e economiche internazionali, Frau rimane un gardesano doc, e dalle parole dei presenti emerge un pensiero comune: Frau, un precursore per il nostro territorio.

E oggi i comuni benacensi dovrebbero rimettere mano alle sue note, che già negli anni ’80 suggerivano di evitare divisioni, tralasciare i campanilismi, per procedere davvero insieme.