Una scommessa su cui puntare

Per non parlare di Copenaghen, città delle biciclette per antonomasia.
Piove sul bagnato, verrebbe da dire, se non fosse che anche città del sud Europa considerate “terrone” come Siviglia e Barcellona, stanno incentivando e diffondendo l’uso della bicicletta nelle loro strade. Questa si che è una notizia.

A maggior ragione se, nello stesso tempo, l’Italia continua a distinguersi per scarsi investimenti nel traffico sostenibile.
Sarà che il nostro territorio non è adatto alle due ruote, essendo caratterizzato per il 41% da collina e 25% da montagna, al contrario di Olanda e Danimarca che presentano regioni esclusivamente pianeggianti.

Eppure in Italia (Trentino e Liguria davanti a tutti) le piste ciclabili non mancano, e nemmeno i ciclisti.
Nelle grandi città si sta diffondendo il bike-sharing? Certo, ma non quanto nelle capitali nord-europee.

In realtà nella visione comune la bicicletta è raffigurata come prima grande conquista di libertà di un bambino o come protagonista di brevi gite in famiglia appena fuori casa.

Tendiamo invece a non utilizzarla per lo scopo più logico e immediato: gli spostamenti brevi.

Per le commissioni in paese, gli acquisti al supermercato, per accompagnare il bambino all’asilo, o andare a trovare amici che abitano non distanti da casa nostra. Insomma, la normalità è usare l’auto anche per percorrere distanze irrisorie.
Legittimo certo, non s’infrange alcuna legge, ma si tratta di un’abitudine sbagliata a cui non sappiamo rinunciare. Soprattutto per pigrizia, nascondendoci dietro la solita frase “non ho tempo, ho mille cose da fare”.

In realtà servirebbe un cambio di marcia. Non bastano chiacchiere sul cambiamento di mentalità per incentivare queste “sane” pratiche quotidiane o per essere bike friendly.

Risulterebbero decisive eventuali politiche di promozione e agevolazioni fiscali messe in campo dai nostri comuni; oltre che parcheggi più ampi per biciclette, sistemi di antifurto, corsie preferenziali al riparo dalle auto.

Una scommessa sicura (soprattutto locale) su cui puntare. Ne guadagnerebbero l’ambiente e il la forma fisica.

Non si tratta di sostituire l’automobile, semplicemente di ragionare riguardo all’abuso che a volte se ne fa, preferendo la bicicletta quando tempo atmosferico e tragitti lo permettono.

Sarebbe il caso di rifletterci e mettere in campo qualche proposta. I comuni si facciano avanti, a volte serve il coraggio di proporre idee controcorrente (in Italia).