La «caéna» unica del buon umore

Senza programmazioni, ogni tanto, scelgono di andare dagli ospiti e cantar loro quattro canzoni del passato.
Tra loro Jimmi, Vinicio, in tre si chiamano Marco, poi ci sono Bruno, Michele, Genny ed altri ancora.

Si sono dati una sorta di nome, “Caena”, perché questi ragazzi di una volta si ritengono tutti anelli di un’unica catena che, se nel tempo potrà perdere qualche anello, altri ne acquisirà man mano, senza mai dimenticarsi di quei nonnini che li aspettano e li ascoltano così volentieri.

Loro, i “Caena”, non si pongono particolari obiettivi di grand’arte del canto e del suono, e se nell’esibizione capita di sentire qualche stonata… non ci si fa caso e si continua, sorretti dal sorriso soddisfatto dei nonni.

Quel che è certo è che la storia dei “Caena” non è mica finita qui, anzi.
Continua con l’obiettivo di continuare ancora, volta dopo volta.

Poi… si vedrà. Ma è quasi sicuro, vista la volontà comune, che salute permettendo si canterà e suonerà ancora a lungo, con l’unico compenso di un bicchier di vino e del bel sorriso stampato sul viso degli ospiti, che ascoltano ma che, anche, cantano, diventando anch’essi sorridenti anelli della catena.

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Tag

Vedi anche