«Distaccante» nel Rio Carnia

Succede spesso che i cittadini segnalino la presenza di sostanze sospette nei fiumi e nei torrenti della nostra bistrattata provincia.
Raramente però le indicazioni portano ad individuarne i responsabili.

E’ accaduto invece a Bione, con gli agenti della Locale che nel giro di pochi giorni hanno indagato e raccolto elementi che portano a puntare il dito su un’azienda della zona.
Materiale probatorio che è stato poi inviato agli organi competenti: Arpa che dovrà stabilire quali sostanze siano presenti nei campioni prelevati nel torrente e all’interno dell’azienda; la Procura che dovrà decidere quali provvedimenti mettere in atto.

Le segnalazioni che indicavano la presenza di una sostanza oleosa bianca nel torrente che scorre accanto alla zona artigianale di Bione, il rio Carnia, per la verità, sono state più di una.
Tanto che il sindaco Franco Zanotti aveva inviato anche una lettera alle ditte della zona, chiedendo loro di controllare bene gli impianti.

Galeotta è stata la “soffiata” del 31 luglio: tempestiva quella, veloce l’intervento dei Vigili dell’Aggregazione, che hanno risalito il torrente fino ad individuare, nascosta nella vegetazione la fonte dello sversamento.

La mappa delle fognature fornita in municipio ha fatto il resto, permettendo di ripercorrere a ritroso il flusso della sostanza bianca, fino ad un pozzetto che teoricamente dovrebbe raccogliere solo le acque meteoriche che scendono dai tetti di un’azienda.
In realtà si trova accanto ad una pressa per lo stampaggio di materiali non ferrosi e già questa è una prima stranezza.

E nel tombino, manco a dirlo, la stessa sostanza bianca, in grandi quantità. Va detto che i titolari dell’azienda hanno collaborato con le indagini e si sono detti all’oscuro di quanto stava accadendo fra i loro macchinari e nel torrente.

Il liquido bianco sarebbe (il condizionale è d’obbligo fino ai risultati Arpa) del “distaccante”, chiamato anche olio emulsionabile.
Sostanza che, affermano gli addetti, viene sempre riciclata e riutilizzata.
Non questa volta però. Ed è scattata la denuncia.

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